Sostenibilità

Culligan, acqua per elettrodomestici efficienti e green

Scritto il

di Alessandro Luongo

Una storia di primati quella di Culligan: nel 1936, il suo omonimo fondatore, Emmett, lanciò il primo addolcitore d’acqua di proprietà ampliando progressivamente il portfolio di soluzioni e servizi offerti fino a coprire tutta la gamma dei possibili trattamenti dell’acqua con tecnologie all’avanguardia. Un brand che molti hanno sentito nominare, e che rientra nella nostra vita quotidiana in tanti modi.

Dietro la produzione a monte di una bibita gassata o di una birra, ci può essere magari un nostro impianto.

Rivela Claudio De Marco, general manager del settore residenziale di Culligan Italiana Spa alle porte di Bologna, a Cadriano di Granarolo dell’Emilia.

Per capire di cosa si occupa l’azienda, specializzata nel trattamento dell’acqua ad ampio raggio da quasi un secolo (con depuratori ed erogatori, addolcitori, filtri e osmosi inversa), occorre partire dall’ “acqua tecnologica”, quella utilizzata cioè per gli impianti industriali, ma anche per le lavastoviglie di casa.

«Vale a dire, trasformare l’acqua ad alto tasso di durezza e di calcare in sali disciolti. Procedimento che permette, ad esempio, di ridurre il consumo di detergenti e saponi e migliorare il rendimento degli elettrodomestici – spiega de Marco –. Senza il calcare nelle tubature, le macchine difatti lavorano meglio, sono più efficienti; si risparmiano così solventi, tensioattivi. Di conseguenza, anche il sapone della lavastoviglie ha un potere sgrassante maggiore».

Una soluzione, l’addolcitore, nata grazie a delle resine che hanno permesso uno scambio ionico per il trattamento dell’acqua tecnologica. Per l’acqua da bere al punto d’uso sono necessari, invece, processi di filtrazione e osmosi inversa che rendono l’acqua più buona e di alta qualità.

Siamo molto attivi anche negli ospedali –riprende il general manager – con la distribuzione dei goccioni e negli impianti di dialisi stessi; nell’industria cosmetica e persino nella realizzazione di packaging per alimenti”.

E anche nelle nostre case, dunque.

Abbiamo addolcitori condominiali che servono anche 20 appartamenti, ma la nostra expertise ci consente di offrire un prodotto personalizzato e su misura che tiene conto anche della durezza dell’acqua e del numero di persone da raggiungere.

In Italia Culligan ha persino inaugurato lo scorso febbraio un impianto di desalinizzazione, a osmosi inversa, all’isola d’Elba, con la capacità di produrre 80 litri di acqua potabile al secondo, uno dei maggiori sistemi esistenti al momento. E se vi capita di andare in crociera sull’oceano, l’acqua che arriva nella vostra cabina potrebbe essere stata presa direttamente dal mare e trattata attraverso un processo di dissalazione che consente di produrre acqua dolce da quella di mare.

Il mercato del trattamento dell’acqua in Italia ha enormi possibilità di crescita. Una delle problematiche emergenti da affrontare, ad esempio, è quella del maggiore impatto ambientale dell’uomo. Fertilizzanti e altre scorie inquinanti avvelenano sempre più i fiumi.

Una ricerca recente dell’Università Tor Vergata sulle acque del Tevere ha rivelato la presenza di batteri più resistenti a causa dello scarico continuo di medicinali.

Il che significa che aziende come Culligan dovranno collaborare di più con le amministrazioni comunali per trovare sistemi di affinamento idrico; fra l’altro, l’Europa ha definito parametri più stringenti per la potabilità dell’acqua.

L’azienda nata negli Stati Uniti sta cercando di essere sempre più flessibile alle esigenze del mercato italiano.

“Anticipando le tendenze, in ambito domestico abbiamo lanciato soluzioni in comodato d’uso, che prevedono la garanzia e manutenzione dell’impianto, in questo modo sempre aggiornato e allungato nel suo ciclo di vita. Soluzioni che per la prima volta sono anche finanziabili, dallo scorso gennaio, grazie ad un accordo concluso tramite l’agenzia finanziaria Micro Finance di Milano con Cofidis (finanziaria operante nel credito al consumo) per cui inseriamo un’opportunità di microcredito fino ad allora assente sul mercato. La finanziaria ci ha così permesso di valorizzare al meglio le nostre soluzioni offrendole in comodato d’uso e di allargare ulteriormente il target di potenziali acquirenti”.