Nel Mondo delle Pmi

Winelivery: dopo il delivery il digital bar

Scritto il

di Carmen Rolle

Compiere 6 anni e già avere una posizione di leadership sul mercato. È la storia di Winelivery, azienda leader in Italia nella consegna a domicilio di vini, birre e drink, che arrivano in soli 30 minuti alla giusta temperatura. Con tanto di ghiaccio e stuzzichini. Nel giro di poco più di un lustro l’azienda nata a Milano totalizza oltre 1 milione di app scaricate e la presenza in oltre 60 città.

Grazie una crescita del 303,73% registrata tra il 2017 e il 2020 e un consolidamento del fatturato di 9,2 milioni nel 2021 (7 volte quello del 2019), sale in cima alla classifica delle aziende Leader della crescita 2022 de Il Sole 24 Ore. Gli stessi numeri che la inseriscono tra le top10 della classifica FT1000: Europe’s fastest-growing companies del Financial Times dello scorso anno.

Come spesso accade, l’idea dell’enoteca su due ruote arriva per caso. Nel febbraio 2015 a una cena tra amici manca il vino e l’aiuto del telefonino: scoprono che a Milano non esiste ancora un servizio di consegna di alcolici a domicilio per la serata. Andrea Antinori (che a dispetto del nome è donna e non è parente con i marchesi fiorentini), Francesco Magro e Giovanni Roberto studiano il mercato d’Oltreoceano dove è già presente, e decidono di iniziare una start up tra lo scetticismo generale. Dall’intenzione alla prima consegna ci vuole meno di un anno: Winelivery apre i battenti a Milano a gennaio 2016 proponendo la sua prima app contenente oltre mille etichette.

Il 2017 è contrassegnato dalla seconda apertura, a Bologna, seguita nel 2018 da Torino, Bergamo e Firenze. Un percorso di crescita in cui l’equity crowdfunding è lo strumento fondamentale per trovare capitali: tra 2017 e 2018 Winelivery raccoglie su CrowdFundMe oltre 1,7 milioni di euro in tre round. Il 2019 è l’anno del primo consolidamento, chiuso con un fatturato di 1,5 milioni e altre 6 città aperte tra cui la Capitale. Complice il Covid, il 2020 vede l’esplosione di tutti i servizi di delivery e Winelivery registra risultati strabilianti: segna una crescita del 600% rispetto all’anno precedente, con 7,5 milioni di fatturato.

Sono tanti i fattori che sostengono il successo. Certo, è un comodo servizio salva-serate ma anche un sistema utilizzato per recapitare un regalo all’ultimo minuto o per trovare consiglio quando si è avvezzi al digitale ma poco competenti in fatto di vino. Altro elemento, i costi. Winelivery gestisce direttamente il rapporto con le aziende produttrici, riducendo la catena del valore, e può così offrire un servizio premium a prezzi competitivi. Non manca neppure l’attenzione ai dettagli: perfino i rider sono scelti con cura. Oggi Winelivery è un’azienda che è passata da 3 dipendenti a più di 40. Ed è la realtà di drink delivery più capillarmente diffusa in Italia, con oltre 60 città servite.

Per il futuro l’obbiettivo è portare il marchio anche fuori casa, con l’apertura di una catena di bar-enoteca ad alto contenuto tecnologico. Il primo Digital Wine Bar è inaugurato nel febbraio 2022 a Milano, seguito da quello di Trani nel novembre 2022 e a dicembre della Winelivery Enoteca a Parma. L’obiettivo finale è di aprirne altri 60 entro il 2025. «Per ora siamo concentrati sul business e la sua crescita in Italia», dice il ceo Francesco Magro.

Non sappiamo se ci andremo a listare su un mercato azionario ma la quotazione è sempre un’opzione sul tavolo, facilitata dall’avere una compagine sociale ampia e frammentata. E da sempre guardiamo con attenzione al mercato estero, e se capitasse l’occasione, siamo pronti – aggiunge.

Dietro il successo tre plurilaureati con il vizietto delle startup

Andrea Antinori, Francesco Magro e Giovanni Roberto sono le tre giovani anime di Winelivery. A dispetto del nome, Andrea è la quota rosa del trio: valtellinese, classe ’88, si laurea in fisioterapia a Pavia. Trascorre anni tra Usa e Guatemala e con il suo spirito curioso capisce la possibilità di portare anche in Italia il servizio di drink delivery, già attivo oltreoceano. Dopo un executive master in Luxury goods management alla Cattolica di Milano, in Winelivery segue l’area di Comunicazione e PR.

Francesco Magro è l’altro valtellinese: classe 1987, dopo le lauree in Organizzazione e risorse umane e in Management alla Bocconi fonda nel 2010 la sua prima startup per eventi, TonightIn.it. Passa poi al mondo della consulenza dove crea e fa crescere una sua business unit nel mondo delle Agile methodologies. Nel 2014 ricopre la carica di chief operating officer di BTO Spa, che lascia per la nuova avventura di Winelivery, dove copre la posizione di ceo. Nel 2020 e nel 2021 è Businessperson of the Year di Fortune Italia e nei Next 40 di Capital Italia.

Quando abbiamo iniziato, con il primo magazzino nel mio appartamento, non ci aspettavamo un successo così veloce, ma lo speravamo», dice. «Il segreto? Abbiamo capito che è un po’ come correre una maratona: bisogna tenere duro, non mollare nei momenti di difficoltà e cercare sempre la soluzione giusta per crescere.

Ai due lombardi si aggiunge un pugliese: Giovanni Roberto, classe ’88, ha laurea in Bocconi e Master in Strategic management alla Rotterdam School of Management. Dopo l’Accenture, dove cura progetti di digitalizzazione, è teaching assistant alla Bocconi e dal 2013 al 2018 guida lo scale-up europeo di BTO Research. Oggi è il deputy-ceo di Winelivery e advisory board member di Tacoma e di Venture Box.