Inchieste

«La nostra cultura non è ancora pronta»

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di Roberta Favrin

Piercarlo Grimaldi è un profondo conoscitore della cultura e della tradizioni contadine e popolari. Ha insegnato Antropologia culturale, Etnografia, Etnologia e Storia delle tradizioni popolari all’Università di Torino e all’ateneo del Piemonte Orientale. Antropologia culturale e Antropologia e memoria all’Università degli Studi di scienze gastronomiche di Pollenzo-Bra, di è stato anche rettore dal 2011 al 2017. Dal 1993 dirige la collana “Documenti e ricerche di etnologia europea”, pubblicata dalla casa editrice Omega di Torino. Insieme a Carlo Petrini e a Davide Porporato ha costituito i cosiddetti “Granai della memoria”, progetto scientifico e didattico di archiviazione multimediale di storie di vita.

LItalia è famosa in tutto il mondo per la sua cucina tradizionale che ora ambisce al riconoscimento Unesco, già ottenuto dalla Dieta Mediterranea. Gli italiani sono pronti a nutrirsi di alimenti a base di insetti?

Credo che il nostro profilo culturale, quello ci identifica come popolo e in cui ci riconosciamo, rappresenti un ostacolo all’incontro con questo tipo di alimenti. La filosofia del cibo “buono, pulito e giusto” lanciata da Carlo Petrini, che molto si è affermata nel pensiero e nella sensibilità comune, a mio avviso oggi non è pronta a includere questo tipo di esperienze e non lo sarà a breve. Immagino che accadrà quando dovremo spartirci il pane con chi non ce l’ha e non ha la possibilità di procurarselo, perché le risorse della Terra non basteranno più per tutti.

Nel nostro passato recente ci sono esempi di cibi border line”?

Durante la seconda guerra mondiale e nel primo dopoguerra in inverno si mangiavano i gatti, animali domestici portatori di valori affettivi. C’era l’urgenza di sfamarsi, ma non solo e non sempre. Ricordo che da coscritti spesso ci si invitava a cena per mangiare il coniglio, un cibo della festa, salvo scoprire alla fine del pasto che si era mangiato il gatto. In Piemonte c’è anche il detto popolare “gat rustì” (gatto arrostito) che si dice di persona che cade facilmente in inganno.

Tra i formaggi tipici del Piemonte, ora vietati dalle normative sulla Haccp, c’è il “brus”, che fermenta con le larve di mosche, e ne esiste un tipo anche in Sardegna. Il colorante rosso E120 presente in tanti cibi e bevande si ottiene dalle cocciniglie, una famiglia di insetti della stessa sottoclasse delle coccinelle. Ne abbiamo mangiato in abbondanza fin da bambini, inconsapevolmente.

Secondo un’indagine condotta dall’Università di Bergamo (1.170 individui rappresentativi della popolazione italiana) un italiano 1 su 3 sarebbe propenso a consumare insect food, ma le donne sono le più scettiche. Il genere influisce sulle scelte alimentari?

Le donne italiane sono tradizionalmente le custodi dell’affettività familiare, la preparazione del cibo è un dono e il momento della condivisione è la gratificazione che ripaga il lavoro. Forse intravvedono nei nuovi cibi un minus: cucinare insetti è meno appagante e meno “nobile” rispetto alla laboriosa preparazione di un agnolotto al plin.

Lesplosione dei consumi di cibo vegano è un viatico allaffermazione del cibo coltivato in laboratorio?

Antropologicamente l’uomo si afferma quanto più si distanzia dalla sfera animale. Il rifiuto di cibarsi di qualsiasi cosa abbia matrice animale si può leggere su questa traiettoria. Credo però che a molti non piaccia la sostituzione della Terra con l’artificiale. Se penso al cibo sintetico, la prima associazione che faccio non è certo con qualcosa di buono ma con un “farmaco”.

Le ricette del Cnr a base di meduse

In Europa non sono ancora autorizzate per uso alimentare. In Cina e nel Sud-est asiatico, le meduse sono un piatto tradizionale fonte di proteine, povero di calorie e grassi, con elementi come aminoacidi, magnesio e potassio e proprietà antinfiammatorie. Così, l’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del CNR ha raccolto già nel 2021 nel volume “European Jellyfish CookBook”, curato da Antonella Leone.  le prime ricette “stellate” in stile occidentale sulle meduse: marinate o in carpaccio, con falso caviale, o nelle zuppe abbinate con pasta o noodles. Leone indaga le caratteristiche biochimiche, nutraceutiche e nutrizionali delle meduse mediterranee ed europee per promuoverne l’utilizzo in campo alimentare, studiando nuovi processi alimentari che eliminino composti tossici come l’allume, presente in Asia.