Economia della Conoscenza

L’iride come specchio dell’uomo e oggetto di design

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di Alessandro Paciello

Nel nostro viaggio nell’Economia della Conoscenza, incontriamo questa volta Simona Sottili, naturopata, iridologa e counselor a indirizzo umanistico-integrato, con vent’anni di esperienza. Simona è anche imprenditrice, socia fondatrice di una società, Iresis Vision, che agisce in un interessante e innovativo settore denominato neuroestetica.

Simona, come si applica e sviluppa la sua attività di naturopata e come nasce la specializzazione in iridologia?

Sono stata sempre attratta dall’iridologia, fin da ragazza. Ho studiato la naturopatia proprio perché affascinata da questa che è una vera e propria scienza dalle origini antichissime, i primi riscontri oggettivi risalgono, infatti, all’epoca dell’antico Egitto. Poi, recentemente, dopo un periodo in cui questo sapere si stava quasi perdendo nel corso della storia umana, c’è stata un’improvvisa e repentina riscoperta che l’ha riportato alla ribalta delle pratiche diagnostiche e terapeutiche della medicina complementare e olistica. Personalmente utilizzo l’iridologia partendo e combinandola con la più vasta conoscenza naturopatica, perché mi piace prendere in esame l’aspetto psicoemozionale del soggetto. Dell’iridologia, che è la mia specializzazione, mi piace la visione olistica dell’essere umano, analizzato appunto nella sua totalità: fisico, psicoemozionale, energetico. Ho così integrato l’approccio del counseling a indirizzo umanistico integrato che agisce sulla comunicazione e perciò sul miglioramento di questa con l’iridologia.

Quando nasce l’iridologia come pratica di benessere?

Troviamo riferimenti all’iridologia che risalgono agli antichi egizi. Ne parlava Ippocrate e, in generale, se ne trattava nella medicina che si praticava nel bacino del Mediterraneo. Ma anche nella medicina dei Veda e in quella tradizionale cinese. Quindi un approccio antico che viene ripreso e reso moderno all’inizio del ‘900 da un medico ungherese, Ignaz von Peczely, che osserva un cambiamento dell’iride di un gufo e da lì ha un’intuizione e comincia ad applicare queste osservazioni sui suoi pazienti e crea una sorta di banca dati che mostra l’evoluzione dello stato di salute delle persone attraverso le modificazioni delle loro iridi. Questa pratica si è poi diffusa inizialmente soprattutto nei Paesi della Mitteleuropa e poi in Gran Bretagna, Usa, Unione Sovietica e anche da noi in Italia. È tuttora una materia che coinvolge molti ricercatori e perciò è sempre in grande evoluzione.

Cosa si evince da queste esperienze di approccio all’iridologia che lei pratica?

Fondamentalmente, le persone riportano la soddisfazione di essere attivamente coinvolte e non sentirsi dei meri soggetti passivamente dipendenti dall’analisi e dai suggerimenti di miglioramento che possono essere dati. C’è invece un coinvolgimento olistico nel cercare un maggiore benessere personale, vissuto appunto in una chiave totalizzante. In fondo, le persone vengono da noi per cercare di stare meglio dal punto di vista non solo e non tanto fisico, ma emozionale, psicologico, energetico, relazionale. Quello che noi indichiamo è che per raggiungere dei risultati di miglioramento si richiedono quasi sempre dei cambiamenti. E il cambiamento ha bisogno di una forte energia per attivare una potente motivazione che lo inneschi. Ecco perché, attraverso l’iridologia che pratico, cerco di coinvolgere attivamente il mio interlocutore, per giungere a ritrovare se stessi nel proprio riflesso, aiutando a innescare anche un mutamento comportamentale.

Da questa esperienza di utilizzo sul campo dell’iridologia sono nati due libri. Il secondo, recentemente uscito, si chiama: Guardarsi negli occhi e riconoscere se stessi, scritto con Daniele Lo Rito, medico che è stato anche il suo maestro in questa disciplina. Di cosa tratta?

Trattiamo dell’incrocio, che definisco quasi magico, tra iridologia e counseling. Ci occupiamo del perché questi due approcci possono essere integrati, che è poi ciò che faccio tutti i giorni nel mio studio. Con il Dott. Lo Rito abbiamo portato questa combinazione anche in terapie di gruppo, facendo incursioni in quella che viene chiamata l’intelligenza sociale, cioè come l’iridologia possa contribuire a sviluppare un’intelligenza collettiva. Si tratta di un saggio e, allo stesso tempo, anche di un manuale su questi temi, indirizzato sia all’utente finale sia agli appassionati di medicina complementare, oltre che, ovviamente, ai terapeuti che volessero approfondire. Riportiamo anche molte testimonianze, perché ci piace far sentire la voce di chi ha approcciato questo tema per noi così appassionante.

Ultimo, ma non ultimo passaggio di questa sua profonda esperienza professionale e umana relativa all’iridologia è dato da un’originale iniziativa imprenditoriale denominata Irises

…Che mi appassiona moltissimo. Con l’aiuto di splendidi e autorevoli “compagni di viaggio” ho cercato di coniugare l’iridologia alla bellezza. Ho quindi creato una società che dalla foto delle iridi, dal loro studio e dalle trame di queste che estrapoliamo e rielaboriamo in chiave artistica, possiamo creare qualsiasi oggetto della nostra vita quotidiana: dagli arredi, come quadri, piastrelle, pavimentazioni, copriletto, cucine e così via, al fashion, con tutto ciò che riguarda il vestiario e gli accessori di moda. Infine, con uno studio particolare che è una nostra esclusiva, possiamo arrivare anche a produrre musiche e profumi, abbracciando perciò diversi canali sensoriali: vista, udito, olfatto. Quindi, costruiamo una realtà sensoriale che sia non solo compatibile, ma in armonia con la persona. Un approccio olistico al benessere che ci portiamo dietro nella nostra quotidianità. Un’esperienza da provare.