L'editoriale

Più veloci, anche della Ferrari

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di Claudio Brachino

Meglio la Ferrari o Cernobbio? Ai posteri l’ardua sentenza, ma mentre i ministri sfilavano nel salotto luxury dell’economia sul lago di Como per farsi promuovere per il rotto della cuffia, Giorgia Meloni ha scelto il Gp di Monza per lanciare il suo messaggio: bisogna andare più veloci, bisogna essere più veloci.

Tradotto, se non ho capito male, meno discussioni, anche all’interno della maggioranza, meno polemiche inutili, meno burocrazia, meno ideologia, invece più pragmatismo e immediatezza di decisione sui temi fondamentali. Quelli economici in primis, poi il dossier immigrazione.

Sempre sperando che il modello sportivo di velocità non sia la Ferrari (senza nulla togliere alla sua gloria) di quest’anno, sennò tocca andare da Verstappen e da quelli della Red Bull.

Battute a parte, dopo mesi di ottimismo contro ogni augurio apocalittico, ora alcune delle paure che anche noi abbiamo delineato nelle nostre inchieste sono diventate realtà.

Crescita negativa nel secondo trimestre del 2023, stime confermate per la fine dell’anno ma sarà dura tenere così il Pil a +1, calo dei consumi delle famiglie italiane, strette fra caro vita e caro-danaro.

Sulla nuova legge di bilancio pesa anche, e qui il ruolo di Andromaca lo ha svolto il ministro dell’Economia Giorgetti, il disastro del superbonus per l’edilizia al 110% fortemente voluto all’epoca in cui era premier Conte. Trenta miliardi in più di costi per lo Stato per un provvedimento che con il Covid era nato come virtuoso e che ora tutto il governo di centro-destra definisce scellerato.

In Italia del resto non si capisce mai se non sono bravi i politici a scrivere le regole o sono i nostri cari concittadini a essere bravissimi nell’aggirarle o quantomeno ad interpretarle a loro favore. Fatto sta che tutti ci hanno mangiato e noi paghiamo, così ha detto uno sconsolato Giorgetti con un linguaggio più da bar che da Forum Ambrosetti.

Fatto sta che la prima manovra davvero politica di chi ha vinto le elezioni e deve dare una sua idea del mondo (l’anno scorso non c’era il tempo e c’era ancora troppo Draghi) deve fare i conti con casse non allegre e un’Europa che si appresta a tornare austera.

A proposito di Europa, se a metà settembre la Bce aumenterà ancora i tassi di interesse, scoppierà un vero incidente economico con il rischio di una non meritata recessione. Non meritata perché le nostre aziende sono in salute e combattono da leoni anche sul mercato estero.

Agli italiani tutti, certo, ma in particolare a loro deve guardare la Meloni nel suo programma ispirato alla velocità. E poi è vero che Sainz è arrivato terzo, però il ferrarista è stato rapidissimo a rincorrere e fare arrestare i ladri del suo orologio a Milano. E la gente correva con lui per aiutarlo. Un’Italia veloce anche su queste cose ci piace.