Finanza e Risparmio

«Alle imprese servono banche buone e vicine»

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di Leopoldo Gasbarro

Un modello caratteristico del mondo bancario italiano è quello del credito cooperativo. Uno dei gruppi più importanti è Iccrea Banca. Una formula di successo che ingloba tradizione e radicamento sul territorio…

Credo che la specificità dei gruppi bancari cooperativi sia che le singole banche sono davvero radicate nei territori in cui sono insediate. Il gruppo le raccoglie e ha il compito di fare per loro le attività di sintesi con riferimento all’individuazione dei prodotti e dei servizi.

Abbiamo attraversato un periodo in cui sembrava che la tecnologia la facesse da padrone, invece quello che è successo durante la pandemia ci ha aiutato a riscoprire un rapporto umano che oggi è probabilmente più forte. Che ne pensa?

Concordo totalmente. Sembra un ossimoro: nel periodo del Covid, in cui le persone non hanno avuto la possibilità di entrare in contatto diretto con il resto dell’economia, della socialità, quel bisogno è apparso più forte che nel passato. Finita la pandemia, i rapporti diretti tra le persone e le istituzioni sono persino aumentati. Noi rappresentiamo perfettamente questo sentimento: il credito cooperativo ha da sempre la capacità di avere luoghi, filiali o sedi delle banche nei vari territori, in cui i clienti possono confrontarsi con qualcuno di cui si fidano, per ragionare dei propri investimenti e delle preoccupazioni, di scegliere dove mettere il risparmio accumulato piuttosto che il finanziamento più adatto, insomma, persone con cui parlare. Durante il lockdown questa relazione si è affiancata a una tecnologia sviluppatasi velocemente per il bisogno di lavorare a distanza. Terminata la pandemia, le persone continuano ad andare nelle filiali per avere quei consigli e quella consulenza.

Lei dice: conosciamo le famiglie, è un elemento determinante. Conoscendo le famiglie, conoscete anche gli imprenditori.

Sì, le conosciamo molto bene, perché credo che la nostra Banca di credito cooperativo più giovane abbia vent’anni, le altre ne hanno anche 100, 110. Quei cittadini, quando sono nati, avevano quella banca di credito cooperativo nel loro territorio. Hanno fiducia nel decidere assieme al consulente ma decidono in piena autonomia.

Come risponde a chi, anche a livello politico, usa le banche per demonizzare un sistema che magari ha qualche colpa, però spesso e volentieri diventa il capro espiatorio di qualunque situazione?

Le colpe ci sono perché in tutte le industrie c’è chi ha lavorato male e auspico che ne paghino le conseguenze. Ma nel complesso l’industria bancaria è un supporto determinante perché senza una banca il Paese non si sviluppa. Credo che ci sia da essere felici di un sistema bancario solido come quello italiano. L’economia ha bisogno di banche buone e vicine. Il credito cooperativo presta un quinto dell’intero credito che le imprese artigiane ottengono dal sistema bancario. Ci vogliono le strutture per incontrare il piccolo artigiano e la famiglia. E la nostra distribuzione territoriale così ampia, 2.400 sportelli in tutta Italia, fa sì che per quelle famiglie, quelle imprese, sia facile recarsi in banca per affrontare le proprie esigenze.