Sostenibilità

GemaTEG la startup che raffredda i data center

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di Eleonora Crisafulli

«Volevo fare qualcosa di significativo. Ho scelto la cosa più folle: una startup, a quasi 50 anni, in un settore che non conoscevo». Maurizio Miozza, fisico di formazione, un passato nella ricerca e nel settore aeronautico, ha ideato un sistema innovativo per migliorare l’efficienza energetica dei datacenter. Un problema che riguarda tutti, visto l’impatto che i server hanno sull’ambiente.

Ha fondato GemaTEG oltreoceano, a Seattle. Ma ha investito in Italia per far crescere qui, a Perugia, le attività di ricerca e sviluppo della startup.

L’idea nasce nel 2018. Siamo nella capitale del cloud, dove hanno sede i quartier generali di Amazon Web Services e Microsoft Azure. «Non si può sfuggire ai problemi che riguardano l’infrastruttura cloud e il più urgente è lo smaltimento del calore. I grossi centri di calcolo sono come delle stufe elettriche che devono essere raffreddate per evitare che il sistema rallenti o si danneggi. E portare via il calore richiede energia».

La soluzione sviluppata da GemaTEG, tra IoT e intelligenza artificiale, riesce a mantenere la temperatura dei microprocessori sotto controllo, consentendo di aumentare le prestazioni e ridurre i consumi energetici.

È come una pompa di calore in miniatura, ma intelligente: riconosce in autonomia quando il server si sta riscaldando ed estrae il calore in modo efficiente. Non raffredda sempre al massimo, ma solo quando e quanto è necessario.

Uno degli obiettivi della startup è dimostrare che la tecnologia può davvero fare la differenza. «Spesso l’approccio al tema sostenibilità è “stiamo inquinando troppo, dimentichiamo il benessere e torniamo all’età della pietra”. La nostra idea è che, grazie all’integrazione di diverse tecnologie, possiamo ridurre il nostro impatto sull’ambiente, senza sacrificare la crescita».

Sostenibilità e sviluppo economico possono convivere.

Lasciato il lavoro di una vita, Miozza ricomincia da zero. Fonda la startup con Manfred Markevitch. «Abbiamo iniziato investendo i nostri Tfr» sorride. «Mi sono rimesso a studiare, a costruire schede elettroniche». Per la validazione dei dispositivi GemaTEG collabora con l’Università Bicocca e il Cnr di Lecco. Poi estende i rapporti ad altri enti, dal Politecnico di Milano all’Università di Perugia. Il primo lotto di produzione è pronto a gennaio 2023. La startup è ora in contatto con potenziali clienti, grandi aziende negli Usa e in Italia. Il sistema di raffreddamento potrà essere applicato anche ad altri ambiti:

L’elettronica utilizzata per auto elettriche, batterie, centraline di ricarica ha lo stesso problema dei server nei datacenter. Così stiamo valutando nuove opportunità.

GemaTEG ha raccolto 4 milioni di dollari in tre round. Ha vinto due bandi, Smart&Start di Invitalia e SmartUp della Regione Umbria. «Al di là del lato economico – sottolinea Miozza – sono un riconoscimento e ci danno una responsabilità: vogliamo generare valore qui». Così in Umbria amplierà il team, oggi composto da 12 persone.

Cerchiamo tecnici, fisici, ingegneri. L’Italia è piena di talenti. E noi vogliamo avere un impatto anche sociale.

Non è stato facile reinventarsi, creare un’azienda tra Seattle e Perugia, gestire i ritardi dovuti alle condizioni geopolitiche. «È una sfida, si dorme poco, l’adrenalina è costante, ma facciamo impresa con uno scopo, ambiente e persone al centro».

La parabola di un fisico giramondo: da topo di laboratorio a businessman

Maurizio Miozza è il co-founder e chief creative officer di GemaTEG. Cresciuto a Perugia, dopo la laurea in Fisica, vince una borsa di studio all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che lo porta a viaggiare tra il Cern di Ginevra e i principali centri di ricerca di Germania, Francia, New Mexico.

«Mi occupavo di fisica dei raggi cosmici» racconta. Alla fine degli anni ‘90 accetta un’offerta di lavoro di UmbraGroup (società attiva nel settore aeronautico) a Seattle.

«Mi sono reinventato: da topo di laboratorio a responsabile di una linea di business. Negoziavo contratti, portavo clienti, gestivo i rapporti con Boeing».

Conosce così le dinamiche di un’impresa. Nel 2018 decide di rimettersi in discussione. Lo stesso ha fatto Manfred Markevitch, ceo e co-founder di GemaTEG, dopo una carriera in automotive e finanza. «Il nome della startup? È l’unione tra le iniziali dei nostri figli e la tecnologia ThermoElectric Generator».