Inchieste

MindAhead, diagnosi precoce con l’AI

Scritto il

di Niccolò Gramigni

Un italiano, un austriaco, un tedesco, uno svizzero. E non è l’inizio di una barzelletta ma piuttosto l’avvio di un’avventura che ha portato un’azienda di Siena, la MindAhead, ad entrare nel programma di accelerazione finanziaria di Intesa Sanpaolo, l’Elite lounge.

L’azienda è stata fondata da Pasquale Fedele, ingegnere di 49 anni: ha una sede anche a Berlino e ha come soci l’austriaco Manuel Kraus, la tedesca Nina Kiwit, lo svizzero Patrick Fissler.

Il business è lo sviluppo di uno strumento digitale per la diagnosi precoce e il trattamento digitale del decadimento cognitivo. La MindAhead ha sviluppato la prima piattaforma digitale terapeutica il cui obiettivo, come spiegato da Fedele, «è prevenire o rallentare il declino cognitivo in modo da evitare l’insorgenza della demenza e migliorare la qualità della vita dei pazienti».

L’applicazione digitale è progettata dunque per avere una qualità della vita migliore, il tutto è correlato alla salute e all’alfabetizzazione sanitaria: inoltre vuole supportare la gestione della salute del cervello e il cambiamento dello stile di vita legato ai fattori di rischio. La soluzione diagnostica impiega l’intelligenza artificiale per identificare e raggruppare i pazienti a rischio idonei per il programma di terapia digitale. MindAhead offre un programma terapeutico di tre mesi basato su interventi di attivazione comportamentale e tecniche ed esercizi di miglioramento della salute cognitiva.

«Le funzionalità della piattaforma sono due – ha affermato Fedele – La prima è monitorare la diagnosi precoce e il target è il paziente al primo sintomo, in modo da poter intervenire il prima possibile: se non perdiamo tempo nel 40% dei casi riusciamo a rallentare o fermare certi tipi di patologie. Poi naturalmente c’è la parte terapeutica, adattata al paziente: si trovano informazioni sull’utente, sulle sue abitudini, qual è lo stato di partenza.

Ad oggi l’azienda lavora, naturalmente, con gli ospedali ma anche con i medici di base ed ha un fundraising attivo per potersi espandere: del target di tre milioni di euro, sono stati raccolti 700mila euro in pre-seed, con l’obiettivo di 2,3 milioni a fine anno.

«Io penso che in futuro ogni farmaco sarà associato a un digital therapeutics – ha aggiunto – Noi adesso lavoriamo sul decadimento cognitivo ma in futuro ci piacerebbe ampliare la zona d’azione. Penso ad esempio a malattie neurodegenerative, alla Sla, potremmo dare un bel contributo».

L’azienda è stata fondata ad inizio 2022, in piena pandemia, e in un anno i passi fatti sono stati tanti. La tecnologia è apprezzata perché, ha chiarito Fedele, «il medico monitora il paziente attraverso la dashboard e il paziente segue tutto attraverso un’applicazione. Nella stessa app c’è poi un collegamento col sistema sanitario nazionale, con le aziende farmaceutiche, con l’assicurazione perché specialmente fuori dall’Italia l’aspetto assicurativo è molto importante».

MindAhead d’altronde parla europeo perché lavora in diversi Paesi e il team è composto da dieci persone di cinque nazioni diverse: oltre a Italia, Austria, Germania e Svizzera ci sono anche lavoratori che provengono dall’Ungheria.

Il collegamento tecnologia-intelligenza artificiale-malattie viene da lontano. Fedele ha alle spalle esperienze in altre aziende nell’ambito del Digital Health. Una di queste è ‘Brain control’, che ha creato un dispositivo in grado di comunicare con i pazienti completamente paralizzati, a causa ad esempio di malattie come la Sla o di traumi da incidenti.