La Settimana Politica

Cos’è e il Mes, lo spauracchio che agita il governo e spacca la Lega

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di Pasquale Napolitano

Il Mes, questo sconosciuto. Tutti ne parlano. Tutti hanno terrore del Mes. Una band? Un gruppo terroristico? Una sigla? Cos’è lo spauracchio che agita tanto la maggioranza di centrodestra e fa tremare il governo Meloni? Un prestito. Banalmente. I favorevoli (Pd, M5S e Renzi) lo paragonano a un atto di solidarietà. Gli oppositori a una forma di usura legalizzata.

Il Mes, l’acronimo di Meccanismo di stabilità europea, ha aperto un solco, chiaro e netto tra le due Leghe. Quella di Salvini che ancora non si muove dalla bandiera anti-Ue. E quella draghiana di Giorgetti. Il ministro dell’Economia, tramite il suo capo di gabinetto, ha spedito una lettera alla commissione Esteri della Camera, elogiando lo strumento finanziario. Il prestito, si intende. Salvini ha mobilitato i due capigruppo Molinari e Romeo: «L’Italia non lo ratificherà mai». Meloni è stretta nell’angolo.

Ma vediamo di cosa stiamo parlando. Il Meccanismo europeo di stabilità (European Stability Mechanism, ESM) è stato istituito mediante un trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico della Ue, nel 2012. La sua funzione fondamentale è concedere, sotto precise condizioni, assistenza finanziaria ai paesi membri che – pur avendo un debito pubblico sostenibile – trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato.

La condizionalità varia a seconda della natura dello strumento utilizzato: per i prestiti assume la forma di un programma di aggiustamento macroeconomico, specificato in un apposito memorandum; è meno stringente nel caso delle linee di credito precauzionali, destinate a paesi in condizioni economiche e finanziarie fondamentalmente sane ma colpiti da shock avversi. Se uno Stato dell’Ue va in apnea finanziaria, ecco che arrivano i burocrati Ue con la valigia piena di soldi per aiutare i governi in difficoltà.

A quali condizioni? Nessuno l’ha finora utilizzato. E su questo le teorie di scontrano. E quindi le conseguenze sono impreviste. La più plausibile è la richiesta da parte della struttura che governa l’erogazione dei soldi agli Stati di un piano di ristrutturazione del debito. Uguale: Troika. Terrore. Il Mes è guidato da un «Consiglio dei Governatori» composto dai 19 Ministri delle finanze dell’area dell’Euro.

Il Consiglio assume all’unanimità tutte le principali decisioni (incluse quelle relative alla concessione di assistenza finanziaria e all’approvazione dei protocolli d’intesa con i paesi che la ricevono). Il Mes può operare a maggioranza qualificata dell’85% del capitale qualora, in caso di minaccia per la stabilità finanziaria ed economica dell’area Euro, la Commissione europea e la Bce richiedano l’assunzione di decisioni urgenti in materia di assistenza finanziaria. Il Mes ha un capitale sottoscritto pari a 704,8 miliardi, di cui 80,5 sono stati versati.

L’Italia ha sottoscritto il capitale del Mes per 125,3 miliardi, versandone oltre 14. I diritti di voto dei membri del Consiglio sono proporzionali al capitale sottoscritto dai rispettivi paesi. Germania, Francia e Italia hanno diritti di voto superiori al 15% e possono quindi porre il loro veto anche sulle decisioni prese in condizioni di urgenza.

Ora l’Italia è chiamata a ratificare l’accordo internazionale che prevede modifiche al funzionamento del Mes originario.

Due anni fa, il 27 gennaio del 2021, è stata infatti promossa, in virtù di un’intesa sottoscritta anche dai 19 Paesi dell’area Euro (Italia compresa), una riforma del Meccanismo europeo di stabilità. In sintesi, in quell’occasione è stata presa in considerazione la possibilità per il Mes di fornire una rete di sicurezza finanziaria (un backstop) al Fondo di Risoluzione comune per le banche.

Allo stesso tempo sono state in parte modificate le condizioni di accesso all’assistenza finanziaria e introdotta una nuova linea di credito cosiddetta “precauzionale”.