La Settimana Politica

Quell’insofferenza delle piazze per l’Occidente

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di Silvio Magnozzi

Una questione di piazza, anzi di piazze. C’è un aspetto che merita attenzione in questi tempi infami per le guerre sparse per il Mondo. Un aspetto che riguarda la reazione di una parte dell’opinione pubblica italiana (ma non solo italiana, anche europea) dopo l’attacco violento di Hamas a Israele.

Si tratta della solidarietà da manifestazione. Una solidarietà che le piazze italiane ma anche francesi ed europee hanno riversato soprattutto sui palestinesi perché senza uno Stato, quando la vittima delle violenze era Israele e non la Palestina.

La prima domanda da porsi in merito a questa reazione è: perché? Perché mentre muoiono giovani e cittadini israeliani innocenti la piazza grida, “Palestina libera”? Si tratta soltanto di politica o c’è di più?

C’è di più, secondo noi. E questo di più riguarda una certa insofferenza dell’opinione pubblica italiana (ed europea) verso l’Occidente, di cui Israele fa parte. Vi è tutta una cultura, in Italia e in buona parte dell’Europa, che non perde occasione per sottolineare le colpe e le occasioni mancate dell’Occidente libero – di cui Israele fa appunto parte essendo l’unica democrazia nel Medio Oriente – come se le democrazie dovessero render conto al Mondo del perché sono delle democrazie e non qualcosa d’altro, dittature magari.

Le accuse sono (quasi) sempre le stesse. Intrise di una retorica stantia, da tempi di guerra fredda o giù di lì. Che non ci siano ancora oggi due popoli e due Stati in quella terra martoriata che è la Palestina, con Israele vicino, non è infatti colpa delle democrazie ma di una serie di fattori che analizzare in queste poche righe sarebbe impossibile e anche superficiale cercare di affrontare.

Esiste la realtà, il massacro di Hamas contro giovani (e non) israeliani e esiste il mondo migliore che vorremmo, dove dovrebbe esistere uno Stato palestinese accanto a quello di Israele. Da lì ad andare in piazza contro Israele ce ne corre.

Per questo merita interrogarsi oggi anche su un’altra domanda: esiste ancora l’antisemitismo nella vecchia Europa? Nel chiedercelo poniamo un interrogativo ma anche un memento: l’Olocausto è figlio della Germania nazista, uno Stato europeo, e non degli Stati arabi che oggi, in buona parte, avversano Israele.

Per queste ragioni vedendo le piazze pro Palestina e anche pro Hamas gridare nei Paesi europei, la questione su cui deve interrogarsi l’Italia e l’Occidente non è sulla libertà di manifestazione. Chi vuole, manifesti. La questione è guardarsi allo specchio, tutti, anche chi non manifesta, e gridare ad alta voce: viva Israele, Paese libero e democratico.