La Settimana Politica

Il cortocircuito della piazza rossa

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di Pasquale Napolitano

La “piazza rossa” è già in crisi. Da Firenze a Milano. Passando per Rimini: il trio Landini-Schlein-Conte è già scoppiato. È in atto uno psicodramma a sinistra. Tra veleni, ripicche, irruzioni improvvise (come quella di Francesca Pascale a Milano) e sorprese (come l’arrivo di Giorgia Meloni al congresso della Cgil).

Sembra archiviato il patto anti-fascista siglato al corteo di Firenze che segnò l’esordio di Elly Schlein da segretario del Pd e il battesimo della nuova piazza rossa. Sono passate due settimane e già si litiga. È tutto andato in fumo? Nel capoluogo lombardo, nel fine settimana scorso, andava in scena la coreografica manifestazione indetta dalle associazioni Lgbt dopo la decisione del Prefetto, che ha semplicemente applicato la legge, di annullare le registrazioni del Comune di Milano dei figli di coppie gay.

Dopo il pericolo fascista, ecco la nuova minaccia. Si ritorna in strada. Il mondo Lgbt scende in piazza. E subito la segretaria Schlein si accoda, annunciando una legge in Parlamento per sanare quella che a detta loro è un vulnus nei diritti. Schlein mette il cappello sulla manifestazione. Conte è spiazzato. Non partecipa, resta nella sua Roma. E fa trapelare il malumore per l’opa lanciata dal nuovo leader del Pd sui temi cari al Movimento. Dopo il salario minimo, Schlein si frega un’altra battaglia.

Il leader dei Cinque stelle studia una via d’uscita. Ma la capa dei dem resta spiazzata a sua volta dal ciclone Pascale. Chi? Sì, proprio lei: Francesca Pascale, a lungo compagna di Silvio Berlusconi, irrompe nella piazza milanese e ruba la scena ad Elly. Litiga con i cronisti. Si difende. Goduria allo stato puro per gli anti-Meloni. I giornali di sinistra, che un tempo picchiavano duro contro la fidanzata del Cav, si fiondano sulla notizia. Lasciando Elly nei resoconti della giornata. Tragedia. L’invidia è incontenibile. E non basta a placarla l’annuncio di Francesca Pascale: «Voterò Pd, voterò per Elly Schlein».

L’intellighentia di sinistra gode come ricci. Ecco lo scalpo del nemico. Battaglia vinta. Abbiamo la nuova eroina. E di Elly che ne facciamo? Si riflette. È già rottamata? Peraltro, la crisi della “piazza rossa” aveva avuto inizio già nella mattinata di venerdì. A Rimini si celebra il congresso della Cgil: Landini ottiene la riconferma e il mandato a costruire con Schlein, Conte, e ora Pascale, la nuova sinistra. Ma nella giornata di venerdì irrompe Giorgia Meloni: è il primo presidente del Consiglio di destra che prende parte al congresso della Cgil. I giornali di sinistra per tutta la settimana provano a diffondere dubbi sulla partecipazione. Nulla di tutto ciò.

Meloni sfida la tana rossa e si prende pure qualche applauso. Ascolta con volto ironico Bella Ciao. Ma non cede di un millimetro su reddito cittadinanza, salario minimo e riforma fiscale. C’è chi intravede un nuovo amore all’origine. Landini-Meloni? C’è stima reciproca. Ma anche chiarezza delle proprie idee. E questo può, forse, per la prima volta aiutare il confronto. Si vedrà nelle prossime settimane. Dalla scuola al Fisco il confronto con i sindacati è aperto. La piazza rossa è in panico totale. C’è qualcuno che si è stancato della solita propaganda.