Finanza e Risparmio

Spinta al Made in Italy

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È da qualche tempo che a Palazzo Chigi si sta ragionando su come sostenere la crescita delle imprese. Rendere più favorevole il quadro normativo per accedere alla Borsa, come si propone il Ddl Capitali, va bene, ma occorrono anche interventi più mirati.

Istituire un fondo sovrano che investa direttamente nel capitale delle imprese è l’obiettivo del disegno di legge sul Made in Italy che punta a stimolare la crescita e a consolidare le filiere strategiche nazionali (la dotazione iniziale sarebbe di 1 miliardo). Ma intervenendo alla kermesse organizzata da Assonext in Borsa italiana lunedì 5 giugno, il sottosegretario al Mef, Federico Freni, ha lanciato anche un’altra idea: bonus fiscali a chi compra Pmi. E questo in base al principio, ha detto Freni, che l’investitore che investe in una Pmi italiana per far crescere il Paese ha diritto a un supporto fiscale migliore rispetto a chi compera un titolo speculativo.

Dunque, il Tesoro starebbe pensando a un incentivo fiscale per chi fa la prima scelta. Allo stesso tempo, sempre Freni, che è intervenuto anche alla conferenza stampa per l’avvio del road show quotazioni nel Sud Italia, ha spiegato che un sistema economico non può prescindere dallo sviluppo del suo mercato dei capitali.

Non capita spesso che un rappresentante del governo riconosca pubblicamente l’importanza della Borsa. Solo che ad oggi non è chiaro il quadro degli strumenti che si intendono usare nella pratica e se esistono sufficienti coperture di bilancio e vi sia compatibilità con le normative europee sugli aiuti di stato (questo soprattutto per il fondo sovrano nazionale) ma probabilmente i ragionamenti all’interno del Mef e del Mimi su questo fronte sono solo all’inizio così come l’iter parlamentare dei due Ddl, Capitali e Made in Italy.

Intanto, l’unico fondo d’investimento pubblico operativo, oltre a quello strategico nazionale gestito da Cdp, si chiama proprio “Cresci al Sud” e ha una dotazione di 250 milioni di euro per investire in società con promettenti prospettive di sviluppo (soprattutto start up) e di piccole dimensioni che operano in particolare elle aree del Mezzogiorno. Nato nel 2020, lo strumento, che fa capo a Invitalia, è diventato operativo solo nell’ultimo periodo e non è escluso che la sua strategia inglobi anche percorsi di selezione e sostegno alla quotazione.