La Settimana Politica

Italia-Africa: il vertice al Senato. Tutti i numeri economici tra i due paesi

Scritto il

Oggi si apre «una pagina nuova nelle nostre relazioni»… «una collaborazione da pari a pari», incentrata su una concezione non «predatoria o anche caritatevole».

Con queste parole la premier Giorgia Meloni ha introdotto la seconda e conclusiva giornata del vertice “Italia-Africa. Un ponte per la crescita comune” che si sta svolgendo nell’Aula del Senato alla presenza di 25 leader africani, 11 Ministri degli Esteri, rappresentanti dell’Unione Africana e di diverse organizzazioni Onu, oltre a quelli europei (in testa le presidenti di Commissione e Parlamento UE Ursula Von der Leyen e Roberta Metsola, e a quello del Consiglio Europeo Charles MIchel), un summit che si propone di rilanciare la cooperazione tra il nostro Paese e il continente tramite l’ormai noto Piano Mattei, che con una dotazione iniziale di 5/5,5 miliardi di euro, vorrebbe fare dell’Italia l’hub energetico dell’Europa (fino a maggio 2023, sono state 11 le intese energetiche siglate dal governo con i seguenti paesi africani: Benin, Algeria, Egitto, Angola, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico e Libia).

«Non una scatola vuota», ha proseguito la Presidente del Consiglio rintuzzando quelle che sono le critiche dell’opposizione «ma un piano aperto alla condivisione». Ringraziando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le parole alle delegazioni arrivate ieri al Quirinale, Giorgia Meloni ha ribadito come questa collaborazione sia strategica per l’Italia, il cui progetto ha ottenuto «il pieno sostegno dell’Europa» stante la presenza dei vertici di Bruxelles.

Si discute anche di gestione dei flussi migratori (nei primi 26 giorni del 2024 al centro delle partenze c’è di nuovo la Libia, con 994 arrivi rispetto ai 300 e poco più partiti dalla Tunisia) ma la parte del leone è ovviamente quella che riguarda accordi di tipo economico, poiché la previsione di crescita media delle economie africane si attesta al 4,1% nel 2023-2024 (Rapporto 2023 della Banca Africana di Sviluppo), percentuale che fa dell’Africa la seconda regione a più elevata crescita del mondo dopo l’Asia.

Ruanda (+7,9%), Costa d’Avorio (+7,1%), Benin (+6,4%), Etiopia (+6%) e Tanzania (+5,6%), già le migliori “perfomer” pre-pandemia, sono le cinque economie africane di cui si stima la crescita media più elevata.

Quali sono ad oggi i rapporti economici ufficiali tra Italia e Africa? La Farnesina certifica la presenza di 1.621 imprese (tra Pmi e grandi industrie. Dati Ice-Reprint 2021) che danno da lavorare a più di 17mila addetti e fatturano 4,1 miliardi di euro/anno.

Nei primi tre trimestri 2023 l’Italia si è piazzata al 9° posto tra i fornitori del paese africano e al 3° come cliente.

Le aziende tricolori afferiscono maggiormente a questi settori produttivi: manifatturiero, energetico, siderurgico, chimico-farmaceutico, agroalimentare, infrastrutture e trasporti, telecomunicazioni e automotive.

L’interscambio commerciale tra i due paesi nei primi dieci mesi del 2023 ammonta a 50,1 miliardi di euro, con una contrazione del 10,5% rispetto al medesimo periodo degli anni precedenti: da gennaio a ottobre 2023 l’Italia ha esportato merci per 17,9 miliardi e ne ha importate per più di 33. Rispetto al 2022, in cui l’import ha superato i 38,7 miliardi, la contrazione è stata pari al 14,4%.

A farla da padrone nelle importazioni sono i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio che da soli rappresentano il 63,8% degli acquisti totali : gas naturale (35,3% per un valore di 11,7 miliardi), petrolio greggio (28,5%, pari a 9,4 miliardi)) e i metalli di base preziosi (6,6%). L’Italia esporta questi prodotti in Africa per un ammontare di 2,5 miliardi, pari al 14,8% dell’export totale.

Le nostre esportazioni (sempre nel periodo gennaio-ottobre 2023) vedono al primo posto in graduatoria la Tunisia, con il 16,6% dell’export totale in Africa e un valore di 2,8 miliardi, poi Egitto (15,9%, 2,7 miliardi) e Marocco (13,6%, 2,3 miliardi). Nel medesimo arco temporale, le importazioni dall’Africa all’Italia vedono spiccare come primo mercato di approvvigionamento l’Algeria, che con il 36% e 12 miliardi di euro in pratica doppia l’import dalla Libia, al 18,8%, controvalore 6,2 miliardi. Terzo posto per la Tunisia (8,9% e 2,9 miliardi).