Sostenibilità

Stena Recycling Italia: riuso RAEE

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di Paolo Cova

Nuova plastica pienamente riutilizzabile dall’industria, materia prima seconda risultato di un processo di recupero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). È quanto permette l’impianto inaugurato il 30 novembre da Stena Recycling Italia (50 milioni di vendite nette l’anno, ebitda da 6,3 milioni, 150mila tonnellate di rifiuti l’anno riciclate al 97%, 270 dipendenti, parte del colosso svedese Stena Metall) ad Angiari (Verona). Una sorta di applicazione tecnologica del mito dell’araba fenice, che rinasceva dalle sue ceneri. Ma soprattutto un passo decisivo verso l’economia circolare. Non a caso Dan Sten Olsson, membro del CdA di Stena Metall, all’inaugurazione ha sottolineato come:

Dieci anni fa il riciclo della plastica era impossibile.

Ora è realtà anche in Italia.

Ad Angiari Stena è presente dal 2008 con un impianto di trattamento dei RAEE analogo a quelli che ha a Cavenago in Brianza e a Carpi. Il nuovo stabilimento ne rappresenta una evoluzione, gemello migliorato dell’impianto di Halmstad (Svezia) e si pone come il maggiore nel nostro paese nel riciclo e riutilizzo della plastica da RAEE.

Il plus è proprio il fatto che, fatta 100 la quantità di materia RAEE che entra nell’impianto, ne escono 20 di metalli riutilizzabili, 20 di altri materiali non riutilizzabili (soprattutto plastiche contenenti bromurati ritardanti di fiamma dannosi per la salute e l’ambiente, destinati al recupero energetico) e soprattutto 60 di scaglie e pellet mono-polimero pronti per essere riutilizzati. Per questo l’Autorizzazione integrata ambientale qualifica quanto esce dall’impianto come “End of waste”. Come dire: è un vero e proprio prodotto, non un rifiuto.

Le scaglie e il pellet prodotti dall’impianto possono essere utilizzate immediatamente da compounder, stampatori e utilizzatori di semilavorati in plastica per produrre apparecchi in plastica o parti di automobili: in mostra, all’inaugurazione, prototipi di parti di macchine per il caffè, di plance e pannelli-portiera di automobili, tutti prodotti coi polimeri in granuli sfornati ad Angiari.

Stena calcola di risparmiare, grazie all’impianto, fino a 55mila tonnellate di emissioni di CO2, di assumere fino ad ottanta persone nei prossimi tre anni, di permettere la produzione, ogni  150mila tonnellate di plastica ex RAEE trattate, di 60 milioni di tastiere o 200 milioni di telefoni, per esempio. Venti milioni di euro l’importo dell’investimento.

L’amministratore delegato di Stena Recycling Italia, Giuseppe Piardi
Giuseppe Piardi

«Offriamo una tecnologia ed un’impiantistica -sottolinea l’amministratore delegato di Stena Recycling Italia, Giuseppe Piardi – capace di esitare un prodotto, polimeri plastici, che può essere effettivamente impiegato nella produzione di nuovi manufatti. Coniugare la tutela dell’ambiente e la salute con la capacità di produrre quanto richiesto per le più diverse produzioni, partendo da un rifiuto, è ciò che qualifica chi fa economia circolare.

La filosofia di Stena è spingere, per quanto ora possibile, l’acceleratore sulla produzione di prodotti “raffinando” il rifiuto che ci viene conferito, così come già facciamo per i metalli ferrosi, non ferrosi e come faremo per le batterie al litio da trazione e per i pannelli solari.

È importante riuscire a proporre all’industria manifatturiera (nei più diversi settori) prodotti e/o materie prime seconde in grado di competere per caratteristiche tecniche, coerenti agli utilizzi previsti e consentiti, con quelle cosiddette vergini. Il nostro prodotto ha un valore intrinseco ma racchiude anche un valore aggiunto rappresentato dalla sua sostenibilità».

Non manca una riflessione con una punta di polemica: «è importante che la mano pubblica regoli, ponga limiti e legiferi in materia di rifiuto ma è altrettanto importante che lo faccia in modo coerente, non intralciando chi può e vuole fare economia circolare. Servono norme che aiutino a far definitivamente decollare il mercato del riciclo e così consolidare la rete di aziende che vi opera. Mi chiedo se per noi sia meglio una norma che incentivi l‘acquisto di polimeri plastici riciclati da parte dei nostri clienti (riducendo la fiscalità indiretta), oppure la possibilità di operare in un contesto che autorizzi l’avvio di un impianto come questo in tempi ragionevoli e non in tre anni, com’è avvenuto. L’ideale sarebbe avere entrambe le condizioni».

Ora il prossimo obiettivo per Stena è l’analisi – da parte di un ente terzo – del ciclo di vita dei prodotti confezionati coi polimeri riciclati: primi risultati entro la fine del  2023.