Sostenibilità

Sane, belle e solidali: frutta e verdura ora sono pop

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di Maura Prianti

Il suo progetto nasce dalla crisi economica del 2007. «L’azienda della mia famiglia era in forte crisi: frutta e verdura venivano pagate troppo poco per andare avanti. Io ero a Milano a studiare Comunicazione d’Impresa allo Iulm. Facevo lunghe telefonate con mia mamma per parlare di come risolvere i problemi della nostra piccola società. Adesso capisco che quelle chiacchierate sono state i nostri primi “brain storming”»: si presenta così Marianna Palella, 30 anni, da sette anni a capo di “Citrus l’Orto Italiano”, azienda che nasce anche grazie all’esperienza ventennale della mamma Paola Pappalardo nell’ortofrutta.

«Andavo a lezione di comunicazione, ma in mente avevo i problemi aziendali. E come risolverli. Avevo ben chiaro che la lotta al prezzo più basso, imposta da chi compra, rende i produttori la ruota più debole. Per questo ho capito che bisognava portare innovazione e valore aggiunto a un settore che ho cercato di svecchiare.

Spiega la dottoressa Palella. E così ha reso broccoli, limoni, ma anche zucche, ceci, fagioli cibi pop.

Ha pensato di applicare all’ortofrutta le tecniche di marketing utilizzate per la moda e per il fashion: dalle passerelle ai campi, con claim e spot che rivoluzionano la comunicazione di frutta e verdura. Un esempio, per San Valentino due limoni che si chiedono: “Limoniamo?”.

“CITRUS l’Orto Italiano” nasce dall’idea che frutta e verdura non vanno proposte ai consumatori solo perché fanno bene.

Siamo tutti stanchi di sentircelo ripetere. Noi abbiamo cercato di spiegare perché mangiarli fa stare meglio il corpo, ma anche la mente.

Spiega la fondatrice di questa azienda che vende solo prodotti italiani al 100%. Da qui l’idea di mettere sulle confezioni, colorate e completamente riciclabili, indicazioni di nutrigenomica, ma anche i consigli della nonna (vera) su come rendere più digeribili i fagioli o cuocere più in fretta il farro.

Prima di “CITRUS l’Orto Italiano” nessuno si preoccupava tanto del packaging di cavoli o aglio. Marianna studia confezioni più piccole, in monomateriale per favorire il riciclo, ma molto più glam e sostenibili. Così possono fare bella mostra sul piano lavoro della cucina più moderna, e saltare subito all’occhio sullo scaffale del supermercato.

Ma “CITRUS l’Orto Italiano” non è solo apparenza. È anche sostanza. Fin dalla nascita sceglie di sostenere la ricerca scientifica di Fondazione Umberto Veronesi, nascono anche delle raccolte fondi come “I Limoni per la Ricerca” e “i Broccoli per la Ricerca” che vengono offerti in tanti supermercati italiani, per raccogliere fondi per la ricerca contro i tumori. Non solo, “Citrus” devolve  una parte del ricavo sulle vendite sempre a Fondazione Umberto Veronesi. A oggi hanno finanziato 68 borse di ricerca.

Con la mamma, Paola Pappalardo, hanno modernizzato il patrimonio di conoscenze ereditato dall’impresa di famiglia e reso zucche e fagioli sexy.

Sono entrata nell’ortofrutta che un po’ mi vergognavo, i miei amici lavoravano nella finanza, nella moda, nel web. Settori più stimolanti. Ma solo in apparenza.

In un mondo che fino a qualche anno fa era solo del padri e dei figli, una mamma e una figlia hanno riscoperto anche prodotti locali ormai scomparsi dalle nostre tavole, come il bergamotto. «In Calabria la sua produzione era stata quasi completamente abbandonata. Da quando noi abbiamo iniziato a proporlo c’è stata una crescita del 30% di terreni coltivati con questo agrume così profumato. In molti non lo avevano mai assaggiato». Non male per una ragazza che all’inizio ha dovuto far digerire a tutti non solo di essere lei l’imprenditrice, pur essendo donna, ma ancora più grave l’essere pure molto giovane.

Vogliamo essere il cambiamento che fa bene ai conti e al pianeta

Ha fondato “CITRUS l’Orto Italiano” che aveva 24 anni perché sentiva che poteva cambiare la situazione nell’ortofrutta. Dopo 7 anni la sua azienda fattura 6 milioni di euro all’anno. «La mancanza di indipendenza economica femminile è il vero problema del Sud, per questo volevo e voglio cambiare le cose anche nell’agricoltura. L’innovazione per me è un valore. In “CITRUS l’Orto Italiano” proviamo a essere noi il cambiamento in ogni scelta che facciamo» esordisce Marianna Palella, siciliana con l’ufficio a Milano.
«Credo che non ci sia possibilità di riscatto per il nostro Paese se non si riconosce la dignità del lavoro, anche in campagna. La mia azienda nasce dal dialogo tra due generazioni, la mia e quella di mia mamma. A volte questo dialogo si può trasformare in uno scontro, ma il confronto generazionale è fondamentale per far crescere non solo CITRUS, ma l’intera Italia.

Sono entrata nel mondo dell’ortofrutta per cambiarlo. Con umiltà ho cercato di modificare quei meccanismi da “guerra dei poveri” che spingono le aziende agricole al ribasso danneggiando tutti: qualità dei prodotti, salute dei lavoratori e ambiente. E che hanno portato alla fine dell’azienda della mia famiglia. Ho capito che i miei studi erano essenziali per poter portare il cambiamento non solo a parole, ma nei fatti». La sua è una leadership al femminile per questo, forse, dà così tanta importanza ai dettagli, alla presentazione del prodotto.

«Abbiamo scelto di essere anche una società “Benefit” che oltre al profitto si impegna a generare un impatto positivo sul Pianeta, sull’ambiente e sulla comunità. Questi valori li misuriamo come fossero veri e propri indicatori economici e li rendiamo pubblici in quello che è “il Bilancio di sostenibilità”» conclude la giovane  Ceo. Per leggerlo basta andare su citrus.it: perché solo dal benessere collettivo possono nascere davvero buoni frutti!