Nel Mondo delle Pmi

Pitti Uomo: la moda torna a sciacquare i panni in Arno

Scritto il

di Pascale Mattei

In un panorama internazionale un po’ cupo, afflitto quasi quotidianamente da brutte notizie (ultima il golpe mascherato in Brasile), Pitti Uomo vuole restituire la voglia di muoversi, di divertirsi alla scoperta di nuovi esperimenti.

Pitti Way, questo è il tema della 103esima edizione della vetrina mondiale della moda maschile, che si svolge in questi giorni a Firenze (dal 10 al 13 gennaio). L’obiettivo è chiaro e illustra ancora una volta la politica attuata dal salone da diversi anni: creare connessioni tra diversi universi oscillanti tra moda, design e lifestyle, proponendo al visitatore un’immersione in un universo che lo lascerà a bocca aperta. Tanto che a Firenze preferiscono parlare di mostra piuttosto che di fiera.

Tra le molteplici incursioni di questa edizione, possiamo citare l’apertura agli accessori per animali PittiPets (si veda l’articolo qui sotto) e la creazione di the Sign, un nuovo spazio dedicato agli oggetti e ai complementi d’arredo. Da segnalare anche il ritorno di I Go Out, una sezione dedicata all’abbigliamento outdoor, dove la natura incontra lo stile.

In questo modo, dopo due anni difficili a causa del Covid, il salone si presenta di nuovo con le carte in regola per sedurre gli espositori, 789 marchi di cui circa il 40% stranieri, e i visitatori, almeno cinquemila buyer e 1.800 giornalisti provenienti da quasi tutto il mondo.

Certo, siamo ancora lontani dai numeri che caratterizzavano la manifestazione alcune stagioni fa: nel gennaio 2020, ultima edizione pre-Covid, la fiera aveva accolto quasi 22mila acquirenti, con un’offerta articolata intorno a circa 1.200 espositori.

Le aziende sono molto più attente ai loro investimenti e le tempistiche sono cambiate, ma i sentimenti riguardanti la manifestazione sono molto positivi. Nella moda maschile, chi vuole essere sul mercato deve passare per Pitti.

Dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. Lo testimonia la lista dei pretendenti espositori, diverse decine di aziende che sperano entrare all’interno della Fortezza da Basso.

I Brand di Pitti Uomo

È vero che, piccoli o grandi, quasi tutti gli attori della moda maschile italiana o straniera sono passati o passano prima o poi da Pitti Uomo. E tutti partecipano attivamente alla vitalità della manifestazione attraverso l’organizzazione di eventi all’interno o all’esterno della Fortezza Da Basso: una cena, un concerto, un’esposizione o ancora la presenza di un attore famoso.

Tra i brand leader possiamo citare Ermenegildo Zegna e Canali, che sono cresciuti all’ombra della manifestazione prima di decollare e di scegliere di sfilare a Milano nell’ambito di Milano Moda Uomo. Alcune stagioni fa Ermenegildo Zegna è tornato anche a Firenze, piattaforma ideale per il lancio di un nuovo progetto a livello internazionale. Altri come Kiton, Herno o ancora Brunello Cucinelli fanno parte dei “fedeli”.

Al di là dei marchi più noti, le PMI, perle rare che testimoniano un savoir-faire artigianale riconosciuto, rimangono nel cuore della manifestazione. Spesso anche al loro debutto in fiera, queste piccole aziende trovano un pubblico molto attento: dopo aver incontrato “i grandi nomi”, gli acquirenti internazionali dedicano loro generalmente l’ultimo giorno della rassegna, un’opportunità che si manifesta spesso in ordini concreti.

Tra le reclute messesi in evidenza nelle ultime edizioni si può citare Rifò, creata a Prato nel 2018, direttamente ispirata al mestiere locale tradizionale dei cenciaioli. L’etichetta che si è prefissata la missione di ridare una seconda vita ai vestiti usati ha iniziato con il cashmere rigenerato, ampliando poi la sua attività ad altri materiali come il cotone e più recentemente la seta. Tutta la produzione avviene a km zero. Il suo guardaroba d’ispirazione sportswear al maschile e al femminile, di posizionamento medio-alto, ha già conquistato 200 negozi nel mondo.

Il successo di Pitti Uomo si basa su una regia attenta, che permette a tutti di sfruttare al meglio la manifestazione.

È importante che l’espositore giusto sia installato nel posto giusto, il che gli darà una buona visibilità.

Riassume Napoleone.

Percorso espositivo

Il percorso espositivo con le sue molteplici sezioni (sette per l’edizione in corso) è rigoroso nel presentare nella loro completezza le tendenze più recenti dell’abbigliamento maschile, dal più classico al più esuberante, senza dimenticare un’apertura all’estero: un esempio è Scandinavian Manifesto, che da diverse edizioni mette in scena una moda nordica particolarmente innovativa con marchi provenienti da Svezia, Danimarca, Islanda e Svezia, una decina in totale.

Talenti emergenti

Altro punto di forza della “mostra”, uno sguardo preciso e acuto sui talenti emergenti del momento. Se in passato abbiamo potuto assistere alle sfilate di pesi massimi della moda come Givenchy o Jil Sander, Pitti Uomo punta ormai su nomi meno conosciuti, a volte insoliti. In questa stagione ad affrontare i riflettori fiorentini sono lo stilista belga Jan-Jan-Van Essche, promotore di una moda fluida ed essenziale, e la designer anglo-giamaicana Martine Rose, apprezzata per il suo approccio multiculturale.