La Settimana Politica

La mission di 3-I per la PA: “trasformazione digitale, servizi più efficienti e protezione dei dati”

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di Barbara Millucci

«3-I la nuova software house di Stato, con soci Inps, Istat e Inail, costituita lo scorso 12 dicembre, diventerà operativa nel 2023». Così Claudio Anastasio nella sua prima intervista pubblica rilasciata in esclusiva a Il Settimanale in qualità di neopresidente di 3-I, dove le tre “I” sono appunto quelle di Inps, Inail e Istat.

È lui l’uomo che la premier Giorgia Meloni ha scelto per dirigere l’azienda al servizio del welfare che, grazie a 155 milioni di euro in arrivo dal PNRR per la sua nascita, si occuperà di snellire e sburocratizzare la PA facilitando il rapporto con i cittadini.

Si tratta della prima nomina extraparlamentare fortemente voluta dal Governo Meloni in una nuova azienda di Stato.

Nel decreto si legge che «l’Inps sottoscrive una quota pari a 22 milioni e 50mila euro (il 49% del capitale sociale), Inail una quota pari a 13 milioni e 500mila euro (il 30% del capitale sociale), mentre Istat una quota pari a 9 milioni e 450mila euro (il 21% del capitale sociale)». A questo andrà poi sommato «un incremento di beni immobili che dovranno superare i 300 milioni».

«Ereditiamo questa struttura dal precedente governo Draghi e contiamo di definire, entro il 2022, il piano industriale anche con le parti sindacali», afferma Anastasio. Con l’articolo 28 del decreto-legge per le misure urgenti di attuazione del PNRR, approvato dal governo Draghi, alla newco pubblica, «si attribuisce il compito dello sviluppo, della manutenzione e la gestione di soluzioni software e di servizi informatici a favore di Inail, Istat, Inps, Presidenza del Consiglio dei ministri, Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), del ministero del Lavoro e delle politiche sociali ed altre amministrazioni centrali», recita la nota di Palazzo Chigi.

«L’azienda statale si occuperà della trasformazione digitale della PA centrale, dell’interoperabilità dei dati, ottimizzazione dei servizi, aumento della sicurezza informatica nazionale, grazie anche all’utilizzo di nuove tecnologie», continua il neo presidente.

Romano, giornalista pubblicista, 53 anni, studi in Giurisprudenza e informatica, Anastasio da anni si occupa di sistemi informatici e digitalizzazione, su cui ha costruito la sua carriera. Ha fondato tNotice (brand di inPoste.it), specializzata in servizi postali in forma digitale (raccomandata elettronica), ed in passato ha lavorato per Engineering, Api Raffineria di Ancona, Esso Italia, Eni, oltre ad aver ricoperto l’incarico di Ceo di Chorus, Consorzio START – Gruppo Leonardo (ex Finmeccanica).

«C’è l’esigenza di far parlare i dati dei tre istituti, metterli in sicurezza e facilitarne l’accesso dei cittadini. I servizi della Pa devono essere a misura delle esigenze dei cittadini che, in un’ottica di user experience, non dovranno più fare percorsi a ostacoli per dialogare con la Pa. Le tecnologie devono consentire lo snellimento dei servizi con maggiore sicurezza».

C’è chi dice che 3I è una fotocopia di Sogei? «Con Sogei faremo un coordinamento nazionale sulla digitalizzazione in atto nel Paese. Non invaderemo il loro campo su temi quali la fatturazione elettronica. Altro tema di cui ci occuperemo è la formazione continua del personale tecnico interno. A regime, 3I arriverà ad avere 1.500-2.000 dipendenti e, con il ministro del Lavoro, Marina Calderone, stiamo definendo le modalità per i concorsi pubblici. La sede di 3I sarà l’ufficio di Presidenza del Consiglio dei ministri, in Largo Pietro Di Brazzà 86 a Roma, ma in seguito verranno conferite da parte dei tre enti delle strutture immobiliari, come i datacenter dislocati sul territorio italiano».  Su cui al momento c’è il massimo riserbo.

Il Cda della software house pubblica sarà composto da 5 membri: oltre al presidente Anastasio per l’appunto nominato dal presidente del Consiglio dei ministri, c’è Maurizio Mensi, docente Luiss, nominato dal ministro del lavoro e delle politiche sociali. I restanti 3 membri sono invece designati, uno ciascuno, dagli istituti Inps, Inail e Istat, tra gli appartenenti al proprio personale dirigenziale, e sono nominati con decreto delle rispettive amministrazioni vigilanti.