Nel Mondo delle Pmi

Stone Italiana, l’azienda che impasta il marmo

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di Paola Guidi e Franca Rottola

Quel grande, inesauribile serbatoio di innovazione e dinamismo costituito dalle PMI italiane riserva continue sorprese, con una serie di primati che evidentemente prescindono, contro tutte le tradizionali teorie macroeconomiche, dalle dimensioni aziendali. Ed ecco che in un settore dove – sempre in teoria – comandano le multinazionali, arriva un’impresa, Stone Italiana, con una storia anche recente perché parte nel 1979, che è la prima al mondo a utilizzare la tecnologia che produce marmo ricomposto, e successivamente anche il quarzo, per il settore dell’arredamento di interni di alta qualità.

Si tratta cioè di un marmo prodotto industrialmente ma con caratteristiche personalizzabili come alternativa ai costosissimi materiali naturali esistenti sul mercato. Non è un materiale di sintesi, costituito da plastiche o simili: è un materiale che, partendo da minerali di pregio ma di risulta, riciclati, si presenta dopo le complesse lavorazioni – originali della Stone Italiana – in tantissime varianti di texture, colorazioni, superfici, e che offre ad architetti, progettisti e marmisti infinite soluzioni cromatiche e ricche di elementi che impreziosiscono la materia prima, rendendola raffinata oltreché completa dei più alti valori tecnici di resistenza, durabilità ed effetto scenografico.

Il nome con il quale oggi i prodotti dell’azienda sono connotati e noti in tutto il mondo è Cosmolite.

Ma poiché i materiali compositi ricomposti costituiscono un mondo di grandi dimensioni e molto diversificato, non sempre di pregio, occorre qualche spiegazione. Per le sue lavorazioni Stone Italiana impiega terre di spazzamento delle strade, polvere di specchio, vetro, madreperla, granito bianco Montorfano. E si tratta solo di alcuni degli inserti presenti in percentuali variabili in alcuni prodotti che, richiedono lavorazioni speciali, patrimonio dell’azienda. Il Cosmolite, in questo grande catalogo, rappresenta – come ama definirlo il fondatore, Roberto Dalla Valle – il materiale del presente e del futuro perché composto al 100% di minerali riciclati pre-consumo.

Che cosa ancora distingue le forniture di Stone Italiana da altre che oggi trattano questi materiali? «La sperimentazione – risponde Dalla Valle – la nostra parola d’ordine che guida il lavoro quotidiano di tutte le donne e gli uomini di Stone Italiana. Dalla gamma estetica all’accrescimento delle prestazioni del prodotto, passando per l’attenzione ai trend del momento: tutto passa attraverso la lente della ricerca, anche grazie a un impianto tecnico che, seppur altamente sofisticato, non abbandona mai il carattere magico del laboratorio artigiano».

Un’altra tappa del percorso di Stone Italiana è la particolare lavorazione del quarzo: con impianti tecnologicamente avanzati vengono esaltate le sue prestazioni. «Nascono così le lastre Stone Italiana in quarzo ricomposto – spiega Dalla Valle – durevoli ed esteticamente uniche. Resistente a graffi, macchie e urti, il quarzo Stone non essendo assolutamente poroso ha una naturale avversione all’infiltrazione di liquidi, alimenti e batteri. Ne derivano superfici dagli elevati standard igienici, oltre che una estrema facilità di manutenzione e pulizia».

Una grande produzione di quelli realizzati industrialmente oggi proviene dall’India e dalla Cina, ma ha le caratteristiche di una forte standardizzazione che non consente soluzioni su misura, flessibili e personalizzabili. Qualità che invece sono garantite da Stone Italiana, i cui prodotti non hanno solo una componente formale originale ma anche requisiti tecnologici che garantiscono anche facilità di installazione e un basso impatto ambientale certificato. Un plus in termini ambientali e di “economia circolare”, perché proprio le caratteristiche intrinseche contribuiscono all’ottenimento del credito LEED V4 “Building product Disclosure and Optimization – Sourcing of raw materials” per i clienti che se ne dotano nelle proprie installazioni.

La sostenibilità è un punto fisso. Stone Italiana ha condotto lo studio LCA – Life cycle assesment analizzando gli impatti dei propri materiali a partire dall’estrazione delle materie prime fino al fine vita dei materiali stessi. Grazie a questi studi, l’azienda ha ottenuto la dichiarazione ambientale di prodotto EPD che fornisce dati ambientali sul ciclo di vita dei prodotti in accordo con lo Standard internazionale ISO 14025.

Esperimenti cromatici con le griffe della moda

Stone Italiana nasce nel 1979 dal fiuto imprenditoriale di Roberto Dalla Valle, che lascia la litografia di cui era titolare poiché intuisce le grandi opportunità di creare con lavorazioni ogni volta diverse materie e materiali ricomposti per l’Interior Design al posto dei costosissimi prodotti naturali e non lavorati. La sua esperienza nel mondo della stampa risulterà fondamentale per la ricerca che contribuirà a dare una identità propria al prodotto che la startup Stone Italiana si appresta a immettere sul mercato. Nel 1983 stringe un’importante collaborazione con Benetton che proseguirà fino al 1996 e che permetterà all’azienda di sperimentare nuovi colori e personalizzazioni.

Seguono altri grandi progetti per le principali case di moda come Stefanel, Moschino, Valentino, Fendi, Armani, Versace. Nel 1987 è fautore della grande commessa per la realizzazione dell’aeroporto Schiphol di Amsterdam e dal 1991 al 2000 segue in prima persona la fornitura delle 2.500 filiali di Deutsche Bank. «Sono anni di grandi progetti e grande sperimentazione: il prodotto Stone Italiana si evolve – sottolinea Della Valle – e con esso le possibilità applicative, la sua gamma cromatica e il ventaglio di scelta in termini di texture e finiture».

Roberto Dalla Valle conosce il valore della “risorsa umana” e da sempre imprime al suo modo di fare impresa uno stampo fermo, ma inclusivo. Ha due figlie, Paola e Silvia, oggi rispettivamente Cso e Cmo di Stone Italiana e un nipote, Piero, ad dell’azienda. Da un paio d’anni è entrata nel team la terza generazione della famiglia, inserita nel controllo di gestione e nel commerciale. Nel 2022 il fatturato ha superato i 26 milioni di euro (con 111 dipendenti) e le previsioni per il 2023 prevedono una crescita del 10 per cento che, tenendo conto dei costi crescenti dei trasporti, dei materiali e della guerra in Ucraina, testimonia un eccellente trend. Tutto è made in Italy, in due sedi produttive presso Zimella (Verona) e Villesse (Gorizia). L’attività di vendita di Stone Italiana si sviluppa su tutto il mercato internazionale, rivolgendosi a Paesi in ogni continente. I tre principali mercati sono Italia, Paesi Bassi e Usa.