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Cias batte la Cina a casa sua: la tecnologia made in Italy protegge le centrali nucleari

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Quasi incredibile ma vero, perché a confermarlo a “Il Settimanale” è il ceo dell’azienda italiana che ha realizzato l’incredibile impresa: battere i cinesi sul loro terreno – security elettronica – e farlo in Cina. L’azienda è la Cias Elettronica, non un gigante ma una piccola società (fattura intorno ai 6 milioni di euro) nata a Milano nel 1974, che di recente ha installato sistemi perimetrali speciali di alta sicurezza a protezione di centrali nucleari e carceri nella Repubblica popolare cinese.

Dove siano questi complessi ovviamente non è dato sapere, e l’amministratore delegato e vicepresidente di Cias, Fabrizio Leonardi, non lo rivelerà mai nemmeno sotto tortura (pur negandosi con grande eleganza). Perché la forza di questa azienda 100 per cento italiana sono proprio i primati tecnologici nella protezione di quei siti pubblici e privati, compresi i trasporti, molto difficili da proteggere e anzi sempre più esposti a grandi rischi e ad assalti terroristici e di grandi organizzazioni criminali. E spesso si tratta di luoghi densamente frequentati dal pubblico.

Il mercato globale di questo settore è in forte espansione: dagli attuali 104 miliardi di dollari dovrebbe superare nel 2027 i 150 e arrivare al raddoppio nel 2030. È all’interno di questi numeri che aziende come la Cias trovano nicchie che richiedono prodotti, progetti e servizi altamente professionali. «Noi abbiamo volutamente scelto questa nicchia – spiega Leonardi – lasciando il mercato residenziale, dove la concorrenza si basa sul prezzo e meno sulla qualità. E ci siamo riservati interventi solo per grandi ville, di alto livello, o per la protezione di siti industriali dove i committenti non cedano, come accade sempre più spesso, alle lusinghe dei prezzi bassi».

Le protezioni Cias oggi trovano applicazione in istituti penitenziari, infrastrutture critiche, siti sensibili governativi, militari o industriali, centrali elettriche, banche, musei, siti archeologici. I sistemi di protezione possono essere configurati e gestiti da remoto tramite funzioni elettroniche integrate nel software; i rilevatori hanno la capacità “intelligente” di discriminare tra allarmi di intrusione reali e fattori ambientali. La qualità dei prodotti è certificata dai maggiori enti di controllo (IMQ in Italia, Cetecom in Germania, Fcc o IC in Nord America). Non a caso l’azienda milanese lavora anche con i servizi segreti Usa.

Cias è uscita dal periodo del Covid senza problemi, anzi, con un patrimonio – già ricco di ricerca e sviluppo – di altre innovazioni: «Abbiamo investito molte risorse nel web, facendolo diventare strategico – aggiunge Leonardi – proprio nel periodo del confinamento per la pandemia e questo ci ha ripagato con risultati che tuttora continuano ad arrivare da parte dei clienti». Uno dei grandi vantaggi competitivi dell’azienda è costituito da un costante programma di formazione con frequenti webinar, anche trasversali poiché spesso partecipano privati committenti che intendono approfondire il tema della sicurezza.

«Quanto alla carenza di componenti, non si è affatto risolta, ma abbiamo a suo tempo anticipato gli acquisti cercando di avere riserve sufficienti. E poi, grazie al fatto di essere abituati a reagire in modo flessibile a questi problemi, abbiamo anche riprogettato i nostri circuiti elettronici. Tutto questo richiede tempo e risorse, ma da sempre investiamo il 10-15 per cento del fatturato in R&S, così siamo arrivati a esportare il 60% dei nostri sistemi sin dagli anni 2000». Un altro dei segreti è la modalità scelta da molti anni dalla Cias di praticare l’internazionalizzazione partecipando, ben preparati e agguerriti, alle fiere professionali internazionali come l’Intersec di Dubai, dove sono stati i primi operatori italiani a essere presenti, sin dal 2003. Ed ora l’azienda sta seguendo la grande transizione energetica dell’Arabia Saudita che intende valorizzare il turismo e le energie alternative, così che le richieste di protezione perimetrali non riguardano solo i pozzi petroliferi ma i nuovi progetti urbani e gli impianti di fornitura idrica.

La barriera a microonde abbatte i ‘falsi allarmi

Quella della Cias è una storia molto “italiana” poiché unisce capacità imprenditoriali, creative e lungimiranza. Nel 1974, a Milano, tre amici – Vincenzo De Astis, Giuseppe Leonardi e Bruno Gasparini – applicando speciali algoritmi di analisi Fuzzy Logic alle barriere digitali a microonda, rivoluzionarono gli standard delle protezioni perimetrali esterne, facendosi poi conoscere in tutto il mondo grazie a una coraggiosa – per quei tempi – strategia di internazionalizzazione. Il segreto di questa tecnologia è la sua estrema affidabilità che taglia drasticamente i casi di falsi allarmi. Alla fine degli anni ‘90 la seconda generazione di imprenditori, Fabrizio Leonardi e Raffaele De Astis, ha implementato il carattere internazionale di Cias, i cui sistemi vengono spesso premiati nelle diverse fiere del settore. Dalla collaborazione con un’altra azienda italiana, la Inim, è nato un sistema multisensore, Synapses, una sinergia tecnologica che fa interagire la video analisi con i  security elettronica due tipologie di protezione nate come alternative ma che in questo caso vengono integrate massimizzando i vantaggi di entrambi i sistemi.