Sostenibilità

Energy Dome: energia pulita dalla CO2

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di Eleonora Crisafulli

«Le rinnovabili sono la forma di energia più democratica che esista sulla Terra. Il sole e il vento si trovano ovunque, in Paesi ricchi o poveri. Sono fonti disponibili per tutti, non hanno dipendenza geopolitica. Eolico e fotovoltaico possono essere installati dappertutto. L’unico problema? La discontinuità: non è possibile programmare la produzione delle rinnovabili. Bisogna quindi trovare il modo di immagazzinare l’energia».

Claudio Spadacini, 51 anni, ha brevettato e sviluppato una tecnologia a basso costo che sfrutta la CO2 per stoccare energia e poi metterla in rete quando serve. Ingegnere, tre imprese già avviate nel settore, nel 2019 ha fondato Energy Dome.

Individuato il problema, Spadacini cerca una soluzione. Scarta le alternative esistenti, «poco competitive e costose». Valuta nuove tecnologie. L’intuizione arriva su un treno per Milano di ritorno da un viaggio di lavoro a Zurigo. «Perché non usare la CO2 che può essere liquefatta a temperatura ambiente, compattata e stoccata all’interno di piccoli serbatoi?». Trova così il modo di sfruttare il lato buono della CO2.

Il gas responsabile dell’effetto serra ha anche proprietà positive: è un fluido sicuro, non infiammabile, anzi estinguente, può essere compresso in bombole in acciaio. Spadacini calcola costi ed efficienze, fa ricerche online, verifica che non ci siano studi scientifici che abbiano già preso in considerazione quella soluzione. A febbraio 2019 registra il brevetto. «La CO2 Battery può essere prodotta, replicata e installata ovunque, è geopoliticamente indipendente. Ha una forma a cupola, da cui deriva il nome Energy Dome».

L’azienda è operativa dal 2020. Ha già raccolto capitali per circa 25 milioni di euro. A novembre 2021 ha chiuso un round Series A da 10 milioni, guidato da 360 Capital. Tra gli investitori anche Barclays, Novum Capital Partners, Third Derivative. Lo scorso giugno ha annunciato un bridge round da 10 milioni che precede il Series B, ora in corso. A guidare l’operazione CDP Venture Capital Sgr e Barclays.

L’obiettivo a breve termine è capitalizzare la società per realizzare i primi impianti di stoccaggio su scala industriale da 20 MW/200 MWh, con durata di 10 ore. «Sono impianti da milioni di euro, ma costano la metà delle batterie a litio e durano molto di più, 30 anni. Ecco il grande vantaggio. Perché una tecnologia vince e funziona solo se è economica, efficiente e competitiva».

A giugno è stato avviato il primo impianto da 2,5 MW/4 MWh a Ottana, in Sardegna. I potenziali clienti sono aziende elettriche, grandi industrie energivore e produttori indipendenti di energia, come le compagnie petrolifere o i data center. «Il mercato è globale, è enorme». Spadacini punta a creare impianti in tutto il mondo e a fare del “dome” un simbolo della transizione energetica.

«La mia è una storia di conoscenza. È basata sul sapere, sulla voglia di sfidare lo status quo e fare sempre meglio. Per fare innovazione non basta migliorare i mercati esistenti, bisogna inventarsene di nuovi e sviluppare tecnologie che abbiano un impatto. Solo la conoscenza permette di distruggere le idee sbagliate in un secondo. E trovare così quella che funziona».

Il pallino dellenergia e le passione per le rinnovabili

Laurea in Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, Claudio Spadacini, founder e Ceo di Energy Dome, è un imprenditore seriale alla sua quarta impresa. Da oltre 25 anni lavora nel settore dell’energia.

Ho iniziato nel 1995 come dipendente in una startup. Poi ho aperto uno studio di ingegneria che offriva servizi di consulenza a terzi. Era l’unica forma che non richiedeva capitali. Bastavano una scrivania e una sedia.

Nel 2007 crea la sua prima impresa, Sebigas, che ha costruito più di 80 impianti a biogas in tutto il mondo. Poi fonda Exergy, che realizza impianti di produzione di energia elettrica da fonte geotermica. Con la sua terza impresa, Idroelettrica Cavaglio, si occupa di idroelettrico e crea una centrale innovativa. Tutte le sue imprese si basano su tecnologie disruptive, che ha ideato, sviluppato e brevettato. Tutte nel campo dell’energia.

Le rinnovabili sono il filo conduttore della mia carriera, anche per passione e per credo.