Economia della Conoscenza

La Sicilia nascosta dove resiste il mito

Scritto il

di Riccardo Lagorio

C’è una Sicilia periferica, quella dove il mito fa ancora parte del quotidiano e solo uno strato di cipria di modernità copre consuetudini ancestrali. In questa Sicilia interna, nei territori di Enna e Caltanissetta, capoluoghi lontani dal mare e dalle folle, la natura è prepotente come in nessun altro luogo della regione.

Per apprezzarne le infinite colline dell’interno, si raggiunge il Castello Manfredonico di Mussomeli: per arrivarci si percorre una suggestiva scalinata scavata nella roccia. Un paradiso per chi ama la fotografia.

Come i dintorni di Villalba, dove si può scegliere di percorrere i sentieri che attraversano Le Serre, picchi rocciosi e megaliti che si ergono improvvisi sulle vallate. I colori, sempre intensi, segnalano il trascorre delle stagioni: dal verde della primavera all’ambra dell’autunno. Dopo aver fatto provviste della celebre lenticchia, il viaggio nel tempo può continuare verso Caltanissetta.

L’arrivo è sulle basole in pietra lavica di Piazza Garibaldi. La Fontana del Tritone, nel centro di essa, è il simbolo della città, quinta della Cattedrale e del Palazzo del Carmine, su via Umberto I. Si può percorrere sino alla chiesa di Sant’Agata al Collegio, la cui facciata è l’elegante intersecarsi di cremisi, pietre bianche e d’arenaria, prima di essere rapiti dal vocio che si leva dalla vicina via Benintendi, più conosciuta come Strata ‘a Foglia, lo storico mercato quotidiano dove i venditori espongono la merce in grande stile e la promuovono vanniannu (gridando con cantilena). Un vortice di suoni e colori a cui si può assistere dalla Caffetteria La Galleria, sorseggiando un bicchiere di vino bianco con pasticcini.

Per un pranzo veloce il locale giusto è invece quello di Salvatore Lombardo, Ammuttammu. Nel vicino laboratorio di Marcella e Giuliana Geraci, quarta generazione di torronai, si può far scrocchiare sotto i denti una stecca lucente e friabile, mentre di sera Beatrice Giammuso racconta l’epopea dell’estrazione dello zolfo attraverso le stanze dell’albergo diffuso Antichi ricordi.

La mattina seguente in mezz’ora di automobile si arriva al cospetto di Enna, il capoluogo più alto d’Italia a 900 metri. Dalla Torre Pisana del Castello di Lombardia, eretto sull’acropoli dedicata a Cerere, la dea del grano e delle messi, il panorama si apre fino all’Etna. I palazzi e le chiese del centro storico, di pietre squadrate color giallo solidago, si aprono su un gomitolo di strade subito sotto, sferzati in estate dallo scirocco e immersi nella nebbia d’autunno.

Fuori città, le acque che bagnano Enna sono quelle del lago di Pergusa, dalla forma circolare, dove la mitologia vuole che Ade rapì Persefone. Sulle sue sponde 400 varietà di ulivi provenienti dal mondo intero rappresentano un bell’esempio di biodiversità: l’olio extravergine, imbottigliato, è simbolo di pace e convivenza.

L’indomani il tintinnio dei cloche à mouton sparpagliati nelle campagne conduce alla fattoria di Pietro Di Venti, dove si produce il Piacentinu ennese DOP, formaggio di pecora color oro per la generosa presenza di zafferano. Dalle finestre del piccolo caseificio Enna e Calascibetta sembrano sedute una accanto all’altra su un oceano verde oliva. La Villa romana del Casale a Piazza Armerina, con i suoi 3500 metri quadri di mosaici, è la sosta più popolare del viaggio. Tra scene epiche, riproduzioni fedeli di piante e animali, la più nota raffigurazione è quella della sala delle dieci giovinette, impegnate negli esercizi ginnici in bikini.

Ai tavoli del Ristorante Fogher una sosta rinfrancante, prima di spingersi verso sud per 15 chilometri. La visita alla Riserva Naturale della Sughereta di Niscemi riporta le lancette indietro nel tempo, prima che i monti fossero disboscati per farne legname.

Esistono sentieri per tutte le età da percorrere, zaino in spalla, a contatto con una natura selvaggia, tra istrici e gruccioni, prima di mettersi in posa sotto la Quercia mosaica, esemplare di quattro secoli. Grazie al clima clemente c’è ancora tempo per surfare davanti alla spiaggia di sabbia fine e bruna di Manfria prima che il crepuscolo impedisca di riconoscere la sagoma del Castello di Falconara (castellodifalconara.it) dove si trascorre la notte. Il benvenuto del proprietario Roberto Chiaramonte Bordonaro è rivelatore: «Abito a Palermo, ma quando mi affaccio da queste stanze perdo la cognizione del tempo». Nelle sue parole l’annuncio di un viaggio in una Sicilia ancora da scoprire.

Dove dormire e mangiare

Relais Villa Lanzirotti

Il parco di cipressi, corbezzoli ed erbe officinali cinge la palazzina dell’Ottocento. Arredamento moderno nelle 10 lussuose camere.

✉ via Trigona della Floresta – Caltanissetta

☎ 0934630923

villalanzirotti.com

Villa Trigona

Il vantaggio di risiedere presso il baglio è la vicinanza alla Villa romana del Casale. Le finiture di pregio abbelliscono la residenza.

✉  Contrada Salvatore Bauccio – Piazza Armerina (EN)

☎ 0935681896

villatrigona.com

Al Fogher

La cucina di Angelo Treno brilla nella Sicilia centrale. Filetto di maiale nero con granella di pistacchio, asparagi e foie gras. Imponente la carta dei vini.

✉ Contrada Bellia, incrocio  – SS 288 – Piazza Armerina (EN)

☎ 0935684123

alfogher.sicilia.restaurant

Repubblica 20Due

Locale giovane e informale che sa proporre piatti preparati con cura. Fusilli alla crema di ceci, Piacentinu ennese DOP e guanciale croccante.

✉ piazza della Repubblica 22, Valguarnera Caropepe (EN)

☎ 0935958590

repubblica22.it

Sale&Pepe

Da provare il polpo grigliato su crema di ceci e zenzero.

✉ via Gigino Gattuso 43 – Caltanissetta

☎ 3282803076

Fb: salepeperistorante