L'editoriale

Semplifichiamoci

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di Claudio Brachino

Meglio una parola di meno che una parola di più, diceva il proverbio, tanto più se la parola del più aspira in fondo al meno.  Tra tutte le parole-mantra del nostro Discorso pubblico ce n’è una davvero paradossale: semplificazione.

Non raggiunge certo le vette della sostenibilità che scandisce ormai la nostra giornata come i cicli biologici e le necessità primarie. Sto leggendo che anche il nuovo padrone del Milan, americano con un cognome da Santa sede, Cardinale, è disposto a sacrificare un simbolo come Maldini in nome di un modello di calcio sostenibile.

A me questa parola pure importante sta diventando antipatica, formalmente in-sostenibile, per abuso sociale, stavo per dire d’ufficio, il vero incubo di qualsiasi amministratore, anche il più onesto.

Se a ogni possibile azione corrisponde un possibile reato, la democrazia è a rischio, non mi stancherò mai di citare il sempreverde, e sempre marxista, Žižek. Se però ogni volta che si vuole riformare questo squilibrio si grida che la legalità è compromessa, allora la paralisi è assicurata.

Ho usato la parola riformare non a caso perché la semplificazione è una di quelle che ci chiede l’Europa per staccare gli assegni del Pnrr, che ha tanti problemi, ma non ultimo la nostra governance afflitta dalla burocrazia.

Il governo “semplifica” per decreto una delle procedure della Corte dei Conti, il controllo concomitante, e apriti cielo, l’intera casta della magistratura spalleggiata dalle opposizioni dichiara guerra per l’attentato alla sua autonomia. La discussione sul metodo è legittima ma nel merito dobbiamo essere onesti con l’opinione pubblica, la Corte dei Conti non viene mica smantellata per far posto a ladri e furbetti di tutti i tipi.

Ricordate i vari decreti contiani della lunga catena dei Sostegni? Discutibili nel merito, ma servivano per una popolazione stremata dal Covid. Poi abbiamo scoperto che c’erano centinaia di sottodecreti attuativi e che molta gente non era stata ristorata perché non aveva capito neanche come fare per avere i soldi.

Mutatis mutandis un problema simile si pone ora con i soldi del Pnrr, che pure l’Europa ha stanziato per combattere gli effetti della pandemia.

Nelle tante interviste-sondaggio che il nostro Settimanale ha fatto nel mondo delle Pmi, uno dei temi più sentiti è proprio l’eccesso delle norme e il senso di ostilità verso lo Stato per le tasse e le dinamiche della giustizia tributaria.

Il Leviatano di Hobbes, nato per controllare le pulsioni altrimenti ingovernabili dell’umano, ormai si va digitalizzando e il povero cittadino-imprenditore non può essere più un eterno signor K perso nel castello kafkiano della burocrazia assassina.