L'editoriale

Un paese del Grillo

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E’ proprio vero, nel nostro paese a qualcuno tutto è concesso, a qualcun altro come in uno specchio rovesciato praticamente un bel niente. Basta avere a favore il vento del mainstream e solcare con la barca dell’ego il mare dell’autodefinita superiorità di sinistra che tempeste non ce ne saranno.

Qualche critica velata, qualche finto sdegno, qualche contro battuta, e tutto finisce nella normalità. Pensate all’ospitata di Grillo da Fazio, dopo 9 anni di assenza dalla tv dell’ex fondatore del grillismo, a carte e salotti rovesciati. Sarebbe venuto giù il mondo, l’opposizione avrebbe chiesto anche il licenziamento degli addetti al guardaroba.

L’ex comico ha difeso nel tempio del politically correct in primis se stesso attraverso la retorica peggiorativa (ho fallito, ho rovinato un paese), poi le misure bandiera, reddito di cittadinanza e superbonus al 110%. Stoccate a Conte e Di Maio, attacco esplicito alla Bongiorno, legale della ragazza che accusa di violenza sessuale suo figlio Ciro.

Per la metafora del lupo il povero Giambruno è stato linciato per un mese, adesso dove sono le femministe de noantri? Per una frase di papà La Russa si invocarono le dimissioni dalla Presidenza del Senato, e per questa interferenza di papà Grillo (già perdonato per un video quantomeno giustificazionista) che si fa? Silenzio, sì certo, perché dal buon Fazio narratore radical stellato tutto si colora di pastello.

Ma veniamo ai temi economici, in quale paese occidentale un leader va in tv e difende con l’astuzia del contrario provvedimenti che hanno davvero affossato l’Italia (insieme a molto altro, certo)? Tra reddito e bonus edilizio le perdite dello Stato superano i 100 miliardi di euro.

Il Presidente di Confindustria Bonomi, calcoli alla mano, lamenta che nella legge di bilancio non ci sono soldi per la crescita, che si è pensato troppo ai lavoratori e poco alle aziende. Ha ragione secondo molti, non ha ragione secondo il Ministro Urso, titolare specifico di imprese e Made in Italy, ma al di là della dialettica politica bisogna dire che le analisi economiche della nostra congiuntura, tutte le analisi, non possono prescindere da alcune considerazioni sul cosiddetto contesto.

E nel contesto, oltre al Covid e alle guerre, bisogna mettere quanto è costato il welfare ideologico dei pentastellati e la politica monetaria della Bce, che si è accorta tardi dell’inflazione e che per combatterla con la sola arma dei tassi di interesse ci sta mandando in recessione.

Considerazioni troppo denotative per uno show dove tutto diventa spettacolo, e dunque pura connotazione, ma soprattutto dove tutto è concesso, solo perché si è sulla stella cometa giusta.