Nel Mondo delle Pmi

Pilomat e il nemico mondiale delle auto

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di Paolo Cova 

Si chiama volgarizzazione del marchio. È quel fenomeno per cui un nome proprio commerciale o un marchio di un prodotto, magari anche brevettato, assurge nell’immaginario collettivo a nome comune. È il caso di scotch, borotalco, kway, postit, walkman, jeep, cellophane per citarne solo alcuni. Ed è il caso di pilomat, il dissuasore del traffico a forma di colonnina che emerge dal terreno quando necessario, che ormai troviamo in tutti i nostri centri storici. A produrlo e a diffonderlo in tutto il mondo è la Pilomat (con la maiuscola, questa volta), azienda con sede a Grassobbio (Bergamo), leader mondiale nelle soluzioni di controllo degli accessi veicolari, in particolare nei dissuasori automatici, e in generale nel settore della sicurezza.

Pilomat nasce nel 1972 come azienda familiare per iniziativa dei fratelli Bruno e Sergio Toffetti. Si specializza nel progettare, produrre e commercializzare dissuasori (automatici, semiautomatici, removibili, temporanei e fissi), road blocker, tyre killer, barriere, city gate e secure parking. A fine del 2016 l’acquisizione del 70% dell’azienda da parte del gruppo Hörmann, leader europeo nelle chiusure civili e industriali, che nel 2019-2020 acquisisce poi il restante 30%.

Hormann – spiega Stefano Tuccio, amministratore delegato di Pilomat – è uno dei maggiori player mondiali per portoni, chiusure, cancelli motorizzati, porte automatizzate. Ha una quarantina di stabilimenti nel mondo con seimila dipendenti, più di un miliardo di euro di fatturato di gruppo.

Pilomat invece è nata e resta rigorosamente italiana: sede unica a Grassobbio, 56 dipendenti, oltre un centinaio di soluzioni tecniche in catalogo, 12 milioni di fatturato nel 2022 (+27% rispetto al 2021). Dalle indagini di mercato all’attività di ricerca, dallo sviluppo ingegneristico alla prototipazione, dalla produzione al collaudo, ogni singola fase è svolta nella sede produttiva di Grassobbio.

Hörmann – prosegue Tuccio – sta investendo in nuove nicchie e segmenti di mercato, ad esempio in cancelli e motorizzazioni per la casa. Il gruppo è presente in oltre 200 Paesi e quindi ci aspettiamo come Pilomat un allargamento dei mercati grazie alle sinergie di gruppo, che assicurano anche assistenza e montaggio worldwide. Come Pilomat facciamo l’80% del fatturato all’estero. Le nostre roccaforti sono il Nord Europa (Germania, Francia, Belgio e Olanda) ma siamo presenti anche in Medio Oriente, Stati Uniti, Arabia Saudita, Russia, India, Canada e Colombia.

Due le linee di prodotto di Pilomat: la Security Line che comprende soluzioni per il controllo degli accessi veicolari in zone pedonali, parcheggi e aree aziendali, e per la regolamentazione del traffico logistico. E la High Security Line che propone prodotti (dissuasori ma anche barriere e nastri per forare le gomme) progettati per il controllo degli accessi veicolari nelle aree di massima sicurezza quali edifici governativi, aeroporti, stadi, istituti di ricerca, basi militari, comandi di polizia o location in cui abbiano luogo importanti manifestazioni.

Il primo ambito – precisa Tuccio – fa il 70% degli ordini, il secondo il 70% del fatturato. La nostra peculiarità è di essere un’azienda verticale, altamente specializzata. Possiamo personalizzare il prodotto per esecuzione, materiali e tecnologia di controllo. Ogni prodotto è sottoposto a crash test e certificato secondo le normative più stringenti. Ogni anno trattiamo decine di richieste particolari dei clienti, utilizzando materiali speciali. Il tutto facendo i progetti in azienda, col nostro know how.

Per esempio per Milano facciamo dissuasori per le aree pedonali con coperchio in ottone che riproduce la mappa della città. A Barcellona forniamo dissuasori con cover ovali che siano armonizzati al resto dell’impianto architettonico delle ramblas. L’età media dei nostri addetti è di 41 anni, ma con discreta anzianità di servizio. In ognuno vedo molto attaccamento al marchio e al gruppo.

Provano in tanti a imitarci ma nessuno riesce

Il marchio Pilomat è forte e molto riconosciuto anche a livello mondiale. Certo, tentativi di imitazione ci sono ma il controllo a livello centrale, di gruppo Hörmann, è molto forte su brevetti e copie non autorizzate. Per noi il fatto che Pilomat sia un marchio volgarizzato è un vanto. Siamo stati pionieri nel settore, ora si tratta di mantenere il primato – spiega Stefano Tuccio.

Anche rispondendo a specifiche estreme richieste dal cliente:

Per una centrale nucleare ci è stato chiesto un road block su una strada cui accedevano anche camion pesanti, carichi di noccioli esauriti. La resistenza standard è di 40 tonnellate su un pianale di tre metri per due; ci venivano chieste  60 tonnellate distribuite su due punti (i due assali del camion). Siamo riusciti a soddisfare la richiesta.

In un altro caso abbiamo progettato in sole due settimane un dissuasore con resistenza all’impatto di 7,5 milioni di joule quando lo standard è 2 milioni. Abbiamo raccolto la sfida e l’abbiamo vinta.