La Settimana Politica

2023, comunque vada adda passà la Befana

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di Silvio Magnozzi

Anno nuovo, vita nuova. Tra le tante frasi su un anno che se ne va ed uno che incomincia questa è la più ottimistica perché – diciamo la verità – non è che con il giro di boa tra il 31 dicembre ed il 1 gennaio il mondo cambi e diventi di botto un paradiso terrestre. Si tratta semmai di una speranza, laica ma a suo modo anche un po’ miracolistica. Restiamo perciò abbarbicati al presente e parliamo di calza della Befana e della politica italiana ed europea. A chi il carbone e a chi i dolcetti?

Partiamo dal carbone. Di sicuro l’anno passato, il 2022, e questo inizio del nuovo non hanno portato granché di buono al Partito democratico. Dopo aver perso le elezioni politiche finendo all’opposizione, il Pd si è ritrovato nella difficoltà di non saperla più fare. Una crisi politica che non è scontato venga superata con l’elezione del nuovo segretario al posto di Enrico Letta. Anche l’europeismo dei democratici si è beccato un bel po’ di carbone, con la crisi del Qatargate che ha investito alcuni esponenti del Parlamento europeo, riportando sulla scena il tema della questione morale.

Un po’ di carbone, uscendo dal Pd, pare destinato pure ai virologi, vere star mediatiche durante la pandemia Covid e oggi in calo di popolarità con alcuni di loro che hanno scelto di buttarsi in politica. A sinistra. Chi invece del carbone si ritrova una calza di dolcetti è il centrodestra italiano. Dopo la vittoria elettorale, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono tornate al governo e per loro il 2023 sarà un anno importante. Ci sarà la sfida delle elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio, la questione di discutere con l’Unione europea un cambio delle attuali politiche migratorie ma, soprattutto, ci sarà da governare. Giorgia Meloni ha approcciato questa sua partita da presidente del Consiglio col piglio giusto, studiando e lavorando. Anche Matteo Salvini, leader della Lega, si sta dando parecchio da fare e, se saprà far tesoro degli errori compiuti quando ha governato con i 5 Stelle, di certo eviterà il carbone. Il terzo degli alleati del centrodestra è Silvio Berlusconi. Dal 1994, anno della sua discesa in campo con Forza Italia, son passati poco meno di trenta anni. Mica bruscolini. Niente carbone, quindi. Difficile dire, passando dal centrodestra al centro, se per Matteo Renzi e per Carlo Calenda questo nuovo anno sarà più carbone o più dolcetto. Se sapranno giocare la partita di una sfida politica complicata, creare un terzo polo di successo (insomma, a doppia cifra alle elezioni) avranno vinto. Come vinceranno se la crisi del Pd porterà i democratici italiani a fare la fine che alcuni anni fa han fatto i socialisti in Francia, ridotti al lumicino dei consensi dall’abilità politica di Emmanuel Macron.

A proposito di politica estera, in questo 2023 la questione che tutti preoccupa e coinvolge riguarda la guerra russa in Ucraina. Riuscirà l’Occidente a far ragionare Putin e a ottenere una tregua (ancora meglio sarebbe una pace) che vada bene agli ucraini, il popolo aggredito? La sfida è assai complicata, anche tenendo conto del fatto che questo conflitto ha ormai cambiato gli equilibri geopolitici e i rapporti internazionali e che nulla sarà come prima. Il Papa, anche durante le feste natalizie, si è speso perché si arrivi alla cessazione della guerra ma i margini della diplomazia vaticana non paiono aver fatto breccia nella durezza russa. Se il 2023 dovesse davvero portare la tregua a una guerra nel cuore dell’Europa, ebbene a quel punto avrebbe senso pure quel modo di dire che abbiamo sbertucciato all’inizio: anno nuovo, vita nuova.