Economia della Conoscenza

La tutela del Made in Italy parte dalla terra, l’unica vera magia

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di Beppe Ceccato

Olio di Calabria Igp Carolea, Dolce di Rossano, Grossa di Gerace, Grossa di Cassano, Ottobratica, Sinopolese, Tondina, Tonda di Strongoli. Sono le principali cultivar che vanno a comporre, in purezza o in “blend”, il famoso olio di Calabria Igp. Per rientrare nel disciplinare stabilito dal Consorzio di tutela e valorizzazione costituito nel 2017 le magnifiche otto devono essere presenti in bottiglia per il 90 per cento. Il restante dieci è affidato a numerose altre specie che crescono da millenni nella regione. Gli ulivi occupano il 12 per cento della Calabria, sono circa 21 milioni di piante (dati 2022). «La produzione oleica calabrese è la più antica d’Italia, il nostro olio ha proprietà organolettiche utili alla salute, viene studiato come prevenzione nei tumori, nelle malattie epatiche e renali», ricorda Massimino Magliocchi, presidente del Consorzio. Dalla sua il presidente ha le testimonianze, raccontate da Plinio il Vecchio nella imponente Naturalis Historia dove l’olio calabrese è definito “unico” per le sue qualità.

Stiamo parlando di uneredità culturale millenaria…

Certo! Il modo di coltivare e spremere le olive che abbiamo oggi lo si deve all’arrivo e insediamento dei monaci basiliani: loro hanno cambiato il sistema di coltivazione e trasformazione, grazie alla frantumazione delle olive. Praticando l’eremitaggio in grotte, avevano capito che una temperatura fresca, costante, era l’ideale per la conservazione dell’olio. Oggi siamo la seconda regione produttrice in Italia dopo la Puglia.

La produzione di extravergine italiano è sufficiente per il fabbisogno del nostro paese?

No, e per riuscire a soddisfarlo non si esita a ricorrere a olive provenienti da Tunisia, Spagna, Turchia, per questo sono necessari i consorzi di tutela. L’Italia ha una cultura oleica unica, dobbiamo salvaguardare il nostro Made in Italy.

Qual è la produzione di Olio Igp Calabria?

Sono attive circa mille aziende, su una superficie certificata di 12.900 ettari (dati 2022). Su 6.560.482 chili di olive si sono ottenuti poco più di mille quintali di olio, per un valore di sei milioni e mezzo di euro.

Da dove viene la qualità dellolio?

Il nostro terreno è la magia. Ed è quello che, spesso, come presidente del Consorzio, non riesco a trasmettere all’esterno. Siamo fortunati, ma ogni singola pianta di ulivo va trattata come un neonato, bisogna conoscere i periodi giusti per ogni cosa, l’irrigazione quando necessaria, la raccolta fatta a mano, la spremitura non oltre le 24 ore dalla raccolta a una temperatura massima di 27 gradi, con tolleranza di un grado. Come consorzio tuteliamo tutto ciò, per questo aderiscono produttori, trasformatori (frantoi) e imbottigliatori. Queste figure sono sotto il controllo del Consorzio a garanzia del marchio Igp.