L'editoriale

La pasta scotta e la bolletta che brucia

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Né apocalittici, né integrati, ma realistici. Del resto secondo il buon Freud un buon principio di realtà è segno di salute mentale. Prima di dire chi siamo, come in ogni inizio editoriale, preme allora dire dove siamo, in che punto della Storia. La pazienza degli italiani, famiglie e imprese, è al limite come fotografa il calembour provocatorio del nostro titolo di apertura.

Caro energia e bollette vergognose sono la prima emergenza, un’emergenza che divora una brutta e frammentaria campagna elettorale. E la dice lunga un Draghi più popolare di prima, con un’agenda che sembra la tavola dell’economia dettata da Mosè. Fra poco si vota e siccome crediamo nella democrazia per quanto malata saranno le urne a dirci chi governerà.

Dall’ordinaria amministrazione, de facto straordinaria, all’ordinario esercizio della Repubblica. Per vedere quanto i connazionali siano angosciati dal presunto ritorno del fascismo con la probabile vittoria della Meloni, pregasi leggere il nostro sondaggio social. Sulla guerra, sulle sanzioni, necessarie ma con effetti diseguali (noi sempre tra quelli che ci rimettono), sulla speculazione, sulla dipendenza dalla Russia, sulle politiche ambientali scellerate, già tutto è stato detto. Rimane il che fare, con l’Europa alle prese col prezzo del gas, con le ritorsioni di Putin e col costo del danaro. Salvini propone nella nostra intervista (sentiremo nei numeri tutti i leader) trenta miliardi subito per tamponare la catastrofe individuale e industriale, ma sul bilancio Bruxelles vigila in cagnesco. Intanto prestiti e mutui alle stelle, giù i consumi, stipendi insufficienti, riscaldamenti razionati, meno gradi e per meno tempo, città sempre più buie, il rischio delle domeniche a piedi sempre più concreto. Anche il Nobel della fisica, Parisi, consiglia la pasta scotta per risparmiare gas. De gustibus, stavolta alla lettera, ma l’umore generale non è dei migliori non solo a tavola.

E l’umore delle imprese? Sarà sempre nostro compito, cosi completiamo la carta d’identità, essere il loro punto di riferimento, in particolare di quelle piccole e medie imprese che sono la rete della nostra ricchezza nel senso ampio del termine, della nostra eccellenza, della nostra resistenza alle crisi. La resilienza della realtà e non quella programmatica di un Piano nazionale sempre più incompiuto. Un mondo magnificato a parole dal mainstream ma spesso ignorato da una politica troppe volte abbagliata, o ricattata, da lobbies e poteri forti. A quella politica faremo il fact checking, senza prismi ideologici, con un focus perenne su tasse, burocrazia e norme spesso incomprensibili. Ecco, la chiarezza, quella che manca a gran parte dell’informazione economica italiana, esoterica e dunque per pochi. Un cattivo servizio alla democrazia, meglio il rischio del pop che la competenza autistica da salotto illuminato. Il nostro giornale sarà per tutti, imprenditori e risparmiatori, commercialisti e partite Iva, sarà per voi cittadini. E anche i commenti delle firme autorevoli serviranno a dare un quadro comprensibile di un mondo complesso attraverso il puzzle di intelligenze e visioni.

Ci saranno le inchieste, le storie, le idee, gli uomini, i territori di questo nostro meraviglioso e problematico paese, ma il locale sarà sempre in dialogo con il globale, come vuole il virtuale contemporaneo. Disruption digitale post Covid, intelligenza artificiale ma anche il neo umanesimo, il Capitale umano. E la grande sfida dell’ambiente lungo la linea d’ombra ormai precipitosa tra sostenibile e insostenibile. E poi i linguaggi.

Un editore, Triboo, leader del web che lancia un settimanale economico politico cartaceo, può sembrare un visionario. Eppure oggi tutti i media hanno una febbre pasoliniana (la parola fuori di sé) e vivono oltre i loro confini: noi nasciamo sull’onda del successo di un sito, PMI.it, ma forniremo a nostra volta contenuti al sito e ai suoi sviluppi social. Un ecosistema perennemente connesso.

Se vorrete far parte della nostra Triboo, sarete i benvenuti