Inchieste

Turismo di Pasqua: anno d’oro tra fondi e arrivi record

Scritto il

di Giorgio Costa

Da Rimini a Napoli passando da Roma (con previsti 400mila arrivi) si va verso il tutto esaurito per le festività pasquali, così come per il ponte del 25 aprile.

In Italia, al 2 aprile – come emerge dall’indagine realizzata da Cst per Assoturismo Confesercenti, su un campione di 1.703 imprese italiane della ricettività – erano già state prenotate quasi 7 camere su 10 e l’aumento di turisti nel nostro Paese sembrerebbe trainato dalle presenze straniere: nel fine settimana pasquale, infatti, se ne aspettano 3,3 milioni, il 49% del totale e il 12,1% in più rispetto allo scorso anno. Anche la domanda da parte dei turisti italiani, che per ora è stimata a 3,4 milioni di presenze, potrebbe riprendere quota.

«Continua la fase di ripresa del turismo italiano – spiega il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina – e torniamo finalmente ad accogliere i turisti stranieri che a Pasqua rappresentano quasi la metà delle presenze totali in Italia. Una tendenza decisamente positiva che ci fa ben sperare per i ponti di primavera e il prosieguo del 2023. Ancora una volta il turismo dimostra di essere fondamentale per la crescita dell’intera economia italiana: va considerato un settore strategico, al centro dell’agenda politica ed economica».

Per Federalberghi saranno circa 11,5 milioni gli italiani in viaggio e il 95,6% di loro resterà in Italia. Le mete preferite per i viaggiatori che resteranno in Italia saranno il mare (31,6%), le località d’arte (30,8%), la montagna (17,6%) e, a seguire, i laghi (5%) e le località termali (1,3%). Per coloro che invece si recheranno all’estero (4,4%), vincono le grandi capitali europee (68,2%), seguite da quelle extraeuropee (13,6%), dalle località marine (9,2%) e dal viaggio in crociera (4,5%). L’alloggio preferito sarà la casa di parenti e amici (26,4%); segue l’albergo con un 24,8%, i bed & breakfast (23,6%) e le case di proprietà (13%). La vacanza avrà una durata media di 3,6 notti e la spesa media pro capite sostenuta (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti), sarà pari a 535 euro. Chi resterà in Italia spenderà mediamente 521 euro, mentre spenderà di più chi trascorrerà la vacanza oltre confine (792 euro).

Si scaldano i motori del turismo 2023 per la Penisola, che si avvia a festeggiare un’annata d’oro grazie anche al sostegno di una mole consistente di investimenti. Sono, infatti, ottime le previsioni per gli arrivi e le presenze dell’anno in corso. Secondo l’istituto Demoskopika saranno oltre 442 milioni le presenze con una crescita del 12,2% rispetto al 2022 ma soprattutto raggiungeranno il valore più alto di sempre. Quanto agli arrivi, se ne potrebbero registrare quasi 127 milioni – terzo dato più elevato, il livello massimo fu nel 2019 con 131 milioni seguito dal 2018 con 128 milioni – con una crescita dell’11,2% sull’anno scorso. Numeri che finiranno per trainare la spesa turistica che, in valore assoluto, sfiorerebbe la soglia degli 89 miliardi di euro con una crescita stimata del 22,8% rispetto al 2022. A scegliere l’Italia – sempre secondo Demoskopika – per le vacanze sarebbero quasi 61 milioni di stranieri, pari a poco meno della metà del dato complessivo degli arrivi previsti, generando 215 milioni di pernottamenti.

Ma chi parte  a Pasqua deve fare i conti con i rincari de trasporti: «Il trasporto ferroviario registra aumenti del 4,9% su base annua, mentre i voli nazionali sono rincarati rispetto allo scorso anno addirittura del 71,5%, quelli internazionali segnano invece +59%»,  spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi.

Un 2022 in forte recupero

Intanto, per rimanere ai dati ufficiali e acquisiti, per l’Istat i primi nove mesi del 2022 segnano un forte recupero per il settore turistico, ma le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono ancora circa 39 milioni in meno rispetto al 2019 (-10,3%). Il bilancio del periodo gennaio-settembre si chiude, infatti, con circa 174 milioni di presenze di clienti italiani e 164 milioni di clienti stranieri: un sostanziale riequilibrio delle due componenti della domanda ma con un calo rispettivamente del 6,7% e del 13,8% rispetto al 2019. Le presenze negli esercizi extra-alberghieri sono tornate ai livelli pre-pandemici (136 milioni nei primi 9 mesi del 2022 contro i 139 milioni dello stesso periodo del 2019); negli esercizi alberghieri mancano ancora circa 35 milioni di presenze. La ripresa degli spostamenti turistici nei primi nove mesi del 2022 è stata trainata dalle vacanze brevi, con soggiorni da una a tre notti, che registrano un incremento del 46,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel primo semestre 2022, nell’industria turistica allargata mancano all’appello ancora 88mila occupati (-4,4%) rispetto al 2019 quando il settore ne contava quasi 2 milioni (circa il 7% dell’occupazione dei servizi).

Ad oggi – secondo l’Osservatorio EY Future Travel Behaviours – non si registra un impatto rilevante dell’inflazione sulle scelte di viaggio degli italiani, pur tuttavia emerge un potenziale rischio con circa il 65% del campione che ridurrebbe la durata e/o il numero di viaggi nel caso di un calo del proprio potere di acquisto.

