Scenari

Mediaset, Piersilvio e i due possibili scenari

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di Massimo Galanto

C’è un prima e un dopo Silvio Berlusconi. Per tutto, anche per il gruppo televisivo che ha fondato quasi 50 anni fa con Fininvest. D’altronde la scomparsa dell’ex Presidente del Consiglio ha oggettivamente indebolito l’azienda Mediaset. Perché, sebbene ufficialmente sia stato comunicato che le attività “proseguiranno in una linea di assoluta continuità sotto ogni aspetto”, il futuro torna a essere in bilico, in primis dal punto di vista della proprietà.

Vivendi di Vincent Bolloré, in virtù dell’accordo raggiunto qualche anno fa con il Biscione dopo il tentativo (fallito) di scalata, detiene circa il 23% di quella che oggi si chiama MediaForEurope (Mfe), con sede legale olandese ad Amsterdam (le sedi fiscali sono in Italia e in Spagna). Nel caso in cui Pier Silvio (l’amministratore delegato risulta essere il più interessato a mantenere l’azienda fondata dal padre nell’ambito famigliare) venisse convinto a mettere sul mercato Mediaset, lo scenario attuale più realistico – magari nel contesto di una fusione con la parte dei servizi di Tim – appare proprio quello di un’acquisizione da parte di Vivendi, che per i motivi di cui sopra parte con un vantaggio competitivo non male.

L’alternativa più concreta è rappresentata da Urbano Cairo, che a Publitalia – la concessionaria di pubblicità delle reti televisive del gruppo Mediaset – si è fatto le ossa, dopo quattro anni da assistente proprio del Cavaliere. L’editore di Corriere della Sera e La7, a margine del funerale di Stato di Berlusconi, ha raccontato pubblicamente di averlo incontrato tre volte a gennaio scorso. Al netto delle smentite formali, c’è comunque il tema del Sistema Integrato delle Comunicazioni secondo cui in Italia nessuno può detenere più del 20% dei ricavi complessivi di tv, radio, web e carta stampata.

Con Giorgia Meloni e il centrodestra al governo, Mediaset si ritrova a dover ridefinire il suo asset anche politico. La Premier ha stretto un accordo con Marina Berlusconi: la permanenza della famiglia all’interno di Forza Italia, che nei prossimi anni continuerebbe a garantire la stabilità della coalizione e dell’esecutivo.

La merce di scambio sarebbe rappresentata dalla trasformazione di Rete4 in una sorta di TeleMeloni, con talk show affidati a giornalisti personalmente legati a Berlusconi e alla sua storia politica. Da Del Debbio a Porro (che ha resistito alle lusinghe della Rai, scegliendo di rimanere a Cologno Monzese), da Giordano alla nuova arrivata Myrta Merlino che guiderà un nuovo talk show (ha lasciato

La7 e L’aria che tira che, dalla prossima stagione sarà condotto da David Parenzo).

Canale 5 e Italia 1 resteranno a forte vocazione di intrattenimento, con quiz, reality, people show a iosa (più gli eventi sportivi – forse dal 2024 anche la Serie A di calcio), con qualche clamorosa defezione, come Belén Rodriguez, fuori dai palinsesti che saranno presentati il 4 luglio, dopo l’addio a Tu Sì Que Vales (dove arriverà Luciana Littizzetto) e la mancata riconferma a Le Iene, dove Mediaset vuole piazzare Veronica Gentili.