Sostenibilità

La sostenibilità dà i suoi frutti: Il secolo verde di Rigoni

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di Paola Guidi e Franca Rottola

Cento anni di grandi risultati, sostenuti da una coerente fedeltà alla scelta originaria: la qualità al massimo livello della sostenibilità (tutta la produzione è interamente bio dal 1992) e dalla indovinata fusione tra abilità artigianali e visione industriale.

La Rigoni di Asiago, nota non solo in Italia per le sue preparazioni di frutta, miele e dolcezze del territorio agordino, ha celebrato quest’anno il centenario e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha realizzato un francobollo speciale in 250 esemplari per conto del ministero delle Imprese e del Made in Italy.

«Un giorno speciale e per me, in particolare – ha dichiarato Andrea Rigoni, ad e presidente del gruppo – una grande emozione trovarmi a festeggiare i cento anni di Rigoni di Asiago. Abbiamo fatto tanta strada e siamo arrivati fin qui con un grande obiettivo: creare prodotti di alta qualità, nel rispetto di uno stile di vita che tenga conto del benessere di tutti».

La Rigoni è tra le aziende alimentari medie italiane più performanti: un fatturato 2022 di 138,3 milioni di euro, 40% all’export, 300 dipendenti. Con una visione prospettica di ulteriore internazionalizzazione – grazie anche a un piano di investimenti da 35 milioni fino al 2026 – ma conservando nel Dna un attaccamento al territorio di origine.

Tutto nasce nel 1923: nonna Elisa, un’esperta apicoltrice, riesce ad ampliare commercialmente le dimensioni della sua attività coinvolgendo l’intera famiglia; l’impresa mantiene il carattere artigianale sino al 1970 quando diversifica la produzione, iniziando a commercializzare anche altre specialità ma sempre mantenendo la sua immagine di realtà specializzata in preparati naturali.

Oggi è guidato dalla terza generazione della famiglia: Andrea Rigoni (nominato l’anno scorso Cavaliere del lavoro) e il fratello Luigi, direttore della produzione. La terza generazione, pur nella ricerca di nuovi mercati e nuove specialità, ha rispettato le scelte originarie della nonna con una totale adesione alle sue indicazioni: fedeltà innanzitutto al territorio, l’Altopiano di Asiago che è un luogo privilegiato per la biodiversità della flora e della fauna, che favorisce il rispetto dei metodi di coltivazione e trasformazione locali, genuini.

Se in altre occasioni spesso giocano l’emozione e il gusto della retorica, nel caso di Rigoni sono ben altre le tappe di un percorso realmente coerente con gli impegni originali: coltivazioni e processi biologici, sempre, anche quando non erano di moda, non erano riconosciuti. Ma con qualcosa di unico, la capacità di prevedere i cambiamenti degli stili di vita, di farlo molto in anticipo e su scala internazionale. Perché, per esempio, il classico frettoloso caffè degli italiani è stato sostituito, durante e dopo il Covid, da una prima colazione più sostanziosa mentre nei paesi anglosassoni accanto ai tradizionali cereali compaiono sempre più spesso confetture, marmellate e miele. Così le acquisizioni e le innovazioni, nell’ampliare la gamma delle specialità alimentari, si sono rivelate sorprendentemente adatte ai più diversi gusti dei mattinieri. Perché persino l’inglese pudding oggi fa parte dell’offerta Rigoni di Asiago.

Quanto alle acquisizioni, si tratta di due società specializzate nella produzione di alimentari biologici di alta qualità. La prima è avvenuta nel 2022, con la francese Saveurs&Nature, cioccolateria artigianale di selezionatissimi prodotti. La seconda, recentissima perché risale allo scorso settembre, è l’acquisizione della quota di maggioranza della società benefit Ambrosiae.

Rigoni opera su diversi siti produttivi e di servizio; la fabbrica storica si trova a 1000 metri, a Foza, sull’Altopiano di Asiago dove ogni anno, vengono lavorate e trasformate circa 5mila tonnellate di frutta attraverso un ciclo produttivo totalmente automatizzato. Lo stabilimento ha ricevuto due certificazioni con il massimo livello: il BRC Food Certificate (Grade A) e l’IFS Food Certificate (Higher Level): riconoscimenti internazionali che la grande distribuzione richiede per rispondere alle crescenti richieste di garanzia sulla qualità e la sicurezza alimentare. Nel centro logistico di Albaredo d’Adige (VR) su 25mila metri quadrati si trova la produzione dei dolcificanti naturali, delle creme bio al cacao e nocciole e delle bevande di frutta, anche queste bio. L’unica fabbrica fuori dall’Italia si trova a Montana, in Bulgaria, realizzata dopo che Rigoni ha a lungo testato la qualità di prodotti agricoli locali, che provengono da un territorio incontaminato e attraverso tecniche biologiche.

Mantenere le radici sull’Altopiano per conquistare il mondo

La sostenibilità ambientale è una bandiera per la Rigoni: trent’anni fa il gruppo di Asiago è stato tra le primissime realtà alimentari che ha sposato l’agricoltura biologica, con tecniche produttive che escludono l’aggiunta di aromi e di additivi, con un controllo integrale della filiera. Una filosofia rispecchiata anche dalla scelta di restare sul territorio di sempre, considerata da Andrea «fondamentale come garanzia di qualità e naturalità del marchio. L’Altopiano di Asiago è coperto per quasi il 70% dal bosco e vanta quindi una grande varietà di specie alpine tipiche». La fedeltà ai dettami della fondatrice si è espressa anche nelle scelte senza compromessi per quanto riguarda i consumi energetici. Gli stabilimenti dispongono di un sistema di cogenerazione che eroga acqua calda e elettricità, con un risparmio del 50%; e l’acqua viene reimmessa in circolo dopo essere stata purificata. E nello stabilimento di Albaredo d’Adige sono installati pannelli fotovoltaici.

Nel 2018, l’ingresso, con una quota di minoranza, della Società di Private Equity Kharis Capital ha permesso il rafforzamento dell’azienda a livello internazionale; mentre la quotazione in Borsa non sembra, al momento, nei programmi del gruppo, anche se non viene esclusa.

Il contesto economico internazionale si è rivelato particolarmente favorevole ai prodotti di qualità destinati alla prima colazione della Rigoni che ha contribuito a portare l’Italia tra i primi cinque produttori mondiali di marmellate, gelatine e conserve. Un mercato da sempre in crescita; secondo Market Data Forecast la produzione mondiale nel 2023 rappresenterà il doppio di quella del 2020, che aveva già registrato un’impennata nel periodo del lockdown. Un trend dovuto alla corrispondente crescita dell’abitudine di fare una prima colazione completa e non soltanto basata su un caffè. E infatti Doxa documentava questo cambiamento con una ricerca che per la prima volta registrava un record: ben il 90% degli italiani fa ora una prima colazione vera, completa, basata soprattutto su frutta e prodotti dolciari con abbondante marmellata. Al contrario degli anglosassoni che prediligono i cereali. E in effetti GFK registrava un aumento del 15,5% delle vendite di tostapane e altri piccoli elettrodomestici, compagni immancabili del risveglio italiano.

La Rigoni vanta una serie di certificazioni internazionali: quella bio 100%, la Kosher riconosce il rispetto della rigorosa politica delle leggi Kosher sul cibo tra cui pulizia, purezza e qualità e la Non-Gmo senza OGM, tracciabili e di origine controllata. Per gli Stati Uniti c’è la certificazione Usda, mentre la Bio-China assicura il bio secondo lo standard nazionale del colosso asiatico.