Tratto dall'edizione numero 51 del 29/09/2023

La realpolitik della manifattura guarda all’Europa

di Gabriele Politi

scritto il

Dalla “difesa sistemica” a una strategia attiva per influenzare le scelte economiche e politiche a livello comunitario. Tutti compatti nel perseguire questo obiettivo gli oltre 100 imprenditori presenti all’iniziativa organizzata presso la Camera di Commercio di Brescia dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi

La vocazione internazionale del sistema industriale lombardo è cosa nota: la quota di fatturato prodotto all’estero nel 2022 dalle Pmi della regione guidata da Attilio Fontana è pari al 44,2%, l’export è la principale modalità di presenza all’estero (96%) e il valore delle esportazioni di beni è cresciuto lo scorso anno del 27,5% rispetto al 2019. Complessivamente, rispetto al periodo pre Covid, il 38,5% delle imprese sul territorio ha aumentato le proprie quote di mercato fuori dall’Italia.

Una fotografia ribadita nell’incontroLa Regione per le imprese: sfide e prospettive dell’industria manifatturiera’ che ha messo di nuovo a confronto l’assessorato allo Sviluppo Economico di Palazzo Lombardia e tutte le associazioni di categoria del settore (Confindustria, Confapindustria e Confimi).

Il tema dell’internazionalizzazione è dunque centrale per la crescita e la competitività della nostra industria ed è indispensabile che, laddove l’Istituzione regionale debba cedere il passo a competenze altrui, esista una “massa critica” in grado di orientare e suggerire le politiche produttive ed economiche necessarie.

«Ormai da due anni – ha sottolineato l’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi – non sono le aziende ad andare in Regione ma è la Regione che va dalle imprese».

Si parla ormai di un vero e proprio ‘metodo Guidesi’ basato sull’ascolto, sulla collaborazione, sul lavoro a sistema che tanto piace agli imprenditori. «Dove, come Regione, non avevamo le competenze nelle scelte – ha spiegato Guidesi – abbiamo promosso questo coinvolgimento per individuare le possibili soluzioni. Lo abbiamo fatto sull’energia, sul credito e su tanti altri temi». Il sistema che si è creato, ha proseguito Guidesi, «ai può ampliare ancora, affinché il nostro peso economico possa essere sempre di più anche politico, istituzionale e propositivo al punto da influenzare le scelte di chi deve decidere».

L’altro tema sul tavolo riguarda le contingenze economiche che cambiano velocemente per cause esterne: «Abbiamo bisogno di essere flessibili e quindi capaci di cambiare rapidamente» ha detto l’assessore, «Il confronto è anche orizzontale e lo dobbiamo fare con le principali regioni produttive europee».

La capacità adattiva del tessuto industriale lombardo è uno dei punti di forza più volte sottolineato: «La nostra industria – ha affermato il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella – in questi anni ha dimostrato di sapersi adattare a cambiamenti e shock epocali innovando e riposizionandosi nelle catene del valore.

I costi energetici non competitivi e il crescente costo del denaro stanno penalizzando le nostre imprese, ripercuotendosi sugli investimenti con segnali preoccupanti che arrivano da più territori. Il rafforzamento della collaborazione con le istituzioni regionali e con tutti gli attori sociali ed economici diventa sempre più strategico affinché questa non diventi per l’industria la nuova normalità».

Nel prossimo futuro la manifattura lombarda dovrà fare i conti anche con altri elementi critici. Ne è convinto il presidente di Confimi Lombardia Francesco Ferrari:

Il rialzo dei tassi di interesse sta scoraggiando gli investimenti e il caro vita influenzerà negativamente l’export.

Inoltre, Ferrari ha puntato il dito sulla carenza di manodopera specializzata «necessaria a produrre in settori di nicchia che richiedono alta qualità di risorsa umana, professionalità oggi introvabile, ricercata e pagata a suon di prezzi al rialzo al miglior offerente».

Luigi Sabadini, presidente di Confapindustria Lombardia, ha posto particolare attenzione sull’ennesimo aumento da parte della Bce dei tassi di interesse: a Francoforte, secondo Sabadini «hanno il dogma dell’inflazione al 2%: sembrano il medico che ammazza il paziente per arrivare al numero di battiti cardiaci che si è prefissato in un tempo ristretto, senza aspettare di vedere se la cura fa effetto o meno. È una strategia che rischia di distruggere il tessuto economico».

Guidesi conclude: «Le scelte di indirizzo politico a livello europeo possono essere influenzate dalla politica del realismo: dobbiamo passare dalla difesa sistemica a un attacco propositivo e condiviso con le altre regioni che, come noi, contribuiscono alla crescita dell’Europa. Molto complicato e difficile, ma siamo la Lombardia e questo ruolo ci spetta».