L'editoriale

Donna, madre, cristiana… umana

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di Claudio Brachino

Era la più attesa, era la sua festa, preparata con cura da mesi, ma alla kermesse di Fratelli d’Italia al teatro Brancaccio di Roma per celebrare un anno esatto di governo Giorgia Meloni non è andata.

Stanca del viaggio in Medio Oriente e molto scossa per il caso Giambruno, la Premier ha preferito mandare un video.

L’analisi politica è nelle pagine interne ad opera delle nostre firme, noi ci soffermiamo sull’elemento “umano” che tanto ci sta a cuore anche nel racconto non mainstream che da più di un anno facciamo dell’economia.

Fine del feticcio del profitto, attenzione al terzo settore, welfare aziendale, diritti e tempo nel lavoro, l’homo sapiens imprescindibile anche con l’avvento dell’intelligenza artificiale. E l’umano, il troppo umano nietzschiano, fa capolino anche nel messaggio del Presidente del Consiglio, non tanto la stanchezza, la fragilità, la difficoltà, tutte cose che appartengono alla quotidianità di ogni essere umano, quanto quel riaffermarsi del privato che buca il cielo della forma istituzionale.

Come quando il preconscio, dice Freud, buca le difese dell’io razionale e attraverso la battuta comica fa passare nel sociale la lingua altrimenti insostenibile di Eros e Thanatos.

Evviva, la Meloni è una donna, una madre, una cristiana, una Premier impegnata e autorevole… ma è umana.

Vuol dire che la fine di una lunga storia d’amore, per di più pubblica e in modalità poco eleganti, incide sul suo essere politico in un dato momento. Non nei contenuti, non nei programmi, non nelle linee guida, ma in quel di più di rabbia che era evidente. Una rabbia che non va intesa come la consueta paranoia per complotti tutti da dimostrare, ma per la consapevolezza che il proprio ruolo amplifica ferite, guerre e durezze.

Il tempo dell’umanità è poco, le battaglie vere e metaforiche del mondo sono lì a un passo. Due guerre contemporanee, Ucraina e Israele-Gaza (qualcuno ci ha contestato trafitto dalla rimozione ma la copertina sullo sciame bellico era pura verità geopolitica), l’imminente legge di bilancio con i pochi soldi e le tante esigenze sociali, l’inflazione, i tassi di interesse, la crescita che rallenta pur in un paese ancora solido e non “declassato” dalle agenzie di rating.

E poi tutti i temi europei alle porte, in una lunga corsa che porta alle elezioni. Ognuno si conterà per sé in casa, ma poi dovrà nascere un nuovo governo Ue dove si fronteggeranno progressisti, conservatori e populisti di destra. Due dati per chiudere, due numeri della settimana che ci fanno riflettere.

Uno è quello che abbiamo messo in copertina, frutto della nostra inchiesta sulle liste d’attesa nella nostra Sanità, fino a due anni per una mammografia. L’altro numero viene da Eurostat, il 63% degli italiani fatica ad arrivare a fine mese. Eh sì anche i nostri concittadini hanno bisogno di tanta, ma tanta comprensione umana.