La Settimana Politica

Elezioni in Abruzzo: Meloni mette “l’elmetto”, Salvini la lascia sola sul palco

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Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? si domandava un meditabondo Nanni Moretti in una delle battute “politiche” forse più fulminanti del cinema italiano (il film era Ecce Bombo, correva l’anno 1978 ed era uscito nelle sale appena una settimana prima del sequestro di Aldo Moro).

Difficile non ripensare a quella scena ieri pomeriggio, quando sul palco di piazza Salotto, pieno centro di Pescara, i tre leader del centrodestra si sono ritrovati per tirare la volata al presidente uscente della Giunta abruzzese Marco Marsilio, amico personale della premier a caccia del bis: era appena scattato dalle casse acustiche l’Inno di Mameli e la domanda che tutti hanno sentito uscire dalla bocca della Presidente del Consiglio che stava aspettando Tajani e Salvini per l’abbraccio finale davanti ai fotografi era: «Matteo? ‘Ndo sta Matteo?».

Matteo era già in macchina, diretto verso un altro impegno elettorale come spiegato non senza un malcelato imbarazzo dalla Lega. Maurizio Lupi di Noi Moderati si è lasciato sfuggire un «È scappato», per poi subito rettificare: «È già ripartito per un altro comizio».

Ma la granitica compattezza ribadita a parole pochi minuti prima ha finito per sbriciolarsi di fronte al malumore del segretario del Carroccio, apparso insolitamente sottotono e visibilmente contrariato dagli ultimi sondaggi in regione che darebbero a doppia cifra Forza Italia, non la Lega (a dispetto delle sue stesse dichiarazioni di appena pochi giorni fa). Il convitato di pietra è in tutta evidenza il risultato della Sardegna, che ancora brucia nonostante le parole rituali: «L’effetto Sardegna ancora non l’ho visto – aveva detto Meloni qualche ora prima a un evento della Confcommercio di Teramo – perché ancora non abbiamo visto come è andata a finire. Ma sono molto ottimista per l’Abruzzo».

Nonostante la sensazione diffusa sia quella che in pochi credano davvero a una rimonta del campo extralargo che sostiene l’ex rettore dell’Università di Teramo Luciano D’Amico, appoggiato da Pd, Cinquestelle, Italia Viva, Azione e Alleanza Verdi-Sinistra, Meloni prima fa gli scongiuri: «Sono stata eletta qui, mica vorrete cacciarmi?», scherza dal palco, poi si fa più seria ed evoca complotti:

«Altre elezioni saranno quelle che arriveranno a giugno e sono il vero timore di tutti. Sono il vero timore di tutti che questa maggioranza possa essere confermata con il voto delle elezioni europee. Succederà di tutto. Io ho messo l’elmetto e vinceremo anche questa battaglia»

La lezione sarda sembra comunque mandata bene a memoria; niente “vocine” per schernire l’opposizione, niente smorfie come alla Fiera di Cagliari, Giorgia Meloni è rimasta nel registro istituzionale e ne ha anzi approfittato per intervenire sul caso dossieraggio al centro delle polemiche in questi giorni: «Ritengo gravissimo che in Italia ci siano dei funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo verifiche su cittadini comuni e non, a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa. Utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa», ha concluso.

Sulla vicenda degli 800 accessi abusivi ai sistemi informatici della Procura Distrettuale Antimafia scoperchiata dalla Procura di Perugia è tornata anche la segretaria dem Elly Schlein:

«È uno scandalo su cui serve fare immediata chiarezza per evitare che fatti del genere possano accadere ancora»

ha convenuto la leader Pd ospite di Porta a Porta da Bruno Vespa. Intanto, mentre nelle prossime ore la neogovernatrice della Sardegna Alessandra Todde arriverà in Abruzzo per sostenere lo sfidante di Marsilio (nessun mistero che Schlein e Conte mirino a un successo da utilizzare in campo nazionale per stabilire una volta per tutte la primazia di uno piuttosto che l’altro all’interno del centrosinistra) oggi, assieme ai ministri Tajani e Piantedosi Meloni incontra i sindacati di polizia per discutere del rinnovo contrattuale e per ribadire la propria fiducia e il proprio sostegno alle forze dell’ordine, tema che – com’è noto – è stato fonte di non pochi attriti con il Colle negli scorsi giorni dopo i fatti di Pisa.

Dopodiché, occhi puntati su domenica; in un’intervista a Rainews24 il governatore uscente Marsilio ha mostrato grande fiducia: «I risultati di 5 anni parlano chiaro, domenica vi manderò a letto presto». Commentando alla fine la vittoria di Todde in Sardegna Marsilio ha scelto l’ironia: «L’unica sarda che temo è mia moglie…».