Finanza e Risparmio

Adesso serve fiducia per rilanciare le polizze

Scritto il

di Massimiliano Volpe

Tra qualche settimana i 353mila risparmiatori che hanno sottoscritto una polizza vita da Eurovita, potranno tirare un sospiro di sollievo e tornare a disporre dei propri risparmi.

Le maggiori compagnie italiane Allianz, Generali, Intesa Vita, Poste Vita e Unipolsai hanno creato una nuova società, la Cronos Vita, che a brevissimo acquisterà la compagnia milanese commissariata lo scorso febbraio, intestandosi le polizze stipulate dai clienti per procedere, successivamente, a uno spacchettamento.

A sbloccare la situazione alla fine di giugno ha contribuito la disponibilità dei grandi istituti di credito a fare da “garanti” alle piccole banche distributrici delle polizze Eurovita. Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Bper, Mps, Crédit Agricole e Mediobanca, metteranno a disposizione un prestito ponte di circa 6 miliardi  per coprire le eventuali richieste di riscatto, pari al il 70%, dei 9 miliardi di polizze a capitale garantito vendute da Eurovita.

Per consentire l’ordinato trasferimento delle polizze alla newco Cronos, l’Ivass ha prorogato fino al 31 ottobre il blocco dei riscatti da parte dei clienti.

Cosa insegna il caso Eurovita

«Eurovita è un’assicurazione indipendente che distribuiva i propri prodotti attraverso accordi commerciali con molteplici banche. Il modello è stato esteso in modo forse esasperato rispetto alla consuetudine dell’accordo commerciale con una o due banche e questo, alla lunga, ha contribuito a generare le difficoltà. A mio parere, è stata anche questa una delle ragioni del suo tracollo. Un sistema di accordi così esteso ha generato una complessità operativa crescente che a un certo punto non ha retto» ha affermato Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting.

Adesso serve fiducia

Gli italiani sembrano essere sfiduciati verso il mondo delle polizze vista la frenata dei nuovi premi registrata nella prima parte dell’anno. «La mancanza di fiducia si è trasmessa un po’ a tutto il comparto assicurativo e della distribuzione di prodotti di bancassurance. Oltre che attraverso la risoluzione dei problemi di Eurovita che, sotto la guida di Ivass oramai sembrano indirizzati, tornerà la fiducia nel comparto se a mio avviso si farà leva su uno storytelling che spieghi ai clienti come il caso Eurovita è stato un unicum, espressione di un modello vecchio e poco efficiente, e come il settore della bancassurance nel nostro Paese ha già da tempo virato verso un modello più solido ed efficiente per la clientela».

«Il fatto che le vendite di alcune tipologie di polizze – spiega Primanni – siano in frenata nella prima parte del 2023 può essere solo in parte attribuito al caso Eurovita. Credo che un peso maggiore vada assegnato a ragioni di mera opportunità finanziaria.

I prodotti assicurativi, se è vero che hanno il vantaggio di essere impignorabili, insequestrabili e non rientrare nell’asse ereditario – il che è un motivo fondamentale della loro appetibilità – d’altra parte va detto che oggi danno rendimenti minimi; il loro valore è spesso limitato a poco più della sola conservazione del capitale. La Bce ha continuato a far salire il costo del denaro portandolo al 4,25% e i titoli di Stato danno rendimenti che possono arrivare ben oltre quanto riescono a garantire le polizze. I clienti hanno capito bene tutto questo e si muovono di conseguenza».