La Settimana Internazionale

Stretta UE sulle emissioni del trasporto merci su strada

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di Lorenzo Consoli

Martedì 14 febbraio, lo stesso giorno in cui la plenaria del Parlamento europeo ha confermato a larga maggioranza l’ambizioso obiettivo delle emissioni zero per le auto e i furgoni commerciali immessi sul mercato Ue dal 2035, la Commissione europea ha presentato a Strasburgo una nuova proposta di regolamento che mette in linea con questa ambizione anche il settore dei veicoli pesanti.

Secondo la proposta, entro il 2030 tutti gli autobus urbani dovranno essere a zero emissioni, mentre saranno drasticamente rafforzati gli obiettivi di riduzione progressiva delle emissioni previsti finora per i camion (oltre le 5 tonnellate) e i pullman a lunga percorrenza (oltre le 7,5 tonnellate).

Mentre i target fissati dalla legislazione in vigore dal 2019 prevedevano una riduzione delle emissioni per questi veicoli pesanti del  15% entro il 2025 e del 30% entro il 2030, la nuova proposta porta questi obiettivi al 45% a partire dal 2030, al 65% a partire dal 2035 e al 90% a partire dal 2040, rispetto ai livelli del 2019.

Spetterà ai costruttori decidere quali tecnologie utilizzare per conseguire questi obiettivi, tenendo conto che le tecnologie verso cui l’industria si sta già orientando sono sostanzialmente tre: l’elettrificazione, le celle a combustibile o l’idrogeno. Sono state invece scartate le prospettive di usare per il settore dei trasporti su strada i carburanti decarbonizzati, che avranno invece un ruolo importante nei settori marittimo e dell’aviazione.  La proposta di regolamento prevede comunque una serie di esenzioni: gli obiettivi di riduzione non dovranno essere applicati ai veicoli pesanti prodotti da piccoli costruttori (meno di 100 immatricolazioni all’anno), ai veicoli utilizzati a fini minerari, forestali e agricoli, ai cingolati e ai veicoli progettati per essere utilizzati dalle forze armate, dalla protezione civile, dai servizi antincendio e da quelli responsabili dell’ordine pubblico, alle ambulanze e ai camion per i rifiuti.

Gli autobus urbani elettrici, che possono essere ricaricati completamente durante la notte nei depositi, costituiscono già una quota considerevole del nuovo parco veicoli in vari Stati membri e sono acquistati in volumi sempre più importanti dalle autorità pubbliche locali dell’Ue. Con il nuovo obiettivo per il 2030, la domanda aggregata delle diverse municipalità, che possono anche riunirsi in consorzi, farà scattare i vantaggi dell’economia di scala e ne ridurrà i costi.

I veicoli pesanti, che coprono oltre il 77% del traffico merci via terra nell’Ue,  rappresentano un terzo del consumo finale di energia e generano oltre il 6% delle emissioni totali di gas serra dell’Unione e più del 25% di quelle del settore del trasporto su strada.  Inoltre, le emissioni prodotte da questi veicoli (che oggi per il 99% hanno motori diesel), sono aumentate ogni anno dal 2014, con la sola eccezione del primo anno di pandemia di Covid nel 2020. Con le nuove norme, si stima che il fabbisogno di combustibili fossili importati diminuirà di circa 2 miliardi di barili di petrolio nel periodo 2031-2050.

La Commissione prevede inoltre che si avranno effetti positivi netti sull’occupazione in molti comparti economici, con l’espansione della filiera automobilistica in settori quali la produzione di batterie, l’elettronica e il settore energetico, che richiederanno tuttavia nuove competenze. Secondo i calcoli dell’esecutivo comunitario, gli operatori e degli utilizzatori dei trasporti avranno anche importanti vantaggi in termini di costi, e non solo per i carburanti: il costo totale della proprietà per i primi utilizzatori di un veicolo pesante nuovo diminuirà di circa 9mila euro per un veicolo acquistato nel 2030 e di 41mila per un veicolo acquistato nel 2040.

Un altro punto importante sottolineato dalla Commissione è che questo è un settore chiave per sostenere l’industria europea delle tecnologie pulite. I costruttori europei sono attualmente leader a livello mondiale, e le nuove norme invieranno un segnale chiaro all’industria dell’Unione, orientandola a investire nelle tecnologie innovative a zero emissioni. Questo quadro giuridico chiaro e comune sarà fondamentale per mantenere la leadership tecnologica e industriale dell’Ue, e incentiverà anche la diffusione delle infrastrutture di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno (l’Ue ha già proposto che vi siano stazioni di questo tipo sulle maggiori autostrade rispettivamente ogni 60 e ogni 150 chilometri).

«Non vogliamo che si ripeta quel che è accaduto con i pannelli solari: li avevamo inventati noi ma la loro produzione si è poi spostata in Cina. Vogliamo che la produzione sia europea, e c’è un enorme potenziale qui», ha sottolineato Frans Timmermans, il vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile per il Green Deal, presentando la proposta alla stampa. E ha concluso: «La domanda per camion e bus a zero emissioni non farà che aumentare. Prima ci arriviamo e meglio sarà per tutti e per il pianeta».