Scenari

Cucina a km 0 nella Fortezza della moda

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Novità a Pitti Uomo. La ristorazione quest’anno passa dalla brigata lombarda del tre stelle Da Vittorio a Filippo Di Bartola, ristoratore che in 15 anni (dal 2008) è diventato una pietra miliare della cucina versiliana con l’omonimo ristorante.

Si gioca, dunque, tutta in casa Toscana quest’edizione di Pitti che assume sempre più il ruolo di una kermesse fashion che trasforma Firenze in un milanese Salone del Mobile. Fiera ed eventi laterali, feste, show, presentazioni. Il compito di Filippo è quello di portare una ristorazionea km 0” nei saloni della Fortezza da Basso.

Un pop up restaurant con un cocktail bar al piano attico del Padiglione Centrale che prevede anche consegne delivery in sei fasce orarie negli stand, con piatti che raccontano la storia del ristorante di Pietrasanta e quel legame con le vicine Alpi Apuane, cucina solida rivisitata, come il carciofo ripieno o le Polpettine rosse del Convento, con capperi e pomodoro, o, ancora, i tordelli, un classico del ristorante, con il ragù o la zuppa alla frantoiana.

Anche nelle proposte enogastronomiche, in perfetta sintonia con la più importante fiera di abbigliamento e accessori maschili, quello che conta è la sartorialità, il riuscire a raccontare con sapienza e creatività il savoir-faire italico e l’artigianalità, il creare con gusto, lontano dalle massificazioni.

Come racconta lo stesso ristoratore, per fare ciò è necessario essere trasparenti, chiari con gli ospiti.

Essere se stessi e metterci sempre la faccia, senza paura delle proprie convinzioni e delle proprie idee: solo questo ti dà la forza e l’energia di poter sognare e credere in qualcosa.