Nel Mondo delle Pmi

L’altra Italia ai mondiali di Doha

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di Elena Puliti

Nonostante la mancata qualificazione degli azzurri ai mondiali di calcio ci sarà comunque un pezzo del nostro Paese tra i protagonisti a Doha.

Sono le aziende che si sono occupate della costruzione di grandi impianti dell’evento, come Salini Impregilo, costruttrice dello stadio Al Bayt che il 20 novembre ospiterà la partita di esordio dei mondiali.

Una struttura ispirata alle tende utilizzate dai popoli nomadi, progettata per essere in parte smontata e rimontata altrove una volta terminati i Mondiali. Lo stadio è costruito in modo da poter ridurre la capacità da 60mila a 32mila posti, convertendo una parte in un hotel e un’altra in shopping center, mentre il terzo anello sarà smontato e donato alle nazioni in via di sviluppo bisognose di infrastrutture sportive. Alla costruzione ha partecipato un’altra azienda italiana, la Cimolai S.p.a. di Pordenone, realizzando e montando le gradinate superiori, le membrane e l’intera copertura mobile in acciaio che rappresenta la parte più avveniristica dell’intero progetto.

Il tetto è largo 100 metri e lungo 160 metri e può aprirsi o chiudersi in due metà verso il centro del campo in circa 20 minuti. La struttura è stata costruita con oltre 30mila tonnellate di acciaio, composte dai tubi realizzati negli stabilimenti friulani di San Giorgio di Nogaro, Monfalcone, Polcenigo e Roveredo in Piano (PN)  e poi trasportati in Qatar.

Con i suoi 200mila metri quadrati di estensione, inclusi parchi e aree verdi realizzate per accrescere la vivibilità della città e offrire alle famiglie ampi spazi all’aperto, l’Al Bayt Stadium si distingue anche per l’impiego di materiali a basso impatto ambientale provenienti da fonti riciclabili. Il genio italiano si manifesta anche nella progettazione della copertura che è retrattile e trasparente, riduce il consumo energetico e consente alla luce solare di favorire la crescita del manto erboso.

Il Campionato del mondo di calcio attirerà nella piccola penisola circondata dal Golfo Persico milioni di tifosi, che si sposteranno su una metropolitana made in Italy. La Red Line North sarà la prima linea metropolitana cittadina, e si sviluppa in direzione nord dalla stazione di Mushaireb, per una lunghezza di circa 13 chilometri attraverso sette nuove stazioni sotterranee, costeggiando il lungomare artificiale chiamato La Corniche di Doha, realizzate sempre da Salini Impregilo.

La metropolitana dell’emirato trasporterà la bellezza di 600mila persone, grazie alle tre linee che comprendono la Red Line, la più lunga, formata da sette stazioni sotterranee – costruite dalla Salini – e altrettante in superficie, opera di un’altra azienda tricolore, la friulana Rizzani de Eccher S.p.A.

«Rizzani de Eccher, in qualità di General Contractor, leader di due joint ventures internazionali, ha progettato e costruito 7,5 km di linea metropolitana e tre stazioni passeggeri a Doha, in Qatar», ha raccontato Giovanni Cerchiarini, Chief Executive Officer Rizzani de Eccher S.p.A. «Per l’esecuzione di questo progetto ci siamo avvalsi anche delle competenze e capacità tecniche delle società specialistiche del Gruppo, attraverso la consociata Deal che è stata coinvolta nella progettazione, fornitura di attrezzature specializzate nella prefabbricazione e varo dell’impalcato dei viadotti, e la consociata Tensacciai al fine di progettare, realizzare e installare sistemi di post-tensione e strumenti antisismici. Il nostro gruppo è orgoglioso di aver contribuito a uno dei sistemi di trasporto ferroviario più avanzati al mondo, costruito in preparazione alla Coppa del Mondo FIFA 2022».

La costruzione della metropolitana è stata una difficile sfida ingegneristica a causa del territorio, basti pensare che Doha è una città sorta dal nulla in mezzo al deserto, per questo sono serviti tre anni e tecnologie sofisticate per scavare tunnel al ritmo di 13 metri al giorno, facendosi strada tra le rocce sabbiose.

Fra le altre aziende italiane protagoniste della costruzione degli impianti di Doha c’è anche Aristoncavi, azienda leader per la produzione di cavi elettrici per applicazioni speciali con sede a Brendola (Vicenza). Grazie ai suoi cavi il Lusail Stadium, che ospiterà dieci partite e la Finale della Coppa del Mondo, potrà avere i backup dei generatori. Oltre ai 130 chilometri di cavi dello stadio, sono stati forniti anche tutti quelli per le cabine delle stazioni fino ad arrivare ai caricatori che alimentano tutta la flotta di autobus elettrici utilizzati per la manifestazione (per un totale di 100 chilometri di cavi).

Le otto stazioni del trasporto pubblico sono parte dell’attuazione del programma di infrastrutture integrato e sostenibile ideato dal Paese per coprire tutte le aree urbane. Inoltre, l’azienda di Brendola ha fornito quattro chilometri di cavi per l’attrezzatura e la fornitura dell’acqua potabile al Porto turistico nella Corniche di Doha – la passeggiata a forma di mezzaluna nella baia, che farà visitare la città ai tifosi via acqua.

Ancora una volta le imprese italiane si dimostrano un’eccellenza, e non serve un ripescaggio come abbiamo sperato per gli azzurri. Le italiane sono già in finale!