La Settimana Internazionale

Musk, Gates, la crisi della politica e il futuro che verrà

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di Silvio Magnozzi

Elon Musk, il patron di Tesla che sogna una colonia umana su Marte, che non si stanca mai di dire la sua – dall’intelligenza artificiale alla politica, dalla crisi demografica al clima – è oggi uno dei leader del Pianeta. Non perché abbia fatto un partito ma per il semplice fatto che il settore della tecnologia (dove Musk è uno degli imprenditori leader) riguarda sempre di più la realtà del Mondo e il suo futuro.

Ricerca, intelligenza artificiale, nuove tecnologie, sono tutti ingredienti sempre più indispensabili nell’agonismo fra i principali Stati del globo. Per citare una rivalità, la più nota e evidente, basta guardare a Cina e Stati Uniti la cui concorrenza oggi riguarda anche le tecnologie, l’informatica e la cyber-sicurezza.

In questo scenario quindi è interessante badare a cosa fa Musk e non solo lui, per la verità, ma anche altri grandi imprenditori come Bill Gates. E qui, guardando alle cronache degli ultimi tempi, emerge un dato piuttosto interessante: fanno tante cose e fra queste incontrano anche leader e capi di Governo.

Partiamo da Elon Musk. Di recente è venuto in Europa dove ha incontrato in Italia Giorgia  Meloni e in Francia Emmanuel Macron (che già aveva visto in precedenza). Prima del suo viaggio europeo di giugno sempre Elon Musk aveva compiuto un viaggio in Cina, accolto con tutti gli onori.

Ed in Cina, di recente, si è recato pure Bill Gates, che ha incontrato niente di meno che il presidente Xi Jinping. Secondo le cronache il presidente cinese avrebbe detto al creatore di Microsoft che il fondamento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti risiede nelle persone e che ci dovrebbero essere varie attività a beneficio di entrambi i Paesi, dei rispettivi popoli e dell’intera umanità. Xi – stando alle notizie arrivate dalla Cina – non avrebbe fornito molti dettagli in merito all’incontro. I due avrebbero sottolineato i benefici di una potenziale cooperazione, con Xi che ha definito Bill Gates suo «vecchio amico».

Questo protagonismo sulla scena internazionale di due figure come Elon Musk e come Bill Gates deve far riflettere su almeno un paio di aspetti che riguardano il presente e il futuro dell’umanità. Le nuove tecnologie e la ricerca informatica sono sempre più centrali nelle vite quotidiane di ognuno di noi. Il dibattito sull’intelligenza artificiale è pane quotidiano in Occidente e non solo. Trattasi di mutamenti veloci i cui effetti vanno calcolati anche sui diritti individuali, sulle opportunità certamente ma anche sugli aspetti critici.

E qui si innesca la seconda riflessione: saranno in grado gli Stati democratici di sapere temperare il diritto con una evoluzione tecnologica così repentina? Ne avranno la forza politica? Oppure no? Qui sta il nodo centrale del mondo di oggi.

Un nodo che vede da una parte imprenditori ricchissimi, geniali e di talento, inseguire le loro imprese e dall’altra gli Stati, che rischiano invece di veder superate le architetture del diritto e delle proprie regole dalla velocità di mutamento e di cambiamento delle tecnologie e della ricerca.

Verrebbe da pensare a come la rivoluzione industriale ha cambiato il nostro mondo in passato, ma il paragone risulterebbe comunque assai pallido. Rispetto alla velocità di innovazione del presente la rivoluzione industriale (vissuta all’epoca come enorme) aveva il passo di una lumaca.