Il turismo vale il 9,4% del Pil

I dati di Pambianco ci dicono che per l’Italia il turismo vale circa il 9,4% del Pil generando un volume d’affari di 197 miliardi e dando lavoro a 2,9 milioni di addetti che valgono il 12,5% del totale degli occupati. L’imponenza di questo settore economico si deve all’enorme patrimonio artistico e naturalistico italiano. Nel 2020 si contano 4.265 musei e istituzioni similari aperti, pubblici e privati: 3.337 musei, 295 aree archeologiche e 633 monumenti o complessi monumentali. I Comuni italiani che ospitano almeno una struttura a carattere museale sono quasi 2.400. Vi sono, poi, migliaia di luoghi di culto, borghi medievali, palazzi e residenze di interesse storico disseminati su tutto il territorio nazionale. L‘Italia risulta il Paese con maggiori siti riconosciuti patrimoni dell’umanità dall’Unesco. Considerando che, a inizio 2022, si contano 1.154 Patrimoni dell’Umanità in 167 Paesi, l’Italia, che rappresenta lo 0,2% delle terre emerse, possiede il 5% dei siti Unesco.

Nei primi 8 mesi del 2022 il turismo ha generato entrate per 21,3 miliardi (+22,7%) e parallele uscite per 12,6 miliardi (+11,2%). Nel 2022, l’Italia è stata la terza meta turistica europea preceduta da Francia e Spagna e la quinta a livello mondiale (ma era al primo posto negli anni ’70 del Novecento) con a disposizione oltre 32mila alberghi di cui il  91% ha meno di 20 addetti e rappresenta il 43% del fatturato totale laddove il  2% delle imprese ha più di 50 addetti e fatturano il 36% del totale. A riprova del fatto che il settore alberghiero è ancora molto frammentato e sarà destinatario di molteplici finanziamenti finalizzati proprio al rafforzamento strutturale. E complessivamente il mondo del turismo è al centro di molteplici iniziative di sostegno.

I fondi a sostegno del turismo

Il ministero del Turismo e la Bei hanno lanciato un fondo tematico per il settore da 500 milioni di euro, grazie alla firma di un accordo di finanziamento con il Mef per la creazione di un Fondo di Fondi nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) a sostegno del turismo sostenibile e della rigenerazione urbana. La Bei convoglierà questi fondi alle imprese attraverso gli intermediari finanziari Equiter, in collaborazione con il gruppo Intesa Sanpaolo, e Banca Finint, in collaborazione con Finint Investments SGR e con Sinloc.

«Un fondo che consentirà di finanziare gli investimenti finalizzati alla sostenibilità ambientale, all’innovazione e alla digitalizzazione»,  ha dichiarato la ministra del turismo Daniela Santanchè. Un sostegno che incentiverà la crescita e rafforzerà la competitività delle imprese dell’industria turistica italiana.

«Ma anche la testimonianza ulteriore di quanto il Governo sia impegnato a rilanciare un settore così vitale per la nostra economia». «Grazie al Fondo tematico per il turismo, la Bei, in qualità di banca del clima dell’Ue, sosterrà imprese e servizi che mirano, tra l’altro, a promuovere la transizione verde del settore turistico con 500 milioni di euro provenienti dal Pnrr», ha aggiunto Gelsomina Vigliotti, vicepresidente Bei.

Le imprese del settore turistico che investono in riqualificazione energetica e antisismica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale potranno presentare le domande, entro il 20 aprile, per accedere ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati – messi a disposizione dal Fondo rotativo per il turismo promosso dal ministero del Turismo gestito da Invitalia e a cui partecipano Abi e Cassa depositi e prestiti – che valgono 1,38 miliardi e sono a favore di imprese alberghiere, agriturismi, strutture ricettive all’aria aperta, imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici e i parchi tematici.

Infine, disponibile un mix di contributi a fondo perduto fino al 30% della spesa e finanziamenti agevolati alle imprese turistiche per complessivi 780 milioni per gli anni dal 2022 al 2025 a valere sul Fri (Fondo rotativo per il sostegno e lo sviluppo delle imprese). Il fondo gestito dal ministero del Turismo e alimentato con le risorse del Pnrr finanzierà le strutture ricettive impegnate nella riqualificazione energetica e antisismica e nella digitalizzazione.

Alberghi, agriturismi, imprese che gestiscono strutture ricettive all’aria aperta, imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, stabilimenti balneari, complessi termali, porti turistici, parchi tematici, parchi acquatici e faunistici potranno usufruire sia del finanziamento agevolato (risorse stanziate per 600 milioni di euro), sia del contributo a fondo perduto (risorse stanziate per 180 milioni di euro) a patto che la sommatoria di entrambi gli incentivi non siano superiori al 100% delle spese ammissibili. A tale riguardo il soggetto beneficiario dovrà assicurare la copertura integrale del programma di investimento, inclusi i costi necessari ma non ammissibili e l’Iva apportando ulteriori risorse finanziarie non agevolate.

Il saper spendere i fondi disponibili sarà la grande sfida per il turismo italiano, chiamato a rispondere ai cambiamenti del mercato e a puntare su una clientela internazionale di alto livello, a concentrare un settore oggi ancora molto frammentato, che vede la crescita della formula del franchising delle grandi catene internazionali. E ancora, tra i nodi spiccano la difficoltà a reperire risorse umane, gli investimenti nel digitale, la centralità dei temi ESG (si vedano i servizi nella pagine successive). Per non parlare infine del fondamentale tema dell’adeguamento infrastrutturale dei trasporti in Italia. Il fattore tempo è decisivo. Anche perché un grande banco di prova come le Olimpiadi di Milano-Cortina è quasi dietro l’angolo.