Nel Mondo delle Pmi

Nel paradiso dei chitarristi il business suona familiare

Scritto il

di Lorenza Resuli

Entri da Gino Guitars ed è subito America. Quella più cool, perché in mezzo alla grande sala – tappezzata di strumenti e locandine amarcord – troneggia un divanetto di pelle dall’aria vintage, dove una chitarra da diverse migliaia di euro è lascivamente abbandonata come a voler attirare le mani di qualcuno.

Gino Guitars
Gino Guitars

Ma guai a toccare questa sirena rockettara! Gianluca della Porta, il giovane proprietario e gestore di questo luogo magico, è gelosissimo delle “sue” creature, che tratta alla stregua di fiori delicati da proteggere. Aggirandosi in questi 400 metri quadrati che custodiscono quasi mille chitarre acustiche ed elettriche sembra di essere al Chicago Music Exchange. Di qui passa gente come Jovanotti, Fedez, Bennato, Gabbani, Diodato e Thomas Raggi dei Måneskin.

Eppure questo gioiello di boutique, incastonato nella Milano di viale Certosa, non è “born in the Usa”, ma affonda le radici, o meglio, le corde nella provincia di Varese.

È il figlio prodigio di un piccolo negozio di strumenti musicali, nato dalla smisurata passione per la musica di Gino, chitarrista jazz di professione, e tenuto a battesimo a Gallarate nei ruggenti Anni Sessanta. Gianluca ci bazzica fin da piccolo e, a soli 16 anni, inizia ad affiancare il padre e la mamma Nadia nell’attività di famiglia, occupandosi dello sbarco nel mare magnum della rete e convincendoli a specializzarsi nel settore delle chitarre.

Abbiamo scelto questo strumento non solo per una questione sentimentale, ma anche commerciale, vista l’obsolescenza molto bassa delle chitarre, che di solito hanno una vita molto più lunga di altri strumenti -racconta Gianluca.

È il punto di svolta, l’e-commerce tira, le vendite aumentano ma è solo l’inizio. Lo sguardo imprenditoriale di Gianluca della Porta è già oltre lo stretto panorama provinciale, studia la concorrenza italiana ed europea per identificare i punti di forza e debolezza degli altri negozi, vuole differenziarsi e creare qualcosa di unico: la boutique che nel 2016 ha aperto i battenti a Milano e che oggi vende in tutta Italia e in Europa, con un fatturato di 3,3 milioni di euro. Grazie anche a un sito all’avanguardia sotto tutti i punti di vista, aggiornato in tempo reale.

Nessun effetto collaterale della pandemia? Tutt’altro.

Con il Covid il nostro settore ha registrato una crescita senza precedenti. Non si spendeva più per viaggi e ristoranti, ma per le proprie passioni sì. In quel periodo, sono nati nuovi musicisti e quelli “vecchi” hanno potuto ampliare il loro parco strumenti – conferma il giovane imprenditore, che aggiunge – solo nell’ultimo anno siamo tornati alla normalità anche per l’aumento dei prezzi della merce acquistata.

Nello spartito che racconta la storia di questa coraggiosa impresa a conduzione familiare si ritrovano intuito imprenditoriale, passione, ma anche la volontà di mantenersi sempre aggiornati. Gianluca è spesso in viaggio alla volta delle più importanti firme del settore: Fender in Europa, Gibson a Nashville.

È importante mantenere contatti diretti con i marchi, con la loro casa-madre. Sono rapporti che si consolidano nel tempo e fondamentali per captare il mercato, per essere sempre avanti.

Proprio grazie a queste relazioni, da Gino Guitars si possono ordinare chitarre Fender e Gibson “made to measure”, ovvero su misura, scegliendo tutte le specifiche tecniche (legni, hardware, tasti).

È un processo complesso che richiede tempo e fatica – ammette il proprietario.

Ma l’attenzione verso la qualità, la competenza, il desiderio di “accontentare” il cliente, nell’accezione più positiva del termine, possono rappresentare la salvezza dei negozi “fisici”, evitando che il mercato venga fagocitato dai colossi di settore dell’e-commerce, come Thomann. Vuoi mettere tra scegliere una chitarra guardandola al computer o suonandola sul divanetto di Gino Guitars?

Un talento per gli affari ereditato dal papà

Nella famiglia della Porta il vero musicista di casa è stato papà Gino, che prima di aprire il negozio di Gallarate nel 1967 passò oltre due lustri sui palchi europei, accompagnando con la sua chitarra artisti del calibro di Tony Renis, Quartetto Cetra, Nilla Pizzi. Dal padre, che non c’è più, Gianluca eredita il talento imprenditoriale. Non ancora maggiorenne crea il primo sito del negozio e intuisce che è arrivato il momento di restringere il campo alle chitarre. E, mentre si laurea alla Bocconi e gestisce il negozio insieme a mamma Nadia, tuttora attiva a Gallarate, progetta il grande salto a Milano nel 2016, a 28 anni. E ora? Spiega Gianluca:

È un modello di negozio difficilmente replicabile. Si può puntare a un’ulteriore crescita dell’online, ma è importante che i fornitori capiscano che gestiamo i prodotti in modo diverso dai megastore. La politica al ribasso che quest’ultimo può esercitare rischia di inglobare anche prodotti d’alta gamma, svalutandoli mentre andrebbero valorizzati.

Come possono i David (negozi online) difendersi dai Golia (megastore)?

Differenziandosi per la qualità del servizio offerto, rendendo l’acquisto il più simile possibile a quello in negozio. I produttori, dal canto loro, dovrebbero differenziare i cataloghi, proteggendo nicchie di prodotti dal calderone dei megastore. Ciò vale soprattutto in un settore, come quello delle chitarre, dove un modello da 10mila euro deve essere mantenuto esclusivo, difficile da reperire, unico. Eppure, oggi marchi che hanno creato prodotti emblematici, con un valore intrinseco come immagine, fanno ben poco per salvaguardarli. La colpa? La logica del fatturato, che fa crollare qualsiasi filosofia commerciale!