Nel Mondo delle Pmi

Dalla campana di Roosevelt lo spirito glamour di Capri

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di Gianni Lepre consigliere del Ministro della Cultura

Torniamo a parlare di gioielleria, per aprire un fronte nuovo su quelle imprese d’eccellenza che fanno grande il nostro tricolore nel mondo. Oggi ci occuperemo di una di queste che dalla culla del mondo secondo i Latini, l’isola azzurra di Capri, ha esportato in tutto il globo il fascino e l’esuberanza del Made in Italy: Chantecler.

Una storia di passione, dedizione e grande creatività che fa oggi dell’impresa degli eredi di Salvatore Aprea una delle perle del brand di riferimento e del Sistema produttivo italiano.

Ma vediamo come nasce Chantecler nella meravigliosa isola azzurra. Tutto inizia il 20 ottobre del 1944, durante l’epilogo della seconda guerra mondiale, a Capri, magica e visionaria, fonte d’ispirazione di artisti, scrittori e poeti di tutto il mondo. Il primo personaggio del nostro racconto è il giovane Pietro Capuano, erede di una stirpe di gioiellieri napoletani; Pietro fu soprannominato Chantecler per il suo carattere eccentrico e irriverente, simile a quello del gallo protagonista dell’omonima novella di Edmond Rostand.

Questa la prima pietra di quello che poi sarebbe stato uno dei marchi più famosi al mondo. Nel 1944, esattamente 79 anni fa, il giovane Pietro Capuano realizzò una campana di bronzo da regalare al Presidente americano Franklin Delano Roosevelt, come portafortuna per la fine della guerra. Un gesto storico, che affonda le sue radici nella leggenda caprese di San Michele, che donò ad un giovane pastore una campanella grazie al cui tintinnio il pastorello riuscì a ritrovare la sua pecorella smarrita.

Da quel momento la campana di bronzo donata al presidente USA da Capuano divenne nell’immaginario collettivo un talismano riconosciuto come simbolo di Pace e Fortuna.

Ma la storia continua, e sei anni dopo, nel 1950 Pietro Capuano, assieme all’amico Salvatore Aprea, fonda il marchio Chantecler e apre una gioielleria che diventa subito meta dei protagonisti del jet set internazionale. Da Jacqueline Kennedy a Audrey Hepburn, a Ingrid Bergman Rossellini, i capolavori creati dall’estro di entrambi hanno incantato attrici, principesse e aristocratiche da tutto il mondo.

Da quel 1950 sono passati decenni di fama internazionale e grande lavoro artigianale che ha condotto l’azienda a traguardi inimmaginabili. Nel 1982 l’impresa viene rilevata da Salvatore Aprea, mentre nel 1994 la grande e prestigiosa azienda viene rilevata dai figli di Salvatore Maria Elena, Costanza e Gabriele con la moglie Teresa, che iniziano iniziano il loro percorso moderno in Chantecler.

All’avvio del nuovo millennio Chantecler Capri apre una boutique a Tokyo, mentre nel 2003 è la volta di Milano, trasferendo il quartier generale dell’impresa dall’isola azzurra al Centro Orafo Il Tarì di Marcianise. Nel 2010 ulteriore trasferimento a Milano con apertura di un’unità produttiva a Valenza Po.

Chantecler è un’impresa di una famiglia storica dalla valenza e vocazione internazionale.

Capri e la dolce vita, l’esprit Caprese e il ‘glam’ dell’epoca sono stati e sono tuttora l’essenza del marchio. Ma ciò che più importa è la grande tradizione e la maestria orafa con la quale sono state e vengono ancora trattate le pietre rare e preziose che nelle mani degli artigiani si incastonano in micro-architetture fiabesche, dando vita a montature ardite e inattese ma leggere e portabili. Volumi talvolta importanti e di impatto, caratterizzati dalla vestibilità facile e versatile.

Uno stile ed un’eleganza senza tempo, dunque, che i clienti apprezzano, diventando nel contempo acquirenti ed amici del brand e della famiglia Aprea.

Chantecler riassume in sé la vitalità, solare e mediterranea, dell’isola di Capri, un laboratorio di mode, tendenze e divertimento, lusso e ironia. Un incessante terreno di gioco e ispirazioni. Il gioiello Chantecler porta impressa questa gioia di vivere, ne diventa simbolo, messaggio e icona.

Oggi, Chantecler mantiene quell’adattabilità e meticolosa attenzione ai dettagli che sono tipiche della tradizione delle imprese familiari italiane.

A questa visione Gabriele Aprea, con la moglie Teresa e le sorelle Maria Elena e Costanza Aprea, eredi di Salvatore, hanno aggiunto quell’approccio manageriale tipico dei gruppi internazionali del lusso.

Una famiglia, un’impresa, la storia della gioielleria italiana che in quasi 80 anni ha attraversato e investe ancora oggi il Sistema Italia. Una tradizione importante, nella consapevolezza di un’eredità fatta di savoir faire, di sogni, di libertà e di visione.