La Settimana Politica

IVA: e-fattura e sportello unico nelle vendite transfrontaliere

Scritto il

di Lorenzo Consoli

La Commissione Europea ha presentato l’8 dicembre un pacchetto di proposte che mirano a modernizzare il regime IVA adeguandolo all’era digitale e all’economia delle piattaforme online, in pieno sviluppo.

  1. Innanzitutto, sarà resa sistematica la fatturazione elettronica nel mercato unico per le vendite transfrontaliere, e saranno quindi più difficili l’elusione, l’evasione e le frodi IVA.
  2. Saranno poi previsti nuovi obblighi di rendicontazione da parte delle piattaforme digitali che operano nei settori del trasporto passeggeri e della ricettività turistica di breve termine, per correggere alcuni squilibri rispetto alle attività tradizionali (come taxi e alberghi).
  3. E sarà anche introdotto un sistema di “sportello unico”, valido per tutta l’UE, per la registrazione dell’IVA in un solo paese da parte delle aziende (in particolare delle PMI), che vendono anche ai consumatori in altri Stati membri.

Secondo gli ultimi dati  in tema di “VAT gap”, nel 2020 l’IVA non riscossa nella UE è stata pari a 92,732 miliardi di euro, ovvero il 9,1% del gettito totale previsto. Anche se questi dati rappresentano un miglioramento di oltre 30 miliardi di euro rispetto al 2019, grazie a un tasso maggiore di riscossione a seguito delle misure di sostegno dei governi in risposta alla pandemia di Covid-19, le perdite di gettito restano comunque molto alte, con l’Italia che ha il record negativo in valore assoluto (26,217 miliardi) seguita dalla Francia (13,962 miliardi) e dalla Germania (11,076 miliardi).  L’Italia è al terzo posto, (dietro Romania e Malta, e accanto a Grecia e Lituania) come percentuale di entrate perdute (circa il 20%) rispetto al gettito atteso.

L’Esecutivo comunitario sottolinea che i regimi IVA sono spesso onerosi soprattutto per le PMI, e per le altre imprese che operano, o mirano a espandersi, a livello transfrontaliero, e stima che l’attuazione delle nuove proposte promuoverà la crescita delle imprese, in particolare delle PMI, e aiuterà gli Stati membri a riscuotere entrate IVA aggiuntive fino a 18 miliardi di euro all’anno.

La seconda misura del pacchetto introduce l’obbligo per gli operatori delle piattaforme nei settori del trasporto passeggeri e della ricezione turistica di riscuotere l’IVA e versarla alle autorità fiscali quando i fornitori dei servizi, spesso piccole o micro imprese, non lo fanno. L’obiettivo è quello di garantire un approccio uniforme in tutti gli Stati membri in questi settori e contribuire a creare condizioni di concorrenza più equa tra i servizi ricettivi e di trasporto “tradizionali” e quelli che utilizzano le piattaforme online.

Oggi, ad esempio, un hotel può ritrovarsi ad affrontare la concorrenza di piattaforme che propongono liste con centinaia di strutture di ricettività di breve termine nella stessa città, molte delle quali non pagano l’IVA. In base alle nuove regole, quando il fornitore dell’alloggio di breve termine non addebita l’IVA, sarà la piattaforma ad addebitarla per suo conto al cliente e a pagarla alle autorità fiscali. In questo caso, sarà aggiunta automaticamente al prezzo che appare sulla piattaforma.

Infine, sul modello di quanto già accade per le vendite online del mercato digitale, le nuove norme consentiranno alle aziende che vendono i loro prodotti e servizi ai consumatori in un altro Stato membro di registrarsi una sola volta ai fini IVA per tutta l’UE, adempiendo ai loro obblighi attraverso un unico portale online, in un solo paese e in un’unica lingua.

La Commissione stima che questa innovazione potrebbe far risparmiare alle imprese, e in particolare alle PMI, circa 8,7 miliardi di euro in costi amministrativi e di registrazione, su un arco di dieci anni.

Le proposte della Commissione, che modificheranno tre atti legislativi esistenti, dovranno ora essere approvate dal Consiglio Ue dopo consultazione del Parlamento europeo.