La Settimana Politica

Calderoli: «La mia Italia autonoma? Sud trainato dal Nord»

Scritto il

 di Claudio Brachino

 Ministro, prima di entrare nei dettagli e nei punti di questo progetto di autonomia differenziata, che ha avuto un primo via libera ufficiale dal Consiglio dei ministri, le chiedo: qual è la filosofia politica che c’è dietro? Più che discutere dellItalia dimezzata o meno, qual è lidea che abbiamo dello Stato? C’è dietro una visione anche più moderna della nazione?

È una filosofia che è il federalismo, ovvero la sussidiarietà: quando un servizio pubblico viene svolto da un livello più basso e più vicino al cittadino, viene fatto meglio e di solito costa meno. Prova ne è che l’andamento delle spese dello Stato sale, quello delle Regioni scende. L’indice di gradimento da parte dei cittadini vede ai primi posti dopo il presidente della Repubblica, Comuni, Europa, Regioni e agli ultimi posti lo Stato e il Parlamento. Quindi credo che dare più possibilità al territorio consenta di erogare servizi migliori. Soprattutto, il cittadino sa chi fa che cosa, chi riceve i soldi, come li spende, e venga dunque premiato o punito con il voto.

Chiarito che lo Stato è uno e indivisibile, andiamo un ponel dettaglio dei famosi 23 punti. Quelli poi più importanti, lo sappiamo, sono anche i diritti sanciti dalla Costituzione, ma soprattutto la sanità e listruzione. Come funziona questo suo progetto di autonomia rispetto a quello che delle autonomie già previste dalla Costituzione?

In Italia abbiamo cinque Regioni a statuto speciale che hanno competenze maggiori delle altre. Nella modifica del titolo V del 2001 potevano essere attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in relazione a 23 materie, tre esclusive dello Stato e venti concorrenti. Però questa previsione è già in Costituzione. Non si capisce perché qualcuno contesti le materie, perché esse sono analiticamente citate in Costituzione, fra l’altro una Costituzione voluta dal centrosinistra. Quindi noi diamo una attuazione, coinvolgiamo il Parlamento e andiamo a scrivere quello che nessuno ha mai scritto, cioè i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.

Le faccio una domanda un podidascalica su questi LEP, livelli essenziali delle prestazioni, una materia che è quasi una specie di condizione indispensabile per poter applicare il progetto dellautonomia. Vogliamo spiegare un pomeglio come funzionano?

22 anni fa qualcuno attribuì allo Stato il ruolo di definire i livelli essenziali delle prestazioni, non solo in relazione a quelle che sono le 23 materie ma in relazione a tutti i servizi pubblici che vengono erogati. Nessuno ha mai scritto niente e questo credo che sia qualcosa di sbagliato. Quando qualcuno parla di disparità dovremmo sapere qual è il punto di riferimento. Le faccio un esempio per farle capire: io sono un cittadino italiano e godo di determinati diritti come cittadino. Per dimostrare di essere cittadino italiano devo avere un documento che lo certifichi, quindi la carta d’identità è un livello essenziale di prestazione. Non c’è solo il fatto di fornirla, ma si deve definire anche in che termini temporali perché oggi abbiamo comuni dove viene rilasciata in giornata e altri dove viene rilasciata in otto mesi. Noi vogliamo che questo diritto e questi tempi vengano garantiti in maniera identica su tutto il territorio nazionale.

A proposito di prestazioni pubbliche e di diritti sanciti anche dalla Costituzione, la materia che da sempre fa discutere più di tutti, non solo per lautonomia differenziata, è la sanità. Le Regioni hanno una sanità differente ma quasi ovunque copre l80% del loro budget. Vediamo però che ci sono dei dislivelli che danno origine alla famosa migrazione sanitaria; per esempio in Calabria, lo dicono le statistiche, si fanno anche 600 chilometri per curare un tumore. Allora c’è chi dice: già siamo così tanto diseguali, in questa maniera riusciremo a ricompattare il Paese con servizi più unitari oppure no?

Noi vorremmo che quella sanità top, ad alto livello, venisse erogata in tutti i territori italiani e quindi che nessun calabrese debba più venire in Lombardia piuttosto che andare in Veneto. Quello che invece è strano e discutibile, che noi vogliamo approfondire e fotografare, è il perché con la medesima quota di contributi un servizio venga erogato, e bene, da una parte, e non venga erogato, o peggio ancora lo sia male, dall’altra. Questi sono i misteri del Paese che noi intendiamo rendere trasparenti per far sì che chi ha sbagliato questa volta paghi veramente. Perché il diritto alla salute è all’articolo 32 della Costituzione ed è definito come principio fondamentale. Quindi è inutile riempirsi la bocca di equità e di contrasto alla sperequazione quando la rottura del Paese, purtroppo in questi campi, è già una cosa di fatto, legata allo statalismo con cui è stata gestita fino ad oggi.

