Nel Mondo delle Pmi

Il patto secolare tra famiglie dietro gli utensili dei campioni

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di Dino Bondavalli

A guardare le cifre dei primi cent’anni di attività non stupisce che i suoi utensili e i suoi carrelli professionali siano una presenza fissa nei box e nelle officine degli sport motoristici di livello più alto, dalla Formula 1 alla Moto Gp, fino alla Superbike. Quella di Beta, azienda brianzola nata giusto un secolo fa a Sovico, a una manciata di chilometri dall’Autodromo nazionale di Monza è, infatti, una storia vissuta sempre ad altissima velocità.

Fondata nel 1923 da Alessandro Ciceri, bisnonno dell’attuale presidente e amministratore delegato, Roberto Ciceri, l’azienda è punto di riferimento a livello internazionale per tutti quegli attrezzi che sono fondamentali non solo nella nicchia degli sport motoristici, ma anche nella manutenzione industriale, nella meccanica e nell’autoriparazione.

E, da qualsiasi prospettiva si decida di guardare, i giravite, le chiavi inglesi, le pinze, le chiavi di manovra, le brugole e i cricchetti Beta sono universalmente considerati il top sul mercato.

Mio bisnonno era un operaio specializzato con un istinto molto sviluppato per i materiali, che decise di dar vita a una sua attività, prima per la produzione di stampi e poi direttamente per lo stampaggio a caldo.

Racconta Roberto Ciceri, che rappresenta la quarta generazione nell’azienda di famiglia, all’interno della quale opera già anche la quinta.

Da lì ha preso il via un secolo di storia fatto di audacia e spirito imprenditoriale, in una progressione che non si è mai interrotta e a cui le diverse generazioni della mia famiglia hanno sempre assicurato un forte contributo personale.

Nel corso dei decenni Beta è riuscita a crescere fino a diventare il marchio leader dell’utensileria professionale e a costruire un gruppo che oggi conta quasi 1.100 dipendenti, 10 stabilimenti produttivi in Italia, 11 filiali nel mondo e un fatturato che nel 2022 è stato di oltre 225 milioni di euro. Lo ha fatto grazie anche a una serie di valori che sono stati trasmessi in eredità da una generazione all’altra insieme con l’azienda.

Noi abbiamo individuato e declinato i nostri valori guida in audacia, impegno, armonia e talento.

Spiega Ciceri. Ma il vero ingrediente segreto, che forse solo un’azienda familiare così radicata sul proprio territorio è in grado di esprimere, è il capitale umano.

Non a caso Ciceri, brianzolo atipico che dietro ai modi affabili e a un’ironia irresistibile rivela una visione imprenditoriale illuminata che va a braccetto con l’amore per la competizione che da sempre fa parte del Dna aziendale, sottolinea l’importanza del legame con i dipendenti e collaboratori del gruppo.

Quando diciamo che la nostra è un’azienda familiare non intendiamo riferirci solo alla proprietà, ma anche a chi ci lavora.

Spiega con orgoglio.

Da noi ci sono famiglie che lavorano in Beta da più generazioni ed è raro che qualcuno se ne vada altrove, perché siamo tra le prime scelte come azienda per chi cerca un lavoro, sia in termini di ambiente, sia di garanzie e tutele.

Dalla cura degli ambienti di lavoro fino al welfare aziendale, gli aspetti che contribuiscono a migliorare la vita di dipendenti e collaboratori sono moltissimi. Il resto, in una competizione globale nella quale Beta si confronta con grosse realtà multinazionali di tutt’altre dimensioni, lo fa la capacità di essere sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza:

Non crediamo tanto nei brevetti, piuttosto nella velocità, perché preferiamo che siano gli altri a inseguirci.

Assicura Ciceri. Sotto la sua guida negli ultimi sette anni il marchio brianzolo ha più che raddoppiato il fatturato, che per il 2023 punta a superare i 270 milioni di euro, e il numero di dipendenti. Questo anche grazie a una serie di acquisizioni che hanno portato il gruppo ad allargare il proprio raggio d’azione a settori comunque contigui a quello storico. Dai sistemi di connessione elettrica e degli attrezzi da lavoro per l’elettricista (con l’acquisizione di BM Spa), all’architettura e arredamento da officina (3DBeta), dalle verniciature speciali di arredi in metallo (VGF) alla produzione di abrasivi (con Abra Beta ed Elpa Abrasivi), fino alle saldature, con l’ultima acquisizione, quella dell’azienda vicentina Helvi.

Oggi Beta ha in catalogo oltre 20mila articoli diversi, che diventano oltre 40mila se si considerano anche le altre aziende del gruppo. Esporta in oltre cento Paesi e ha una quota di fatturato estero intorno al 40%. Non male per una realtà che, dopo un secolo di storia, è ancora saldamente in mano alla famiglia di origine, le cui intenzioni sono di rimanere ancora a lungo alla guida del gruppo.

Ora focus sui mercati emergenti con prodotti a prezzi contenuti

Roberto Ciceri
Roberto Ciceri

Conquistare una serie di mercati nei quali la capacità di acquisto dei professionisti può essere più limitata. E diffondere anche in quei Paesi nei quali gli utensili di gamma più alta non sono presenti (per ragioni di costo) una cultura della qualità degli attrezzi di lavoro con un rapporto prezzo-prestazioni il più favorevole possibile.

Sono questi gli obiettivi a cui Beta ha lavorato nell’ultimo biennio e che hanno trovato realizzazione nella nuova gamma di utensili Beta Worker, nata sulla scia della già esistente Beta Easy e destinata in particola modo ai mercati emergenti.

L’idea è quella che i prodotti professionali siano necessari anche nei Paesi che hanno capacità di acquisto più limitate e nei quali i top brand al momento non vendono, né che si tratti di Beta, né di altri.

Spiega Roberto Ciceri, presidente e amministratore delegato del gruppo Beta. «Per entrare in questi mercati abbiamo lavorato in modo da proporre prodotti con costi più contenuti e caratteristiche professionali un po’ meno spinte di quelle del top di gamma, ma comunque di gran lunga maggiori di quelle necessarie per soddisfare le esigenze dei migliori professionisti».

L’operazione è partita dagli aspetti estetici e dal packaging, per poi interessare anche una parte delle prestazioni che la gamma top garantisce a prescindere e che nella maggior parte dei casi vanno ampiamente al di là di quelle che sono le esigenze di chi adopera gli utensili anche negli ambienti più sfidanti, come la Formula 1 o la Moto Gp. I suoi frutti si stanno già vedendo sia in Italia sia all’estero, con i primi ordini da mercati nei quali in passato i prodotti Beta erano sempre stati considerati fuori portata.