Inchieste

Allarme mutui: scudo e moratorie in scadenza

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di Veronica Schiavone

Prestiti double face per famiglie e imprese. La crisi energetica, il caro materiali, le tensioni geopolitiche per il conflitto in Ucraina spingono gli italiani ad indebitarsi sempre più. Ma se per le imprese, nonostante l’aumento tra giugno e settembre di 125 punti base dei tassi Bce, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento continua ad attestarsi a quota 1,86% (dati Abi relativi al mese di settembre, ad agosto il tasso era dell’1,45%), per le famiglie le cose vanno peggio.

Secondo gli ultimi dati del rapporto mensile Abi il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è stato a settembre del 2,17% (2,07% ad agosto) ma la vera impennata si avrà in queste mese con tassi che ormai marciano pericolosamente verso quota 4-5% per i mutui a tasso fisso.

Per uscire da questa fase di stallo, il governo Meloni ha confermato, ma solo per il mese di dicembre, lo scudo statale sui mutui prima casa delle giovani coppie, degli under 36, delle famiglie monogenitoriali con figli minori e degli inquilini degli alloggi Iacp.

Tutti soggetti fragili e meritevoli di tutela che, secondo il meccanismo ideato dal decreto Sostegni bis del 2021 (dl 73) ma inceppatosi negli ultimi mesi proprio a causa delle tensioni internazionali, se hanno un Isee non superiore a 40 Mila euro, possono andare in banca e chiedere un mutuo con garanzia statale all’80% anche qualora il tasso praticato dall’istituto di credito superi il Tasso effettivo globale medio (Tegm) pubblicato ogni tre mesi dal Tesoro e che rappresenta il parametro di riferimento per calcolare la soglia di usura.

Tale tetto per il trimestre ottobre-dicembre 2022 è stato fissato dal Mef al 3,20% per i mutui a tasso fisso e al 2,64% per quelli a tasso variabile, ma nella pratica inizia a essere superato dalla maggior parte delle banche che stanno proponendo alla clientela mutui a tasso fisso con interessi insostenibili per i giovani e le giovani famiglie, sempre più dirottati sui mutui a tasso variabile, molto più aleatori viste le turbolenze dello scenario macro-economico.

Con un emendamento al decreto legge Aiuti ter, approvato dall’aula della Camera, il governo Meloni ha provato a rilanciare la misura. Lo scudo statale della garanzia dell’80% del capitale potrà essere riconosciuto anche qualora, come sta accadendo in questi mesi, il tasso d’interesse chiesto dalla banca sia superiore al Tasso effettivo globale medio. Ma tale chance sarà per il momento attiva solo a partire dal 1° dicembre e durerà solo fino a fine anno. Il governo, infatti, ha deciso di non far riattivare lo scudo da subito, ma per dare tempo alle banche di adeguarsi, ha posticipato la ripresa dell’operazione al 1° dicembre. La conseguenza è che ora gli under 36 e le giovani coppie dovranno aspettare quasi un mese per accendere un mutuo a tasso agevolato. E avranno solo un mese di tempo per farlo (entro il 31 dicembre) a meno che la misura, come tutti si augurano, non venga prorogata anche per il 2023.

Le imprese invece, che, rispetto alle famiglie, possono contare su un ventaglio di prestiti molto più variegato e spesso legato all’ammodernamento dell’azienda per il momento stanno a guardare. Ma il rischio che anche loro, come i privati, possano restare vittime di una stretta creditizia è reale. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, martedì ha lanciato l’allarme ribadendo la richiesta all’Ue di una nuova moratoria per i prestiti. “In Italia c’e’ un livello patrimoniale delle imprese un po’ piu’ debole rispetto ai Paesi europei e per questo si fa piu’ affidamento ai prestiti bancari. E’ bene riprendere le moratorie che sono scadute il 31 dicembre scorso”, ha spiegato, “perché solo allungando i tempi si dà respiro alle famiglie e alle imprese che ne hanno bisogno”. Il messaggio è stato lanciato forte e chiaro. A Bruxelles il compito di coglierlo senza perdere ulteriore tempo prezioso.