La Settimana Politica

Totonomine, il puzzle Meloni tra tecnici e politici

Scritto il

di Pasquale Napolitano

Giorgia Meloni cala un poker di ministri tecnici per la sua squadra di governo. La leader di Fratelli d’Italia starebbe definendo lo schema per chiudere l’incastro: Economia, Interno, Salute e Transizione ecologica a esterni. E poi una quindicina di ministri politici o di area per completare la rosa.

È il punto di caduta trovato dopo una settimana di colloqui e incontri tra i leader del centrodestra. L’ultimo ostacolo da superare è la resistenza di Matteo Salvini sul Viminale: il capo del Carroccio non vuole liberare la casella.

Martedì pomeriggio il Consiglio federale ha consegnato un mandato pieno (Giancarlo Giorgetti si è accodato) al segretario per sedersi al tavolo con Meloni con quattro richieste: Interno, Agricoltura, Infrastrutture e Affari regionali. Ma soprattutto la Lega chiede: Salvini deve andare al Viminale. Alla fine però potrebbe spuntarla la capa di FdI. A meno che l’ex ministro dell’Interno non voglia andare al braccio di ferro.

Sussurri e nomi

Sui nomi degli esterni che andranno ad occupare le quattro poltrone pochi dubbi: Fabio Panetta al Mef, Rocco Bellantone alla Salute, Matteo Piantedosi o Giuseppe Pecoraro all’Interno e la riconferma di Roberto Cingolani allaTransizione ecologica. Al fotofinish Meloni avrebbe strappato il sì di Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce, per la guida del Mef.

Lo schema meloniano dovrebbe liberare la poltrona della Farnesina per il coordinatore nazionale di Fi Antonio Tajani. Anche se viene mantenuta in caldo la carta Belloni: il capo del Dis Elisabetta Belloni potrebbe andare agli Esteri, con il trasloco di Tajani all’Interno. Alla Difesa si punta su un politico: Edmondo Cirielli o Ignazio La Russa sono i favoriti.

La Russa sarebbe tra i papabili anche per il ministero dello Sport. Adolfo Urso potrebbe guidare l’Autorità delegata ai Servizi segreti. In Forza Italia oltre a Tajani, dovrebbero entrare nell’esecutivo Annamaria Bernini, Paolo Barelli, Stefano Caldoro o Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli. Cinque nomi per tre caselle: Cattaneo potrebbe strappare la guida di Montecitorio. Al momento è in ballottaggio con Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. Cattaneo è anche in lizza per il ministero degli Affari regionali.

Ronzulli: dove?

Annamaria Bernini ambisce al ministero dell’Istruzione mentre Licia Ronzulli non è ancora chiaro dove si accomoderà. Ruolo chiave sarà il ministro per i Rapporti con il Parlamento. Casella che Meloni vorrebbe affidare all’esperto Maurizio Lupi. Coltiva qualche speranza per la stessa poltrona Gianfranco Rotondi. Giovanbattista Fazzolari, l’ideologo del pensiero meloniano, è in corsa per il ministero dell’Attuazione del programma. In alternativa alle Politiche comunitarie.

Nella pattuglia meloniana si registrano due possibili esclusioni eccellenti: Guido Crosetto e Raffaele Fitto. L’europarlamentare Fdi dovrebbe continuare l’esperienza a Bruxelles. Meloni gli avrebbe affidato un mandato chiaro: lavorare a un nuovo equilibrio tra Partito popolare europeo e Conservatori. Crosetto avrebbe messo gli occhi sulla presidenza di Leonardo. Entro il 13 ottobre va chiusa la partita sulle presidenze di Camera e Senato. A Montecitorio è sfida tra Fdi e Forza Italia. A Palazzo Madama andrebbe un leghista: Roberto Calderoli.