Inchieste

Dalla preistoria al futuro, la super-alga che fa bene a tutti

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di Roberta Favrin

Era presente nella preistoria del mondo, potrebbe rappresentare il cibo del futuro. Stiamo parlando della spirulina, micro-alga che cresce in condizioni altamente alcaline e di elevata intensità luminosa. Caratterizzata dal colore verde-blu della clorofilla e della ficocianina (proteina con proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti), ha un’eccezionale contenuto proteico – fino al 60-70% sul peso secco – di qualità elevata, cui si aggiungono vitamine del gruppo B ed E, minerali e Omega6.

A Oristano ha sede il principale produttore italiano e uno dei più grandi in Europa, si chiama LiveGreen. Nata nel 2017 come start up innovativa, oggi è un’azienda agricola che fa ricerca ad alto livello e coltiva 12 tonnellate di spirulina biologica all’anno. Gli addetti sono una quindicina tra ingegneri, biotecnologi, biologi e operai dedicati all’impianto di Arborea. Si tratta di 7mila metri quadrati di serre con una tecnologia «che garantisce la massima qualità del prodotto e il massimo risparmio di risorse ambientali», spiega Gabriele Cipri, che ha contribuito a fondare la società ed oggi è uno degli amministratori. Partiamo dal contenuto: perché è così speciale la spirulina?

«È l’ingrediente con la più alta percentuale proteica di qualsiasi altro alimento a base vegetale o animale; è l’unica fonte di proteine vegetale a contenere tutti gli 8 aminoacidi essenziali e 10 aminoacidi non essenziali della carne; inoltre è naturalmente ricca anche di vitamine e minerali, senza allergeni o altre controindicazioni. È in assoluto la proteina più vantaggiosa per la salute dell’uomo e del pianeta». Cipri lo spiega, snocciolando cifre e percentuali.

L’impianto è stato studiato per allevare la microalga con il minore dispendio di acqua: quella presente nelle vasche non viene “bevuta” dalla pianta, viene addizionata di nutrimenti che garantiscono la crescita, poi microfiltrata e reimmessa nel processo. A conti fatti per produrre un chilo di proteina da spirulina servono 2.000 litri d’acqua, per lo stesso contenuto di proteina da carne bovine ne servono 50 volte di più. Poi c’è il terreno. A parità di suolo occupato, le proteine prodotte dalla spirulina sono 200 volte superiori all’allevamento bovino. Anche il bilancio della CO2 è nettamente a favore della microalga: assorbe 3 kg di anidride carbonica per ogni chilo di proteina prodotta, al contrario della carne che ne emette 300 chili.

Trasformata in microspaghetti o polverizzata, la microalga è già utilizzata per preparazioni alimentari, dai biscotti alla pasta al pane carasau. Ora LiveGreen si prepara “al salto”: produrre una farina di proteine della spirulina “neutra”, inodore e incolore. «Abbiamo già messo a punto il processo e siamo alla fase dell’industrializzazione – annuncia Cipri – stiamo valutando partnership con aziende del settore alimentare con le quali costruire una vera e propria filiera, dalla materia prima al prodotto finito».

Nel frattempo la società sta fornendo la sua expertise per la realizzazione di impianti di coltivazione tra Italia, Arabia Saudita, Australia e Usa. Due sono già in funzione in Etiopia e in Kenia, a favore di missioni salesiane. Proteine di qualità per sfamare il pianeta, con tecnologia “orgogliosamente” italiana.