La Settimana Internazionale

Quelle accuse a Elon Musk tra debiti e rivelazioni

Scritto il

di Eleonora Tomassi

 È l’uomo più ricco, ma anche più discusso d’America. E dopo l’acquisizione di Twitter di questo autunno diventa l’uomo più chiacchierato del momento, conquistandosi le prime pagine dei giornali anche oltreoceano. Da Occidente ad Oriente tutti hanno parlato di lui.

Forbes e Bloomberg nel 2021 lo avevano classificato come la persona più ricca del mondo, con un patrimonio netto di circa 250 miliardi di dollari. Tuttavia, un anno dopo è stato scalzato da Bernard Arnault, amministratore delegato del gruppo francese di beni di lusso LVMH e proprietario di marchi come Louis Vuitton e Christian Dior.

Ma Musk non si è esattamente impoverito, anzi mantiene pur sempre la seconda posizione con un patrimonio di circa 178 miliardi di dollari. La sua fortuna si basa in gran parte sule azioni di Tesla, colosso dell’auto elettrica di cui è amministratore delegato e possiede una quota di oltre il 13%. Il valore delle azioni della società è salito enormemente nel 2020, quando la produzione dell’azienda è aumentata e ha iniziato a produrre profitti regolari.

Tuttavia, nell’ultimo anno, quando le azioni Tesla si sono più che dimezzate in Borsa, la stampa non ha perso un secondo a dare la notizia e ad attribuirne la responsabilità alla distrazione data dall’acquisizione di Twitter, pagata 44 miliardi di dollari, circa il doppio del suo reale valore secondo le stime di molti analisti. Eppure, dati alla mano, l’azienda resta il principale produttore automobilistico del Paese.

Anche su Twitter si sono addensate numerose polemiche, dopo la governance imposta da Musk e l’ondata di dimissioni e licenziamenti tra i dipendenti. Anche se lo stesso miliardario, lo scorso sabato ospite al podcast “All-In”, ha ridimensionato lo spettro del fallimento da lui stesso agitato agli inizi: l’esperienza alla guida di Twitter – ha dichiarato – è come andare «sulle montagne russe, ma l’azienda non corre certamente alcun rischio di bancarotta», le spese sono sotto controllo e i costi sono stati ottimizzati.

Ma Twitter, e il suo controverso proprietario, continuano ad essere ancora sulla bocca di tutti anche per un altro motivo. La tempesta di polemiche era iniziata subito per il nuovo Ceo, appena messo piede in azienda. A scatenarla è stato l’inizio delle pubblicazioni dei TwitterFiles, incartamenti di uno scandalo che vede protagonista il figlio del presidente Usa Joe Biden, Hunter Biden, e che Twitter, su richiesta del comitato Biden e con l’aiuto dell’Fbi, avrebbe nascosto per orientare le elezioni presidenziali Usa 2020.

In quel modo Elon Musk ha dato vita a un vero e proprio dibattito politico sulla piattaforma che coinvolge tutti indistintamente, da giornalisti e personaggi politici fino a tutto il pubblico di Twitter. La documentazione interna rilasciata da Musk la notte del 2 dicembre 2022 testimonierebbe di un’operazione di censura online iniziata dalla stessa Twitter –  e seguita poi dagli altri giganti delle BigTech – nei confronti di chiunque potesse rappresentare una minaccia per l’allora candidato democratico alla presidenza nell’autunno 2020.

Un fiume di files tra cui migliaia di email scambiate in quell’autunno tra il comitato di Biden e gli allora funzionari di Twitter. Testi da cui emergono lunghe liste di nomi di persone che si richiede vengano rapidamente oscurate e sospese. Con Twitter che risponde: «Ok, problema risolto». E i relativi account poco dopo risultano effettivamente disattivati.

È guerra ora tra repubblicani e democratici e Musk la segue dalla prima fila come un bel film al cinema.

Scandalo del laptop

Autunno 2020: il giornale “The NewYork Post”, con la giornalista Miranda Devine, pubblica l’inchiesta sui contenuti del pc personale di Hunter Biden di cui è entrato in possesso: email e documenti confermano non solo gli illeciti commessi tra il secondogenito Biden e i funzionari del governo ucraino, ma l’ancor più grave coinvolgimento del padre, al tempo dei fatti vicepresidente di Obama alla Casa Bianca, impegnato nella loro copertura.

Subito dopo la pubblicazione dell’inchiesta, il giornale viene a sua volta sospeso e il link dell’indagine, con i relativi dati e fatti ricavati, bloccato. Ancora più grave la sospensione dell’account dell’allora press secretary dell’amministrazione Trump, Kayleigh McEnany.

Quanto all’Fbi, ha negato ogni addebito e ha bollato coloro che hanno condiviso i file come «teorici della cospirazione», che promuovono la «disinformazione», ma le carte dicono altro: “Twitter Files Part 7”, condiviso dal giornalista Michael Shellenberger, ha rivelato alcuni degli accordi interni tra lo stesso Federal Bureau e il gigante dei social media. In particolare, l’Fbi avrebbe pagato milioni di dollari a Twitter e istruito i suoi dipendenti su come gestire un dump di “disinformazione” riguardante Hunter Biden. «Sono felice di comunicare che abbiamo raccolto 3.415.323 dollari dall’ottobre 2019», ha scritto un dipendente di Twitter del team Safety, Content & Law Enforcement in un’e-mail del febbraio 2021, dimostrando che il denaro è passato di mano tra l’agenzia governativa di polizia federale e il social media. E nella “Twitter Files part 6”, pubblicata dal giornalista Matt Taibbi, è stato rivelato che Twitter agiva di fatto come “filiale” del governo.

Lo scandalo è evidente, eppure nessuno ne parla. Le più importanti testate europee scelgono di non dargli peso e di lasciarlo morire come un gossip che non vende sufficientemente copie per i tabloid inglesi. In Italia però Salvini si espone a difesa di Musk.

I due si chiamano e il ministro italiano alle Infrastrutture  scriverà su Twitter: «È un genio innovatore. Non vedo l’ora di incontrarlo». Sostenendo di voler creare un polo di innovazione con Musk in Italia. Ma sui Twitter Filesnessuna parola.

La stampa ha definito Elon Musk un genio folle, ma anche il più grande troll di Twitter, soprattutto in seguito allo scandalo dei files e al suo endorsement politico per la destra. Lui continua quotidianamente a stupire tutti con provocazioni pubbliche e manie al limite della mitomania: «Se si elencano i miei peccati, sembro la persona peggiore del mondo, ma se li mettete a confronto con le cose che ho fatto bene, hanno molto più senso!» ha dichiarato di recente.

Fondatore di Tesla e Space X, da quasi due mesi anche al comando di Twitter e sempre più protagonista di polemiche e discussioni di massa. Musk è un grande imprenditore? Di sicuro un abile politico.