La Settimana Politica

Manifesto Meloni per le imprese: meno burocrazia e regole certe

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di Veronica Schiavone

La cattiva burocrazia ha i mesi contati. I controlli a sorpresa sulle aziende, quelli inutilmente vessatori, fatti giusto per il gusto di farli, senza che siano legati a un’effettiva esigenza di verifica o alla probabilità di scovare irregolarità, resteranno un retaggio del passato. D’ora in avanti i controlli dovranno avere un approccio “risk based”, ossia dovranno essere programmati secondo princìpi di «efficacia, efficienza e proporzionalità, tenendo conto delle informazioni in possesso delle amministrazioni competenti» e dell’esito delle ispezioni pregresse. Nessun salvacondotto, dunque. Nessuna impunità. Ma un principio di buon senso che punti a non disturbare chi vuole fare.

Sarà questo il motto di Giorgia Meloni che guiderà l’approccio del nuovo governo ai temi della semplificazione burocratica e amministrativa. Meloni lo ha spiegato chiaramente illustrando martedì mattina alla Camera dei deputati le linee programmatiche dell’esecutivo.

«Meno burocrazia, regole chiare e certe, risposte celeri e trasparenti per dare stimolo all’economia, alla crescita e agli investimenti», ha promesso la presidente del Consiglio. «Tutti sappiamo quanto l’eccesso normativo, burocratico e regolamentare aumenti esponenzialmente il rischio di irregolarità, contenziosi e corruzione. Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto».

Un piccolo manifesto programmatico che si pone in linea di continuità con quanto in parte già fatto dal governo Draghi e dall’ex ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta.

Punto di partenza è l’art. 27 della legge sulla concorrenza 2021, approvata ad agosto dopo una lunga e faticosa gestazione dovuta alla necessità di sciogliere alcuni nodi problematici come quelli delle concessioni balneari. La legge (n.118/2022) contiene al suo interno una norma cruciale che delega il governo ad approvare uno o più decreti legislativi sulla semplificazione dei controlli alle imprese rendendoli meno vessatori e ossessivi.

«Prima di ogni controllo ci sarà una telefonata per programmarlo, specificarne la natura, individuarne i contenuti e i documenti necessari, i giorni in cui arriverà, le risorse umane di cui avrà bisogno. Non ci saranno divise o mitragliette in vista. I controlli avverranno nel rispetto reciproco. Poche parole: «civiltà, gentilezza e cortesia», aveva spiegato il ministro Brunetta quasi un anno fa, quando il Ddl fu approvato dal governo Draghi in Consiglio dei ministri. In questi mesi il lavoro di scrittura dei decreti delegati (che il Pnrr richiede vengano approvati entro fine anno) è andato avanti. Tanto che i testi sono in avanzata fase di elaborazione negli uffici di palazzo Vidoni.

Per il successore di Brunetta, il neo ministro della PA, Paolo Zangrillo, sarà un gioco da ragazzi riprendere in mano il dossier e liberare le imprese italiane dalla cattiva burocrazia, quella che vessa solo per il gusto di vessare, che non distingue tra buoni e cattivi e non valorizza la compliance tra amministrazioni e soggetti controllati premiando i comportamenti virtuosi.

Un principio, quello della premialità, che invece sarà al centro dei decreti che le imprese si augurano di trovare sotto l’albero di Natale. Perché se è sacrosanto controllare (e sanzionare) chi non rispetta la legge, è altrettanto doveroso non disturbare chi vuole fare. E su questo Meloni è stata chiara.