 

Le faccio due riflessioni politiche: un applauso al Consiglio dei ministri, quindi unidea anche di una coesione politica nuova, e poi tantissime critiche, forse anche normali perché è giusto dibattere di queste cose. Con alcune accuse qualcuno lha fatta arrabbiare e lei ha detto: querelo chi dice che io spacco lItalia, però questa idea c’è, così come la preoccupazione di approfondire delle disuguaglianze, di cristallizzarle in questo Paese. Oltre a lei che ovviamente è il papà del disegno, anche altri esponenti politici, non solo del suo partito politico e della maggioranza, ma anche pensatori e intellettuali dicono che avremmo un paese migliore. Bisogna chiarire allopinione pubblica che c’è proprio una spartizione, che si tratta di due idee molto diverse.

Io ricordo un applauso in Consiglio dei ministri nel momento in cui ha fatto il suo primo intervento la Meloni e una serie di proposte di legge approvate: per la prima volta ho visto un applauso partito da ministri dalle varie colorazioni politiche appartenenti alla maggioranza, che provengono da territori di tutto il Paese, quindi anche rappresentanti del mezzogiorno. Io sono mesi che chiedo che qualcuno mi indichi, rispetto alle paure che lei ha segnalato, qual è l’articolo, qual è il comma, qual è la linea dove c’è qualcosa che può determinare un favore a livello di un territorio e a svantaggio di un altro. Io credo invece che il fatto di poter dare queste potenzialità anche a regioni che viaggiano a velocità inferiori sia una possibilità per esprimere le loro potenzialità. Zaia dice Nord e Sud sono fratelli siamesi, dove se uno sta bene sta bene anche l’altro e viceversa, se sta male uno sta male anche l’altro. Io ho sempre immaginato l’Italia come un treno dove davanti c’è un locomotore che tira, il nord e una parte del Centro ad alta velocità, e in coda un vecchio treno a gasolio che spinge e spinge un po’ poco. Noi vogliamo che anche questo locomotore diventi un treno ad alta velocità, perché tutto il Paese ha il diritto e anche il dovere di diventarlo. Le littorine non servono più a nessuno, sono fuori dal tempo.

Adesso quali sono i tempi del viaggio politico e le tappe, anche istituzionali? Perché si prevede più o meno un anno, alla fine del 2023

Noi abbiamo fatto l’esame preliminare in Consiglio dei ministri, il 22, data già fissata, andrà in Conferenza unificata. Ritornerà per l’approvazione definitiva in Consiglio dei ministri, dopodiché partirà il discorso in Parlamento. Un Parlamento che viene ampiamente coinvolto perché discuterà con pieni poteri della legge d’attuazione. Sulle pre-intese ci sarà un atto di indirizzo da parte del Parlamento. Sull’intesa ci vorrà un voto a maggioranza assoluta del Parlamento, così come si esprimerà sui Dpcm che definiranno LEP, costi e fabbisogni standard. E il Parlamento stesso indicherà quali sono le materie o gli ambiti di materie che siano riconducibili a diritti civili e sociali. Quindi un percorso che io prevedo di circa un anno. Accanto a questo, la cabina di regia lavorerà per andare a verificare tutte quelle materie, da quali funzioni siano fatte e quindi ciascuna Regione potrà chiederlo, quando se lo merita perché ovviamente non si può dare tutto a tutti. Ci sarà una valutazione del governo e poi del Parlamento. Chi ha maggiori capacità è giusto che possa avere e gestire più servizi.

I Dpcm sono i decreti del Consiglio dei ministri che durante il covid crearono molti problemi giuridici. Magari è un punto di diritto; sono formalmente legittimi ma non sono bellissimi perché accorciano dei tempi. Oppure sono invece necessari proprio per viaggiare più veloci?

Noi abbiamo trovato una soluzione di mezzo. Il Parlamento individua le materie e i Dpcm individueranno LEP, costi e fabbisogni standard, così come si è fatto fino ad oggi per la stragrande maggioranza dei casi ogni volta che si è andato a definire un LEP. Non si può dire che i Dpcm sono buoni e belli quando sono di sinistra e sono cattivi quando sono di destra. I Dpcm sono uno strumento molto utile, punto e basta

Ultima domanda: al di là del progetto, al di là di una legge, al di là di unidea politica di cui lei è sicuramente non solo luomo doro ma anche un poil papà, che cosa si aspetta? Cosa sogna, rispetto anche alla sua storia politica che conosciamo, Calderoli? Cosa si augura? Di migliorarla in un punto, di ottenere una cosa, qual è il suo sogno politico? Affida molto della sua carriera a questa storia…

Ho avuto un percorso storico che mi ha portato ad approvare una riforma della Costituzione in Parlamento, e poi bocciata al referendum, che si chiamava devolution. Poi io ho fatto approvare il federalismo fiscale, quindi che io sia di sentimenti autonomisti credo sia noto a tutti. Questa volta faccio la grande scommessa di non considerare solo il Nord ma di considerare il sistema paese, e vedere – da persona del Nord –  se si riesce a fare decollare il Sud. Questo credo che sia un vantaggio sia per il Sud sia per il Nord e quindi per il Paese.