Innovazione

Cieli in perturbazione

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di Barbara Millucci

Previsti caos e ritardi nei cieli italiani. Air Defender 23, il più grande evento delle Forze aeree della Nato mai organizzato dalla sua creazione nel 1949, è in corso in Germania fino al 23 giugno. L’esercitazione, unica nel suo genere, è un addestramento sul campo operativo e tattico e serve a rafforzare l’interoperabilità tra le forze alleate e migliorare la cooperazione transatlantica.

Nell’esercitazione sono coinvolti oltre 10mila militari da 25 nazioni (tra cui Germania, Francia e Italia), con 250 jet da combattimento, di cui circa la metà provengono dagli USA (US Air National Guard). L’obiettivo è testare la capacità delle forze militari di difendere il territorio europeo da un attacco aereo.

L’esercitazione vede il coinvolgimento di diversi tipi di jet da combattimento, dal Tornado all’Eurofighter, che voleranno anche a bassa quota. La Luftwaffe, l’aviazione militare tedesca, ha annunciato che la Germania fornirà 30 Eurofighter, 16 Tornado, 5 grandi aerei da trasporto A400M, 3 aerei da rifornimento e 2LJ35, due A-4 e 4 elicotteri leggeri di supporto. Di possibili ripercussioni sul traffico europeo e di eventuali ritardi e disagi si è discusso durante il 79esimo summit IATA (associazione del trasporto aereo) che si è appena concluso ad Istanbul e che ha riunito oltre 300 compagnie aeree, tra cui Airbus e Boeing.

Dovendo simulare lo scenario di un possibile attacco aereo da parte di un nemico ipotetico e testare la capacità delle forze militari di rispondere in modo rapido ed efficace, alcuni spazi aerei potrebbero essere chiusi con ritardi per gli aerei civili.

Spiega in esclusiva a Il Settimanale Rafael Schvartzman (Regional Vice President for Europe IATA). Secondo Eurocontrol, trattandosi di circa 800 aerei che sorvoleranno la zona, il ritardo accumulato sarà di un’ora e più in tutta Europa.

Il problema è che la Ue non ritiene che questa sia una circostanza straordinaria e a oggi non ha ancora tolto le penali previste per il comparto aereo in caso di ritardi.

Insomma un’ulteriore tegola su una realtà messa a dura prova da tante criticità che però ha saputo affrontare. Quest’anno infatti i profitti del settore aereo a livello mondiale dovrebbero raggiungere i 9,8 miliardi di dollari, più del doppio rispetto ai 4,7 miliardi di dollari previsti lo scorso dicembre.

«La maggiore redditività delle compagnie aeree dipende da tanti fattori – ha dichiarato Willie Walsh, Direttore Generale della IATA – la Cina ha eliminato le restrizioni Covid-19 prima del previsto. I ricavi del trasporto merci sono rimasti al di sopra dei livelli pre-pandemia, anche se i volumi non lo sono stati. I prezzi del carburante per i vettori aerei, sebbene ancora elevati, sono rimasti moderati nella prima metà dell’anno. Le incertezze economiche non hanno attenuato il desiderio di viaggiare, anche se i prezzi dei biglietti hanno assorbito i costi elevati del carburante. Dopo le profonde perdite da Covid-19, anche un margine di profitto netto dell’1,2% è qualcosa da festeggiare! Ma con le compagnie aeree che guadagnano in media solo 2,25 dollari per passeggero – continua Walsh – riparare i bilanci danneggiati e fornire agli investitori rendimenti sostenibili sul loro capitale, continuerà a essere una sfida per molti vettori».

Altre spinose questioni sui tavoli della Ue riguardano la riduzione delle emissioni di CO2. La Francia ha vietato voli a corto raggio tra città raggiungibili in treno o bus in meno di 2,5 ore. L’iniziativa, volta ad avere un minore impatto ambientale, si allargherà a macchia d’olio anche ad altri Stati?