L'editoriale

La linea d’ombra di Ratzinger

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Un grande titolo è sempre la porta d’ingresso di un mondo di significati. La linea d’ombra non è solo una delle opere di Conrad, ma un’infinita fonte di simboli. Il passaggio tra le età della vita, il passaggio dal mistero della vita a quello della morte, il passaggio dalle liturgie pubbliche del Potere alla difficile arte del Silenzio.

C’è tanto di tutto questo nella scomparsa di Papa Ratzinger, nome ufficiale Benedetto XVI, una fine annunciata e sempre tragica che oltretutto ha segnato anche la linea d’ombra di un anno con un altro, nella dialettica mondana e insieme metafisica tra ciò che finisce e ciò che comincia.

E anche ora che il Papa emerito, il gigante della Fede, giace vicino a un altro gigante del Novecento, Woitila, le polemiche non si spengono, in gran parte alimentate dalle accuse del fido Padre Georg verso Bergoglio.

Ora Francesco ha il compito, più che di farsi trascinate nei veleni, gli stessi che alimentarono la sua ascesa al Soglio Pontificio nel 2013 dopo le clamorose dimissioni di Ratzinger, di essere il Padre unico di tutto il mondo cattolico in un’epoca terribile in cui tutte le identità vengono messe in subbuglio.

Su questa linea d’ombra si colloca l’eredità spirituale, teologica e culturale di Benedetto. Il Papa dell’Europa, delle sue radici cristiane, il Papa della non trasformazione di una storia millenaria in un crocevia fluido di interpretazioni moderniste e globaliste.

Certo la Chiesa vive nella storia e nel tempo, arriveranno in Vaticano un papa africano, uno asiatico, così come Francesco l’argentino viene per sua stessa definizione dalla “fine del mondo”. Però noi oggi, noi che a Roma ospitiamo San Pietro, noi europei alle prese con le difficili sfide della guerra, dei diritti negati, della crisi energetica, dobbiamo ricordare bene la lezione identitaria di Benedetto. Con uno dei miei programmi che ho amato di più, Top secret, mi sono occupato a lungo e a fondo del terzo segreto di Fatima. Ratzinger, sia da cardinale che da pontefice, è stato l’uomo che ha svelato e interpretato la terza e complessa parte del messaggio di Lucia. Un messaggio apocalittico ma risolto, già accaduto nella storia. Non ho mai creduto fosse così e chissà che Benedetto non si sia portato con sé nella tomba la verità sul nostro futuro.